Verso una nuova vita.

Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir + Tessa Vanvlietdóttir

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  1. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Una settimana di preparativi e saluti era passata fin troppo in fretta prima di quel fatidico giorno. Tígrisdýta aveva cercato di passare più tempo possibile con la madre, tra giornate passate tra i negozi in cerca del materiale scolastico e gli ultimi ripassi col tutor. Infine, la madre decise di accompagnarla a tutti i costi in quelle lunghe ore di viaggio che separavano il suo villaggio dal porto di Mannheim. Non aveva potuto accompagnarla al traghetto dato che la donna era una babbana e non avrebbe avuto modo di superare gli incanti antibabbani che proteggevano il luogo di partenza per l’isola su cui era situata l’Accademia. La mezz’elfa dal canto suo dovette camuffare i suoi tratti caratteristici con un grande capello che la faceva sembrare ugualmente stramba, dato il suo corpo esile. Una volta in prossimità della barriera magica, aveva dato tutto alla madre e finalmente liberata da quel ridicolo cappello, la salutò calorosamente ricordandole di inviarle una lettera per confermare il suo ritorno a casa.
    Con passo leggero la giovane studentessa si diresse verso il punto in cui avrebbe subito intravisto l'imbarcazione.
    Era ancora presto, il sole con suo sollievo era appena percettibile. Una piccola pallina di un arancione intenso che si stava sollevando da dietro le case, rendendo il cielo di un rosso-arancio sfumato, offuscato dalla leggera nebbiolina che risaliva dalle acque. Qualche ragazzo dalle strane fattezze sedeva con i propri bagagli sulle panchine o sulle scalinate della torre di controllo: finalmente qualcuno appartenente al mondo magico. La ragazza resa di buonumore da tale visione e dal fatto che di lì a poco avrebbe iniziato un viaggio che le avrebbe cambiato la vita, saltò senza sforzo sul primo di una lunga fila di pali utilizzati per armeggiare le barche di piccole dimensioni. In equilibrio perfetto su un piede dondolava l’altro respirando a pieni polmoni l’aria di mare.
    Il suo sguardo, che rifletteva la luce di quella splendida mattinata, risultando di un viola chiaro tendente al lilla. I suoi capelli invece erano illuminati da riflessi semiargentei. Sorrideva mentalmente, mentre esternamente sembrava impassibile, come al solito.

    *Speriamo che la folla degli studenti del primo anno ci metta un po’ ad arrivare, tra sole e caos non so cosa mi darà più fastidio. Basta rimuginare, tra poco sarò in Accademia, chissà come me la caverò!*

    Pensò mentre con un piccolo balzo impercettibile cambiava piede d’appoggio. Per lei era una cosa tanto normale quanto facile, talmente tanto che riusciva anche a sistemarsi la veste che si era spiegazzata durante il viaggio. Fremeva dalla curiosità, durante tutta la sua vita si era dovuta nascondere ed invece ora la istruivano per incrementare le sue abilità tra persone e creature come lei: uniche.

    Edited by Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir - 14/7/2013, 20:24
     
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  2. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Ore 4.05

    -Oh, dannazione...-
    Voltandosi e rivoltandosi tra le coperte non riusciva a prendere sonno. era agitata, ansiosa per quel giorno. Si ormai era QUEL giorno, perchè erano già passate le quattro del mattino, e lei aveva dormito si e no due ore scarse. Kiki, la sua gattina la fissava, appollaiata sopra il suo baule. Fissò il vecchio orologio, sul suo comodino sbuffando. Non era abituata a tanta ansia.
    Uscì dall'intruglio di coperte che si era creato a forza di girarsi e voltarsi, e una volta in piedi si stiracchiò.
    Prendendo Kiki tra le mani dolcemente la poggiò sul letto e quella cominciò a fare le fusa stendendosi a pancia in aria.

