Pensieri parole e tramonto.

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    Stava succedendo proprio quello che voleva,doveva pur distrarsi in qualche maniera no?Il metodo migliore era proprio occupare la mente col corpo mosculoso e possente di un magnifico sconosciuto.
    Poche parole,pochi racconti era quello che bastava per scaldare la serata.
    Quella mano col tocco così dolce ma allo stesso tempo voglioso gli piaceva per questo continuò a farsi accarezzare senza parlare era un piacere per lei.
    La notte sembrava che si fosse fermata per loro,quel buio che li avvolgeva solamente quella luce quasi soffusa di quei lampioni,un'atmosfera perfetta tra vedo e non vedo.
    Diede un tiro alla sua sigaretta e lo fisso maliziosamente Se vuoi,sono sempre disposta a delle lezioni private appoggiò la sua mano sulla gamba del ragazzo iniziando ad accarezzarla pian piano partendo dal ginocchio fino a salire verso la cinta ma senza soffermarsi molto,per il momento.
    Non aveva intenzione di interrompere quei gesti delicati e maliziosi allo stesso tempo il divertimento stava iniziando.
    Stava dando ultimo tiro alla sua sigaretta quando senti quel sussurrò non troppo casto del ragazzo si morse il labbro divertita butto fuori il fumo e butto la sua sigaretta avvicinandosi il ragazzo Basta cercarlo e forse hai ragione qualcosa di buono c'è,e ora vediamo gli sussurrò per poi fermarsi nel discorso per poi alzarsi e pararsi davanti a lui con un sguardo che non rassicurava niente di casto.
    Infatti si sedette proprio sulle sue gambe appoggiando le sue mani sullo schienale della panchina Cosa trovo io finì sussurrandogli nell'orecchio mentre inizio a giocare col suo piercing che aveva sulla lingua sul collo del ragazzo,voleva fargli sentire i brividi.
    La sua mano si appoggiò sulla camicia di quel ragazzo sentendo sempre di più il fisico del ragazzo,che poteva farci se amava proteggere le tartarughe?
    Continuò a giocare col piercing finendo sul lobo dell'orecchio per poi staccarsi e fissarlo Inizia a cercare,se vuoi trovarlo le sorrise lievemente mentre passo un'unghia sull'asola del bottone facendolo saltare Ops,che sbadata i suoi occhi si perdevano fissi in quello di quel ragazzo,che quasi si era pure dimenticata il nome.
    Non era da lei ricordare i nomi,sopratutto delle persone che non era sicura che li avrebbe mai più rivisti.
    Non stava commettendo nessun reato,non era per niente fidanzata,non era intenzionata a farlo aveva solamente avuto una scappatella col direttore della scuola,cosa che con quel uomo non poteva mai esserci più di quello per va che erano colleghi e poi da quando era arrivata in quella Isola quella era la sua seconda scappatella cosa c'era di male nel divertirsi?
    Igor?Inn?Iam?mm ah si,ian pensò mentre sorrise fra sé e sè contenta di esserselo ricordato.
    Non aveva voglia di aspettare quindi si avvicinò al volto del ragazzo aspirando quel profumo che la sua pelle emanava,profumo di un passato turbolente profumo di un dolore che non voleva andar via,profumo di una voglia di cancellare il passato e di scrivere il presente con una penna dall'inchiostro indelebile,schiavo del passato.
    Si allontanò un attimo e lo fisso Questo profumo,come mi è famigliare..voglia di cancellare una cosa che non si potrà mai fare una schiavitù che non ci mollerà mai pensò fissandolo nei occhi.
    Mille pensieri e immagini gli apparsero davanti agli occhi infatti come d'un tratto abbassò lo sguardo e il suo sguardo divenne spento come se avesse visto un fantasma davanti agli occhi.
    Scosse la nuca quei pensieri quei ricordi che la tartassavano sempre da quando se ne era andata da loro.
    Tornò a pensare al presente cacciando almeno per un attimo il passato.
    Voleva pensare solamente a quel ragazzo che gli aveva solamente chiesto di accendere una sigaretta e ora lei era seduta sul suo bacino, come cambiavano facilmente le scene.
    Da semplici sconosciuti ad amici di letto?Curiosa come cosa.
    Tornò a pensare a quel ragazzo si tornò ad avvicinare al suo volto e questa volta non voleva pensare ma solamente agire infatti si avvicinò alle sue labbra e che lui lo voleva o no gli rubo un bacio: uno strano bacio che non voleva parole ma solamente fatti.
     
