Provino per Plasmatrice

Tígrisdýta Drekansvörtudóttir

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  1. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Prenoto il provino per l'abilità di Plasmazione, in caso attenderò la settimana di presenza attiva necessaria.

    Nel registro c'è ancora disponibilità. Ecco i dati:

    Nome e cognome: Tígrisdýta Drekansvörtudóttir.
    Livello di plasmazione: Plasmatore base (ancora non in grado di controllare il suo potere).
    Impiego: Studente I anno Hell.
     
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  2. ;bigbadwolf
     
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    Dato che Poison non si è connessa ti faccio un provino io.
    La cosa che dovrai fare è semplice, ma complessa nello stesso momento.
    Dovrai fare un post (Singolo) in cui racconterai una situazione tipo in cui dovresti usare il tuo potere.

    Quale situazione potresti rappresentare?
    Immaginati magari un percorso con molti ostacoli...e un avversario alla fine!
    Ricorda che non si tratta di una ruolata ON gdr, ma solo una per vedere se hai capito più o meno cosa succederà al tuo personaggio guadagnando questa capacità.

    Se non ti è chiara la cosa scrivimi pure, ma penso di essermi espressa abbastanza bene.
     
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  3. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tígrisdýta era uscita di buonora per esplorare un boschetto fuori casa. Era sua abitudine rimanerci per ore osservando gli animali e soprattutto i grandi rapaci che vi si riparavano, amava le creature e le preferiva libere e nel loro habitat. Vederle in gabbia la incupiva: ai suoi occhi perdevano quell’energia raggiante che sembravano irradiare in volo o nella caccia in generale. Suo padre era un elfo e sebbene fosse un oscuro Drow, manteneva quella capacità di entrare in contatto con la natura, sebbene la sua razza lo facesse per scopi spesso e volentieri crudeli. E lei, aveva ereditato quella parte che la faceva sentire a suo agio a contatto con la terra, con la natura e si suoi vari elementi animati o meno, specialmente di notte. Non era raro trovarla sdraiata su un morbido prato a girarsi dei bastoni o dei sassi dalle forme particolari tra le mani o ad ammirare fiori e piante annusandone le fragranze. Quel giorno, sull’uscio di casa, alzò lo sguardo verso il cielo nuvoloso ed inspirò profondamente. Non vi era il particolare odore che si diffonde nell’aria prima di una precipitazione più o meno forte, quindi uscì tranquillamente, rallegrata dall’assenza del sole. Sebbene al centro della foresta arrivassero solo pochi raggi, era per lei motivo di gioia l’assenza della calda e luminosa sfera gialla che regnava in cima al cielo.
    Si arrampicò con agilità e nessuno sforzo su una grande roccia piatta e si mise ad osservare il volo di una coppia di rapaci dalle grandi dimensioni. Dopo poco si addormentò non accorgendosi del vento che in men che non si dica fece giungere grossi nubi nere tempestose. La pioggia la sveglio e la ragazza indispettita si mosse velocemente verso casa. Sebbene il suo sangue elfico la rendesse tanto veloce quanto agile, inciampò in una radice bagnata e cadde in una profonda fossa. La pioggia cadeva e già stava formando una pozza ai piedi della ragazza. Riprendendosi velocemente dallo spavento tentò varie volte ed invano di arrampicarsi sulle pareti sdrucciolevoli e fangose che la imprigionavano. Il livello dell’acqua saliva inesorabile e il panico cominciò ad avvolgerla.

    *Non morirò annegata in una buca, non farò questa fine, che razza di mezza elfa muore nel terreno? Come un topo.. Non lo accetto!*

    Pensava mentre la rabbia prendeva il posto della paura e l’adrenalina saliva. Si mise a prendere a pugni le pareti verticali di quella prigione naturale, esasperata. Improvvisamente, la mano smise di conficcarsi nel fango e afferrò qualcosa di duro, un masso? Questo non era chiaro alla giovane che si ritrovò a scalare una serie di scalini abbastanza resistenti da reggere il suo peso. Stanca e infangata arrivò in cima alla buca e si riparò sotto ad un albero per riprendere fiato. Cosa era appena successo?