    -Non ora...-
    Sussurrò mentre riapriva il baule e controllava se tutto fosse a posto. Prese la sua lista, che aveva scritto la sera prima, con tutto il necessario, e spuntò per la terza volta tutto ciò di cui aveva bisogno. Si alzò in piedi e dalla scrivania prese la sua scatola di colori e l'album dov'erano inseriti i vecchi e nuovi disegni, piu' un altro dai fogli ancora bianchi, pronti ad essere disegnati e colorati. Li mise in cima e chiuse il baule. Ora era decisamente pronta.

    Ore 6.15

    Non che fosse affamata, ma di certo non voleva restare a stomaco vuoto per tutto il giorno. Con un enorme sforzo decise di mangiare l'abbondante colazione che sua madre non le fece mancare neanche in quello di giorno.
    -Oh mamma... non credo di avere tanta fame-
    -Devi mangiare, ma chére... almeno un po'-
    Disse la madre dandole un buffetto tra i capelli corvini.
    -Ha ragione tua madre...-
    Aggiunse poi il padre guardando ancora il giornale, con in mano una tazza di caffè.
    Tessa sbuffò e prese il coltello per imburrarsi un toast, aggiungendoci la marmellata ai frutti di bosco.


    Ore 6.55

    Il molo non era tanto lontano da casa sua, e in macchina Tessa si rilassò, appoggiando la testa al sedile e canticchiando tra se una qualche canzone inventata al momento.
    Arrivarono al molo. La nebbiolina fitta che durante la notte si era formata, ora stava man mano scomparendo, e qualche raggio di sole spuntava tra le nubi. Tessa scese dalla macchina prendendo la cuccietta in cui sonnecchiava Kiki, mentre il padre scaricava il baule dal portabagagli. Insieme percorsero il breve tratto dritti al molo.

    -Bon, ma chére, noi dobbiamo andare, ce il lavoro che ci attónde... ma ricordati che puoi sempre scriversci quando ti va, io e papà saremo felisci di avere tue buone notizie.-
    Inizio la madre, abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
    -Si, tesoro... comportati bene e stai attenta a Kiki, ho la sensazione che sia una gattina alquanto vivace... Bene, a presto!-
    Concluse poi suo padre, stringendola a sua volta e cingendo le spalle a sua moglie, tornarono verso la macchina.
    Ora tutto dipendeva da Tessa. Con il cuore in gola avvicinò un pò piu a lei il pesante baule, e la gabbietta del micio.
    Cominciò a darsi qualche occhiata in giro.

    -Oh... hei! Attenta, potresti cadere!!!-
    Urlò correndo in direzione di una ragazza, dai capelli bianco-argento che affascinarono Tessa, intenta a esibirsi su un paletto, in equilibrio su un piede, cosa che Tessa, non avrebbe saputo mai fare.

    Edited by Tessa VanVlietdóttir - 14/7/2013, 15:13
     
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  3. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tígrisdýta stava saltellando da un paletto all’altro fermandosi ogni tanto per godersi la leggere brezza che le scompigliava i capelli. Si voltò per controllare i bagagli che aveva lasciato ad un paio di metri di lei. Volse lo sguardo al cielo, dove il suo falco, Frelsis, volteggiava formando grandi cerchi, ora salendo ora scendendo in picchiata. Lo aveva liberato per fargli sgranchire le ali, in previsione di un noioso viaggio in gabbia che non gli avrebbe di sicuro fatto piacere. Amava osservarlo in libertà, sembrava sprizzare vita da tutti i pori, era una bestia giovane ma robusta che in volo mostrava la sua bellezza al meglio.

    *Almeno lui si sta divertendo. Chissà, a scuola potrei imparare a volare, magari su una scopa potente e veloce. Dev’essere fantastico osservare il mondo muoversi sotto ai piedi, completamente liberi senza strade o percorsi fissi e noiosi da attraversare.*