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  2. Ian J. Howe
     
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    La serata stava avendo una svolta diversa, migliore.
    Morticia era una di quelle donne a cui nessuno poteva resistere.. neanche lui.
    La guardò mentre finiva pian piano la sua sigaretta, facendo qualche commento malizioso.
    Appoggiò la mano sulla sua gamba, e lui rimase a fissarla, mentre lei compieva il suo stesso movimento, arrivando sopra la cintura del pantalone.
    Dopo di che, finì la sua sigaretta, avvicinandosi,se possibile, ancora di più a lui, che aveva ancora la mano sulla sua gamba, cosa che non avrebbe mai rinunciato a lasciare,se fosse possibile.
    Gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Una frase lasciata a metá. Si alzò dalla panchina, e quasi ne fu rammaricato da ciò. Il contatto con la sua pelle andava via via abituandosi.
    dopo pochi secondi se la ritrovò praticamente addosso, seduta verso di lui sulle sue gambe.
    Un pò imbarazzato un pò sorpreso rimase immobile, con le braccia allargate sul poggia schiena della panchina.
    Gli sussurrò qualcos'altro nell'orecchio, a cui non diede importanza, perchè subito dopo sentì la lingua di lei sul suo collo mentre le sue mani andavano tastando sopra la sua camicia, sugli addominali.
    Al contatto con le unghie, la pelle solleticava, ma era tutto un piacere.
    Dal collo passò all'orecchio, senza mai staccare la presa, finendo poi per sussurrargli qualcosa.
    A quel punto non gli importava più di essere all'aperto, o che qualcuno lo stesse fissando. Gli importava solo di quel che aveva davanti a lui.
    Non riusciva a spiccare parola. L'aveva così preso all'improvviso che non aveva da dire niente. Solo godersi quel momento.
    Le mise le mani sui fianchi, avvicinandola più a lui, nel frattempo lei, con un unghia, gli sbottonò un po' la camicia, lasciando intravedere,non completamente, il petto, e il suo tatuaggio a forma di croce.
    Lui non smetteva di perdersi negli occhi di lei,se non per rubare uno sguardo al suo petto ben messo in evidenza dalla scollatura di quella maglietta, quasi invisibile.
    Lei gli si avvicinò, pian piano, e quel momento sembrò non passare mai.
    Ma subito arrivò, quel bacio a stampo, quasi rubato, senza il suo consenso.
    Ancora una volta, la prima mossa l'aveva fatta lei. Ma volle rimediare quasi subito. Non appena lei si stacco lui la strinse, se possibile, ancora di più a se cercando le sue labbra fredde, ma ardenti di passione e desiderio.
    Si staccò un attimo, per fissarla.
    -A parte "seducente e Sexy", te l'hanno mai detto che sei bella?-
    Disse fissandola negli occhi, abbozzando un sorriso.
    Imbarazzo e sorpresa, in quel momento, si mutarono in passione e desiderio. Qualcosa di ardente, che ormai, non provava più da anni.
     