    *Sono stata io? O erano massi? Saranno state radici, come avrei potuto tramutare il fango molle in un resistente appiglio? E’ assurdo. Lo spavento ti ha fatto delirare, riprendi il controllo.*

    Questi erano alcuni dei pensieri che stavano affollando la mente della ragazzina la quale cercava nella fitta nebbia formata dal diluvio, la via di casa. Riconobbe un grande albero e vi ci si diresse. Purtroppo, una volta arrivata al quel tronco resistente la cui cima era piegata dal vento, scoprì che si era formato un torrente impetuoso al posto del piccolo rivolo di acqua che poco prima percorreva il bosco senza nemmeno far notare la sua presenza ai passanti. Un fulmine cadde poco più avanti terrorizzandola e carbonizzando parzialmente una pianta grossa tanto quanto quella dove si stava riparando. Doveva andarsene di lì, lo sapeva che stare sotto gli alberi era una pazzia durante un temporale, figurarsi uno di quel calibro. Credendo di essere abbastanza forte da abbattere un albero abbrustolito, si avvicinò e cominciò a spintonarlo. In effetti scricchiolava ma ovviamente non si spezzò, la parte non carbonizzata faceva abbastanza resistenza da far resistere il tronco.

    *Ma cosa diamine sto facendo, che pensavi di fare? Pazza. Si dice che il fulmine non cadi mai due volte nello stesso punto.. Ora anche i detti, sei davvero disperata, figlia di un Drow che non sa nemmeno mezzo incantesimo per tornare a casa, patetica!*

    Pensò prima di appoggiarsi all’albero con l’unico pensiero in testa: buttarlo giù. Non vedeva altre vie di fuga, non poteva permettersi di perdersi tra le piante cercando un’altra via. Inoltre il torrente attraversava per lungo il boschetto, avrebbe avuto lo stesso problema ovunque. Mentre era in piena crisi, sentiva crescere l’odio verso quella pianta che sembrava volesse resistere in etero pur di non farla tornare a casa. La mano appoggiata al tronco, il corpo appesantito dai panni fradici, dopo una decina di minuti Tígrisdýta si accorse che la pianta, in quel punto dove aveva la mano, era completamente secca. Bastò un piccolo sforzo per far cadere la pianta in avanti, proprio sopra al torrente. La giovane osservava incredula la scena, ma un tuono la fece riprendere e senza pensare troppo a quel che era successo, utilizzò la sua ex nemica come ponte. Camminò per qualche minuto prima di intravedere le abitazioni. Era salva.
    Cantò vittoria troppo presto, un criminale babbano, che voleva approfittare del maltempo per rapinare un negozio e fuggire, si dirigeva verso di lei, inseguito da un poliziotto che ne perse le tracce già ai primi arbusti. La pioggia limitava la vista e l’uomo le cadde davanti. Si rialzò.

    Tu! Vieni qui! Con un ostaggio posso uscire dal bosco e andarmene per i fatti miei!

    Disse l’uomo puntandole un coltellaccio alla gola. L’undicenne lo seguì, imprecando mentalmente per la sfortuna che sembrava abbattersi su di lei quel giorno. Non ce la faceva più, voleva solo che quel coltello sparisse e l’uomo inciampasse da qualche parte.. Era talmente stanca che nemmeno pensava a volergli fare del male, voleva solo tornare a casa. Ad un certo punto il malfattore esclamò qualche parolaccia babbana rivolta al coltello, diventato metallo fuso attorno alla sua mano. Cosa stava succedendo? Quegli strani avvenimenti erano opera sua? Era lei a modificare gli elementi? Forse era una sua capacità inconscia, un’abilità che si manifestava quando era scossa. Non aveva tempo di pensare, doveva sbarazzarsi dell’uomo e correre via.
     
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  4. ;bigbadwolf
     
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    Per me è okay la ruolata.
    Hai dimostrato di aver compreso come dovrà essere gestito il potere almeno per un po' di tempo.
    Per il momento, dato che l'hai presentato come un potere inconscio per il momento non dovrai registrati al ministero...

    Te lo accetto, però se tu non dovessi avere una presenza minima sul forum ti verrà tolto u.u

    PROVINO CONCLUSO - in attesa di accettazione
     
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3 replies since 13/7/2013, 15:34   63 views
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