    Pensava mentre si sistemava i capelli in un nastro di seta che le aveva regalato la madre qualche giorno prima. I suoi pensieri fluivano veloci nella sua mente sveglia e brillante finché non furono interrotti da un urlo. Una ragazza le stava correndo incontro con il volto terrorizzato, facendo riferimento a una sua ipotetica caduta. Era stata colta alla sprovvista e quindi il suo equilibrio vacillò, ma non cadde. Si limitò a scendere con un piccolo balzo, atterrando elegantemente sulla punta di un piede. Una volta a terra, guardò la ragazza. Che diavolo le era preso? Non stava facendo nulla di pericoloso. Ma soprattutto: chi era? Sembrava una persona normale ma dato che stava attraversando la barriera, doveva essere o una creatura abilmente camuffata o una strega. La mezz’elfa inclinò leggermente la testa, dubbiosa, per osservare meglio la ragazza sempre più vicina. Sentì il verso del suo animale domestico che, preoccupato da quella figura urlante che si dirigeva a passo svelto verso la padrona, stava scendendo lentamente, valutando la situazione. Era un animale intelligente e dall’incredibile vista, oltre che letale in caso di necessità.

    Buongiorno, non ti preoccupare sono salva.

    Disse con tono divertito la mezz’elfa con la sua voce dal tono involontariamente dolce. Probabilmente le persone normali non saltellavano sui paletti in riva al mare o quantomeno non vedevano spesso un mezzo elfo farlo.

    Edited by Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir - 14/7/2013, 20:24
     
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  4. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Non era solo l'abilità, che affascinò Tessa, in quel momento, ma anche la strana forma della ragazza. I suoi occhi la colpirono in modo più profondo, che con i capelli andavano d'accordo in maniera spettacolare.
    Rimase a bocca aperta anche quando, con un leggero balzo, dai paletti fu per terra.
    Scosse la testa.

    -Emh... si... giusto.. scusami..-
    Le disse, sorridendole. In quel momento si sentiva più imbarazzata che mai... Aveva fatto una figuraccia, davanti alla ragazza. Non aveva pensato che, forse, se era salita sui paletti, all'estremità del molo, sapeva quel che faceva, o lo aveva già fatto altre volte.
    -Oh, che sciocca... Tessa, piacere...-
    Disse porgendole la mano. L'educazione prima di tutto, e lei non era stata affatto educata, urlando poco prima. Era stata solo sopraffatta dai mille pensieri. L'insicurezza di qualcosa le metteva ansia, facendole battere forte il cuore, con un peso sul petto decisamente scomodo.
    Ma quello si alleggerì subito: nessuno era in pericolo, nessun animale era scappato via dai padroni, e lei e gli altri stavano bene.
    Tutto ciò le dava un senso di sicurezza. Come gli spazi angusti e stretti, l'ordine impeccabile della sua stanza, e la divisione dei suoi colori, dal più chiaro al più scuro, in tonalità diverse.
    Era strana, lo sapeva già. Ma tutto ciò la rendeva ciò che era.

    Anche tu al primo anno, vero?
    Bhè... non riusciva di certo a definire bene, l'età della ragazza che aveva difronte.
    Sollevò i capelli, e una folata del venticello fresco, che da prima mattina tormentava la città, le rinfrescò il collo. Molto meglio, era già in ansia, per conto suo, senza che qualcuno si mettesse a giocare sulla riva del molo.


    Edited by Tessa VanVlietdóttir - 14/7/2013, 15:13
     
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  5. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    La ragazza che aveva interrotto i pensieri di Tígrisdýta l’aveva ormai raggiunta e la guardava sbalordita. La mezz’elfa non capiva se era per il suo insolito aspetto o per la facilità e la grazia con cui era scesa da quel piccolo rialzo. Per lei era tanto normale quanto camminare, ma forse non tutti gli umani erano abituati a vedere persone agili. La giovane sembrava imbarazzata e si scusò per averle urlato dietro in quella maniera, si presentò come Tessa porgendole una mano e le chiese se anche lei fosse al primo anno. Tígrisdýta si sentiva fortunata ad aver trovato una coetanea ancora prima di arrivare all’accademia.

    Tranquilla, non preoccuparti. Grazie per esserti preoccupata, io sono Tre e sì, sono al primo anno. Perdonami la curiosità ma sei una strega? O sbaglio? Sai guardandomi in giro ho visto tante facce interessanti di razza incerta, tu sembri normale. Ma mai dire mai dietro una barriera magica!