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    Tutto stava svolgendo come avrebbe desiderato,a pensare che era uscita per fare quattro passi con la compagnia del tramonto e ora la situazione si era rivoltata: era con la compagnia di quella luna che illuminava la sua pelle chiara e fra le braccia di uno sconosciuto che ardentemente desiderava: quello si che non l'aveva calcolato.
    Non aveva calcolato che la sua scappatella dopo il direttore fosse proprio stato un membro del ministero quello non poteva mai calcolarlo e a pensare che non sapeva chi era,meglio così amava i misteri.
    In quel momento non voleva pensare o farsi troppe domande,aveva la mente libera e pensava solo ad avere quel giovane.
    Non aveva previsto di sedersi sul bacino di un ragazzo proprio nel mezzo del molo,ma non gli importava se qualcuno poteva vederli,non gli importava che qualcuno fosse passato e si fosse fermato a fissargli anzi amava gli occhi indiscreti su di lei,come amava stare al centro dell'attenzione in certe situazioni.
    Quando si ritrovava nel covo quelle situazioni era comuni,e molte volte si consumavano anche davanti agli altri.
    Ecco il passato che voleva dimenticare.
    Tornò a concentrarsi su quello che aveva sotto di sé,un ragazzo ben messo,voglioso e pieno di calore proprio come lei.
    Sobbalzo leggermente perché era soprappensiero quando le mani del ragazzo cinsero i suoi fianchi,si era appena staccata da quel bacio che gli aveva rubato senza chiedere permesso quando quel bacio fu subito ripreso con un bacio lungo e pieno di passione, non voleva che smettesse ma quelle labbra calde si staccarono troppo presto dalle sue per dire una frase fin troppo dolce,sorride e gli mise un dito sulle labbra non mi interessano gli altri ora,ma te gli sussurro per poi appoggiare nuovamente le sue labbra
    Quei movimenti caldi e innocenti che avvolgevano i corpi desiderosi dei due ragazzi si stavano facendo sempre più incandescenti,ormai tutti i pensieri erano stati scacciati era rimasto solo uno : desiderava quell'uomo.
    Le parole non servivano in quel momento,gli sguardi e i corpi dei due ragazzi parlavano più di tanti discorsi insensati in quel momento.
    Continuò a giocare con la sua unghia sul petto ancor coperto del ragazzo,lei era curiosa quindi fece scivolare la sua mano dentro alla camicia di Ian ( si,si era ricordata il nome!) continuando a giocare senza voler fermarsi.
    Ma decise di fermarsi perché voleva di più,era ingorda di quel corpo che sentiva solo al tatto e non riusciva del tutto a vedere quindi iniziò a sbottonargli molto lentamente finì ad arrivare all'ultimo bottone che quasi si slacciò da solo,poteva benissimo usare la magia per far più in fretta ma lei non aveva fretta,voleva godersi ogni attimo tutto questo sempre perdendosi in quel bacio lungo e pieno di passione.
    Si stacco per fissare quei addominali scolpiti Ci trattiamo bene a base di tartarughe eh commento ridendo ,non gli diede tempo di replicare che iniziò a provocarlo infatti appoggiò le sue labbra sul torace del ragazzo iniziando a giocare fra baci e piccoli morsicotti come aveva capito con quel ragazzo doveva iniziare lei Uomini pensò mentre sorrise maliziosamente,però lei lo avrebbe solamente provocato fino al punto che doveva essere lui a muoversi se no ci poteva perdere.
    Fece scendere la sua mano per gli addominali di Ian mentre arrivo alla base della cintura,iniziò a giocare orizzontalmente sulla sua pelle calda,proprio sopra la cinta
    Alzò lo sguardo e spostò le sue mani sul volto del ragazzo,prese il volto del ragazzo fra le mani e tornò a baciarlo si stacco un attimo Sto diventando ingorda di te gli sussurro mentre iniziò a giocare nuovamente nella bocca del ragazzo col suo piercing,amava fargli sentire il ferro freddo: eccitava sempre.
    Ormai non aveva più una minigonna ma semplicemente stava sparendo per via di quei movimento si stava alzando sempre di più (era pur sempre seduta a "gambe aperte" sulle gambe del ragazzo,quindi gesto normale)
     
