Verso una nuova vita.

Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir + Tessa Vanvlietdóttir

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  1. Tessa VanVlietdóttir
     
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    tre le si avvicinò. gli studenti cominciarono a prendere posto nell'imbarco, c'era chi voleva restare fuori, a godersi l'aria aperta, i più curiosi intenti ad avvistare le prime torri del castello, gli altri, che non sopportavano la luce, si rifugiarono all'interno.
    Tre le chiese di salire all'ultimo piano dell'imbarco, dove c'era una tettoia. Sicuramente voleva rimanere all'aria fresca, ma sempre riparata dalla luce del sole, che pareva darle fastidio, senza imbacuccarsi all'interno.
    Tessa annuì e notò che la ragazza prese la gabbia del rapace, lasciando accanto al suo, il baule. Un po' titubante, fece la stessa cosa, avviandosi con la mezz'elfa, e guardandosi indietro per constatare che il baule non cadesse, o peggio, qualcuno si avvicinasse. Notò che anche altri bauli rimasero incustoditi dei propri padroni, lasciati ai bordi del traghetto, quindi motivi per preoccuparsi non ce n'erano. Se all'arrivo le sarebbe mancato qualcosa, l'avrebbe detto a qualcuno che se ne occupava, e questi non avrebbero esitato perquisire gli altri. Sorrise di quella sciocchezza. Era evidente che nessuno si sarebbe avvicinato al baule.
    Salì con Tre, la scaletta di ferro esterna che portava alla tettoia, faticando per evitare di colpire con la gabbietta di Kiki, qualcuno che aveva deciso di sedersi sulla scaletta. Arrivate in cima la vista era grandiosa. La velocità dell'imbarcazione non era ne' veloce ne' lenta, e questo non faceva che rallegrare Tessa, che si era fatta problemi a riguardo di come si fosse sentita una volta sopra.
    L'andatura contrastava le onde, che si increspavano al passaggio del traghetto.
    Notò una piccola panchina ad un angolo e decise di andarsi a sedere, per godersi meglio il viaggio.
    -Vieni, sediamoci..-
    Disse a Tre, colpendole la mano con la sua, e indicando la panchina.
    Non sapeva cosa si sarebbe aspettata una volta al castello. Aveva fatto tante supposizioni da quando era li'.
    La modalità di smistamento, le lezioni, a quale confraternita sarebbe appartenuta... tutta roba che la incuriosiva, e faceva pensare molto.
    Ma non doveva preoccuparsi di questo, ora, le bastava godersi quel rapido viaggio, e le sue domande avrebbero finalmente ricevuto una risposta in tempo breve.
     
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  2. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tígrisdýta non ebbe difficoltà a risalire la scaletta che portava all’ultimo piano del traghetto. Cercava di non andar troppo velocemente dato che Tessa la stava seguendo. Si muoveva agile e leggera senza far rumore anche se gli scalini erano di metallo. Sentiva dietro di se i passi della coetanea che, a differenza sua, era rallentata dagli studenti che occupavano le scalinate, godendosi l’ombra e il fresco.
    Appena varcata la porta, fu abbagliata dalla differenza di luce tra il breve tratto percorso e lo spazio che aveva di fronte, sebbene la tettoia lasciasse la zona in ombra. Fece una smorfia e si strofinò gli occhi. La mano della giovane strega che sfiorò la sua la fece sussultare, ma non lo diede a vedere. La giovane la stava invitando a sedersi su una panchina posta in una zona perfetta, che permetteva di ammirare il paesaggio e lasciava arrivare la brezza marina.
    La mezz’elfa si accomodò e si mise ad ammirare le acque. Anche il suo falco, si godeva il vento che passava tra le sbarre della sua gabbia. Attese l’arrivo dell’altra ragazza mentre chiudeva gli occhi. L’aria, che le scompigliava i capelli, la rilassava e cominciò ad immaginare di volare sull’oceano accanto al suo falco. Era serena e senza pensieri in quel momento e molto probabilmente si notava dalla sua espressione.
    Apri gli occhi per paura di addormentarsi e con piacere notò le prime torri del castello in lontananza.

    Guarda, non è uno spettacolo magnifico? Chissà quanto sarà immenso se già da qui si vedono le torri!

    Esclamò guardando l’altra giovane con uno sguardo che brillava per la curiosità e la trepidazione che la facevano fremere. Era più matura rispetto a quelli della sua età, spesso seria e non molto espressiva, ma era pur sempre una ragazzina di undici anni e nessuno a quell’età sarebbe rimasto impassibile sapendo che di lì a poco tutto sarebbe cambiato, molti sogni si sarebbero avverati e probabilmente molti altri infranti. Una nuova avventura stava iniziando con la stessa velocità dell’imbarcazione e l’atmosfera che circondava tutti i vari gruppi o elementi su di essa diventava carica di aspettative, tensione ed emozioni.
     
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  3. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Il vento che le sparpagliava i capelli non faceva che farla stare meglio. La brezza marina la faceva sentire bene, e il pensiero dell'imminente arrivo al castello l'eccitava ancora di più.
    Sembrava tutto perfetto, come un sogno che s'avvera.
    Il traghetto stava rallentando man mano, e dal basso giungevano voci eccitate e urla e schiamazzi. Si alzò guardando oltre il battello. La riva era vicinissima, il castello era immenso. Si stava chiedendo se fosse riuscita a orientarsi, una volta abituata alla vita lì, all'academy.
    -Oh.... finalmente...-
    Esclamò con aria eccitata. L'euforia traspariva da tutti i pori, e non riusciva a star ferma.
    -Dai!, andiamo giù, prendiamo i bauli!-
    Disse tirandola per un braccio, e scendendo, con lei dietro, le scale di ferro ormai, completamente vuote. Infatti tutti erano accalcati all'uscita, dove c'era ancora una volta la scala messa dai strani operai della nave.
    Con la gabbietta di Kiki in una mano, e nell'altra la mano di Tre, raggiunse i bauli, lasciandogliela, e sollevando dal manico l'enorme baule.
    La salita era stata facile, era la discesa che la preoccupava, dato che era abbastanza ripida e rischiava di cadere, e di conseguenza ritrovarsi il baule addosso, data la sua goffaggine.
    La strana creatura che era li, che sorvegliava l'uscita, sembrava averla letta nel pensiero, perchè subito dopo si offrì di aiutarla con il baule, come aveva fatto per altre studenti, perchè questo risultava il doppio di quanto Tessa riusciva a trasportarne.
    Con un sorriso glielo cedette e prese a scendere la scalinata con la gabbia di Kiki tra le mani, si voltò per ringraziare l'uomo che in quel momento posò il baule sul terreno, e prendendolo cominciò ad unirsi, insieme a Tre, alla coda di studenti del primo anno che entravano nel castello.


    Role conclusa.
     
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17 replies since 13/7/2013, 20:12   184 views
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