    Disse la ragazza porgendole la sua mano affusolata e delicata ma capace di una stretta forte e salda. Non disse il suo nome per intero, sia perché Tessa si era presentata solo col nome, sia perché era consapevole dell’imbarazzo che poteva creare il pronunciare un nome e un cognome così complessi. La curiosità la rendeva più loquace del solito e sebbene i suoi sorrisi fossero più che rari, i suoi occhi sembravano sorridere, illuminati dalla voglia di conoscere altri membri della comunità magica tra cui quella ragazza gentile ed educata che le stava dinanzi. Intanto il suo falco si era posato silenziosamente su una barchetta lì vicina, e osservava le due ragazze mentre si puliva accuratamente le piume. La padrona lo guardava con la coda dell’occhio, orgogliosa del suo fiero guardiano.

    Edited by Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir - 14/7/2013, 20:25
     
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  6. Tessa VanVlietdóttir
     
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    La ragazza si presentò come Tre, e le porse a sua volta la mano. Tessa, senza smettere di sorridere, inclinò un po' di lato la testa. Tre... era un nome alquanto bizzarro... se ERA davvero un nome.
    -Si, sono una strega, ovviamente!-
    Disse. Con aria fiera, e sapeva che da li a pochi anni sarebbe diventata una strega a tutti gli effetti. Non era ancora a conoscenza di quali materie si dovevano studiare all'Academy, ma era comunque su di giri.
    Esaminò il volto della ragazza più e più volte, ma non le veniva in mente nient'altro se non che era, forse, una razza diversa, oltre alla comune stirpe di streghe o maghi.

    -Emh.. hai forse detto che.. che hai visto in giro diverse razze incerte?!..-
    Cominciò traendo un respiro, e guardandosi in giro con la coda dell'occhio. In effetti ce n'erano di bizzarri,in quel posto.-Cosa vorresti dire?!-Domanda sciocca. Era chiaro no? C'erano altre razze, oltre ai maghi, e ai babbani.
    Fino ad allora Tessa non se ne era mai interessata, e non ne aveva vista alcuna.
    Forse dava per scontato tutto ciò.. Eppure non aveva mai sentito parlare di loro... neanche dai suoi genitori.

    -Tu.. tu ne appartieni a qualcuna?-
    La domanda le venne d'impulso. Di certo non era carino chiedere a qualcuno di che razza fosse... Non ci aveva pensato.
    Quasi arrossì dall'imbarazzo per quella domanda che, se interpretata male, poteva offendere qualcuno.
    Tessa cominciò di nuovo ad essere ansiosa. Non voleva rovinare un qualsiasi rapporto, che poteva stabilirsi in amicizia, con le persone che frequentavano l'academy.

    -Emh.. non.. non volevo essere sgarbata, scusami Tre... Ma la mia era solo curiosità... non ho visto mai qualcosa di diverso da maghi o babbani, a parte gli animali, e quindi.. sai... sono curiosa.. tutto qui. Perdona la mia sfacciataggine.-
    Tirando un grosso sospiro di sollievo, incrociò le braccia al petto. Avrebbe capito, Tre, che non voleva insultarla o chissà cosa?!
    Sorrise alla ragazza, e voltando lo sguardo, vide un falco appollaiato intento a pulirsi le piume. Adorava i volatili, adorava il loro stile di vita.. La sensazione di libertà nel volo... erano tutte cose sconosciute a lei, ma che sapeva di desiderare vivere.


    Edited by Tessa VanVlietdóttir - 14/7/2013, 15:12
     
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  7. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tessa affermò di essere una strega, con un viso pieno di orgoglio, cosa che fece più che piacere a Tígrisdýta, i cui occhi s’illuminarono felici e curiosi più che mai.

    Fantastico! Sei la prima strega che conosco, non ho mai incontrato appartenenti alla popolazione magica, il mio paesino è piuttosto piccolo e isolato, e le poche persone che lo abitano sono tanto noiose quanto normali!