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  4. Ian J. Howe
     
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    La situazione si fece incontrollabile. Più la ragazza si muoveva sul suo corpo, rubando baci ardenti, con le sue labbra fredde, più qualcosa cresceva - e non solo nei pantaloni- .
    Era passione, desiderio, qualcosa ormai spento da quegli anni disperati, in cerca di conforto, ma ottenendo solo solitudine, e tanto, tanto Alcool.
    Seppur non conoscesse, oltre la breve presentazione, quella giovane, tutto sembrava avere un senso. Era la speranza, la passione e i sentimenti, riaccesi solo in quell'istante passato con lei. Qualcosa che credeva, ormai, appartenesse al passato. Qualcosa che non poteva - o non voleva- ritornare.
    quel desiderio ormai represso stava per raffiorare nel migliore dei modi, senza chiedere permesso a nessuno.
    Gli sussurrò qualcos'altro nell'orecchio, mentre gli mise un dito sulle labbra.
    Poi ricominciò a baciarlo senza sosta. Lui non poté che ricambiare tutto ciò.
    Forse la giovane lo faceva per divertimento, fargli perdere i sensi, divertirsi.
    Lui lo faceva soprattutto per se stesso. In quel breve momento di effusioni aveva capito che i desideri, tanto repressi con la forza, da lui stesso, erano incontrollabili e più attivi che mai. Non stava così bene da tanto. Sforzava a credere che quella che aveva tra le sue braccia non era Iris. Eppure, per quanto diverse fossero le due fisicamente, qualcosa in comune ce l'avevano. Il profumo, i gesti, gli sguardi, tutte cose troppo simili tra loro, che non poté che notare e assecondare il tutto.
    Il suo amore, per sua moglie, era così intenso, così profondo, che avrebbe fatto di tutto per riaverla, lei, e sua figlia, ovviamente.
    Mille pensieri gli fluttuavano per la testa, rendendolo incapace di pensare, o di agire. Si lasciava trasportare dall'ardore che la ragazza gli dava senza sosta.
    Non si accorse che gli aveva sbottonato la camicia, finché non arrivò all'ultimo bottone, esclamando qualcosa riguardo il suo petto, o gli addominali. Non capì molto bene, perché subito dopo le sue labbra fredde lo castigarono a subire il tutto sul suo petto. Le sue mani gli toccarono la pancia, gli addominali, che al tocco freddo si irrigidirono un po'.
    Scorrevano lentamente sul bordo della sua cintura, provocandogli brividi.
    La assecondò appoggiando le sue mani sulle natiche, ormai scoperte dalla gonna che era salita un bel po'.
    Lei, poi, gli prese il viso tra le mani baciandolo ancora. Poté sentire il piercing che giocava sulla sua bocca.
    -Non smettere...-
    Disse, rispondendo al sussurro della giovane. Quelle parole piene di dolore e amore in contemporanea si persero in un sussurro quasi percettibile, ad un centimetro dalle labbra di lei.
    Quella panchina, scomoda, fredda e inusuale, era diventata un cimelio comodo.
    Sentiva i capelli -lunghissimi- della giovane appoggiati sulle mani che stringevano ancora le natiche.
    Tutto ciò -lo sapeva- gli avrebbe causato dolore, una volta finito, ma non se ne curò, ricambiando i baci.
     
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    Nessun rumore,nessun passo che si sentisse lontano,si poteva sentire il rumore dell'oceano che sbatteva contro il muro del molo quella sinfonia che sembrava fatta apposta per quel momento.
    Il fruscio di quelle poche foglie di si rincorrevano su quella strada deserta,tutto sembrava uscito dalla punta di un disegnatore cosi perfetto e armonioso fra loro.
    Visto da un'altra posizione poteva sembrare un quadro di un antico scrittore,così calmo e così seducente con quei due corpi avvolti dall'oscurità della notte e abbracciati da quei raggi della luna.
    La situazione era calda come i loro corpi che passo dopo passo si stavano scaldando e la passione stava crescendo,come se una dolce sinfonia stava dando il ritmo a quei movimenti naturali.
    Quei baci rubati,quei baci che volevano esser rubati dalle sue labbra curiose ed egoiste.
    Non voleva conoscere,non voleva sapere ma solamente godersi quell'attimo,e voleva quella tranquillità che gli era stata rubata.
    Quel sussurrò,quelle parole la inducevano a non smettere e certamente non sarebbe stata lei a fermarsi,stacco le sue mani dal volto del ragazzo e le porto sulla sua testa chiudendo gli occhi una forte magia si sprigionò dalle sue mani creando una bolla che li chiudeva,loro potevano osservare il mondo esterno ma nessuno poteva vederli era come se fossero invisibili.
    Tornò vicino al volto del ragazzo Oh,io ho appena iniziato gli sussurro mentre tornò a baciare quelle labbra che in quel momento era unica cosa che voleva.
    Ed ecco il primo gesto di quel ragazzo,sentì le sue mani calde sulle sue natiche nude (essendo che portava,come sempre il perizoma) se le sentì stringere,sorrise a quel gesto e tornò a provocare quel ragazzo facendo scendere sempre di più la mano fino al suo basso ventre lasciandola ferma sul cavallo dei jeans del ragazzo,stacco un attimo la mano per iniziare a giocare con unghia sul basso ventre man mano la sua unghia si infilava dove una volta forse era proibito.
    Sorrise mentre tornò a rubare quei baci tanto desiderati,con i vestiti succinti che aveva era inutile che si spogliava del tutto,i giochi potevano esser aperti anche da così.
    Iniziò a muoversi col bacino,come se la musica fosse entrata in quella bolla e stava muovendo quei corpi prese le mani del ragazzo e se le passo sul corpo come se stesse modellandolo : partendo dal seno per finire nuovamente sulle sue natiche mentre tornò a giocare con la lingua sul petto del ragazzo fino a salire al collo e mordicchiarlo maliziosamente per poi salire ancora sul lobo e finire per perdersi nelle sue labbra.
     
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  6. Ian J. Howe
     
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    Tutto ciò era strano, innaturale. I fatti si erano svolti così velocemente, che non ebbe neanche il tempo di pensare. Adesso non gli importava di niente, che non fosse il corpo della sconosciuta che aveva sopra di se.
    Lei, tolse per un attimo le mani dal suo volto portandole sulla testa, chiuse gli occhi e in un attimo furono racchiusi da una specie di bolla. Alzò un sopracciglio guardandosi intorno, poi capì a cosa servisse.
    Dopo che lei gli ebbe sussurrato qualcosa all'orecchio, lui ricambiò il bacio, per poi avvicinarsi al suo di orecchio.
    -Hai pensato proprio a tutto...-
    Disse, rivolgendosi ad indicare la bolla.
    In un attimo sentì le mani della giovane sul basso ventre. Sentir giocare le sue unghie lunghe lì, insieme al tocco freddo della mano gli provocava una sensazione strana, innaturale, che non riusciva a spiegarsi.
    ricambiò il suo sorriso, mentre ricominciò a baciarla, desiderando di non staccarsi più dalle sue labbra.
    Poi lei cominciò a muoversi in un modo che non passò inosservato a lui. Fece un ghigno mentre le guardava il bacino, per poi ritornare alle sue labbra. Le sue mani, ancora sulle natiche, furono costrette da lei, a toccarle il resto del corpo, partendo dal seno, su cui ci restò un bel pò, scendendo fino al punto di partenza.
    Lei cominciò a ripassare ancora la lingua sul suo petto, intraprendendo la strada per le labbra. Lui tolse del tutto la sua camicia, appoggiandola sul lato della panchina. Quella, per il momento non gli sarebbe servita. Lui prese la ragazza per la vita, e la mise semidistesa sulla panchina, e in quel momento cominciò a passare la sua lingua dalle gambe della giovane, fino alla scollatura del seno, per poi finire sulla sua bocca.
     
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    Sospiri,carezze e baci.
    Ecco cosa stava capitando fra quei due corpi sconosciuti e nudi.
    Movimenti e ansimi che avvolgevano quei due ragazzi.
    Nessuno sentiva,nessuno vedeva solamente loro si perdevano nei occhi dell'altro come se quei occhi riuscissero a esprimere mille parole,più di un lungo o breve discorso.
    I minuti passarono e tutto finì,quei due corpi si sistemarono e si vestirono.
    Si sistemò la maglietta e la sua gonna e si sedette nuovamente osservando il ragazzo che si era già vestito almeno la parte di sotto e stava allacciandosi la camicia.
    Fece scomparire la bolla osservandosi attorno che non ci fosse nessuno.
    Sorrise e si accese una sigaretta,sapendo che era quello che gli serviva dopo quelle attività fisica che tanto adorava.
    Prese il pacchetto e l'offri al ragazzo,non si era mai divertita così,fisso quel ragazzo che stranamente gli era entrato in testa come anche il suo nome non se l'era ancora dimenticata,di solito lei quando si divertiva dimenticava sia il volto che il nome fin da subito e invece non era successo.
    Forse proprio quei occhi che esprimevano tutto ciò che aveva rinchiuso dentro di sé Ian,così profondo ma anche così misterioso ma togliendo questo anche perché una persona del Ministero vicino a lei non faceva mai schifo.
    Sorrise a quel pensiero mentre si avvicinò a lui e senza chiedergli permesso appoggio la sua testa sulle gambe del ragazzo sdraiandosi su quella panchina appoggiando i piedi su quel freddo ferro e fissando il cielo mentre diede un tiro alla sua sigaretta e butto fuori il fumo.
    Quel freddo e pungente vento sembrava che si fosse fermato e invece tornò a punzecchiare la pelle nuda della ragazza.
     
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  8. Ian J. Howe
     
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    Passione e desiderio. Ecco cosa circondava i due, in quella bolla piena di "magia", del tutto claustrofobica.
    Il tempo passava lentamente mentre quei due corpi provavano sensazioni che, per lui, erano state represse, sotterrate da molti anni.
    Il tutto finì, e la ragazza col sorriso stampato in volto ricominciò a vestirsi con gli abiti, che poco tempo prima aveva desiderato veder sparire.
    Si alzò dalla panchina, ritornata ad essere, ai suoi occhi, fredda e priva di comodità, e ricominciò a vestirsi anche lui.
    Si sedette di nuovo, prendendo ad appuntarsi i bottoni della camicia, pigramente.
    La bolla, nel frattempo sparì. Era sicuro che non avesse mai visto una magia del genere, ma non diede peso a ciò. Se aiutava nel fornire privacy in luoghi pubblici, poteva considerarla utile.
    Ricambiò il sorriso e accettò la sigaretta che gli offriva Morticia. Mentre l'accendeva quasi non si accorse che la ragazza si era stesa appoggiando la testa sulle sue gambe.
    Abbassò lo sguardo e sorrise. Sfiorò i lunghi capelli e fece un tiro alla sigaretta.
    -Come mai sono così lunghi? C'è qualche strana e contorta storia, in questi capelli?-
    Disse ridendo, e passandoli tra le dita.
    Erano lisci e setosi, le ricordavano quelli di sua figlia. Sospirò, dando un altro tiro alla sigaretta, che pian piano si consumava, via via che i minuti scorressero.
    La brezza e il vento pizzicavano sulla pelle, ma non era esagerato.
    In quella serata priva di nubi, anche lì in Islanda, un posto di regola freddo, si stava bene.
    E in quel momento si rese conto che in tutto quello c'entrava il destino, o fato, o qualunque altra definizione fosse adatta a tutto ciò che aveva passato, in quegli ultimi minuti, come in quegli ultimi anni.
     
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    Era distesa sulle gambe del ragazzo mentre diede un tiro alla sua sigaretta fece uscire il fumo che stranamente prese la forma di una nuvola a forma di pipistrello,fisso quella nuvola di fumo che venne trasportata via da quel vento fresco che avvolgeva i due ragazzi.
    Lo fisso mentre si sentiva accarezzare i capelli con un tocco fin troppo dolce sorrise alla sua domanda Beh sinceramente non c'è una storia particolare dietro,fin da piccola ho sempre e solamente tagliato le punte ma mai la lunghezza e questo ha portato ad avere dei capelli talmente lunghi che se non li lego rischio di pestarmeli sorrise a quel pensiero è anche per questo che mi faccio sempre una lunga treccia,anche perche in ambito lavorativo è più comodo per me ma e per i mi studenti che li abbia legati,se no immaginati vedono una scia di cappelli e dopo vedono me si mise a ridere al pensiero di esser come il cugino et delle puntate della famiglia addams, molte volte si domandava se non era imparenta con loro.
    Lo fisso e si tiro su dalle gambe del ragazzo e lo fisso dolcemente ma dimmi come mai sei in giro a quest'ora e tutto solo senza una donzella vicina penso alla frase che aveva appena detto sembrava quasi un eresia essendo che avevano appena fatto sesso su una panchina e se certamente l'aveva fatto le cose erano due o non era fedele cosa che a lei non gli importava essendo che lei non sapeva cosa voleva dire esser fedele e non voleva saperlo oppure che era solo e in cerca di divertimento,e la cosa gli piaceva amava divertirsi e far divertire.
     
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23 replies since 19/8/2013, 23:21   206 views
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