    Disse la ragazza entusiasta. La giovane strega le chiese che cosa intendesse per diverse razze incerte. Subito dopo chiese se anche lei fosse di una razza specifica, cadendo immediatamente in imbarazzo, scusandosi per quella che lei reputava pura sfacciataggine. La mezz’elfa le si avvicinò puntandosi il petto con il pollice, ammiccando in modo da far capire all’altra che intendeva indicare dietro di lei.

    Vedi quella figura sulle scalinate, poco più avanti, in penombra, se noti a destra c’è un baule color verde e una gabbia con dentro una civetta. Bene, credo sia un mezzo o completo giovane vampiro, in quest’ora si è messo solo per spostarsi dai raggi che arrivavano e si muove anche piuttosto velocemente. E poi alla nostra destra, vicino alla piattaforma del traghetto, c’è una con sangue di Veela certamente. Mi è passata accanto prima, ho avuto una strana sensazione, come se la invidiassi ed è meravigliosa.

    Spiegò la giovane mentre tornava con un movimento elegante e leggero al suo posto, sorridente. Se qualcuno l’avesse guardata poco prima, non avrebbe mai pensato che avesse fatto caso a così tante cose, impegnata com’era a saltellare in punta di piedi sui paletti.

    Ed infine.. Hai di fronte a te una mezza elfa. Non ti preoccupare è più che plausibile pensarmi come non umana, dato il mio aspetto.

    Concluse la ragazza indicandosi con orgoglio e fierezza. Non aggiunse la parte sui Drow, quello era un piccolo segreto raggirabile. Non voleva esser marchiata con strani e stupidi pregiudizi e stereotipi, anche se lei non si vergognava della sua oscura natura. In quel momento un topolino le passò accanto a grande velocità. Lo guardò scappare lungo il molo. Era normale intravedere roditori nei porti ed inoltre alla giovane non facevano paura, anzi li trovava carini. Anche il suo Frelsis lo trovava interessante, ma per ben’altri motivi. Il falco spiccò il volo e si precipitò in men che non si dica verso il malcapitato piccolo animale. La giovane padrona lo osservò meravigliata, adorava i rapaci durante la caccia, erano uno spettacolo unico in cui quei volatili sembravano circondati da un’aura raggiante.
     
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  8. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Tessa ascoltò attentamente ciò che diceva Tre. Mentre descriveva i due tizi dietro di lei, rapida volse lo sguardo dove indicava. Sgranò gli occhi. Lei non ci aveva fatto caso per niente.
    -Emh... è un pò inquietante, il vampiro intendo...-
    Disse in un sussurro, ritornando a guardare Tre.
    Ed infine.. Hai di fronte a te una mezza elfa. Non ti preoccupare è più che plausibile pensarmi come non umana, dato il mio aspetto.
    Tessa sgranò ancora di più gli occhi. Una mezza elfa?
    -Oh.. wow.. non.. credevo possibile esistessero tutte queste razze..-
    gracchiò con una voce quasi rotta. Era certamente rimasta senza parole. Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe frequentato una scuola piena di vampiri, veela e elfi?
    -Oltre queste razze che hai elencato, ce n'é qualcun'altra che conosci?-
    Quasi si vergognò di averlo chiesto. La sua ignoranza in materia non avrebbe avuto limiti. Ma era curiosa... curiosa di scoprire l'intero mondo della magia. A confronto quello babbano, e quello in cui lei era stata costretta a vivere erano una noia mortale.
    In un secondo la sua mente cominciò a fluttuare tra le nuvole. Si immaginava a caccia di avventure, scoprendo rari animali magici, razze misteriose...
    Qualche volta aveva sentito parlare di giganti, ma era convinta che a scuola non ne avrebbe trovato alcuno, anche perchè non credeva che il portone o il castello stesso potessero ospitare una creatura dalla simile stazza.
    Una strana eccitazione le pervase il corpo. Ora era ansiosa di frequentare le lezioni, di imparare. E sopratutto di ritrarre le bizzarre persone che si sarebbero presentate a lei, una volta a scuola. Era il suo modo di documentare il tutto. Tramite l'immagine e il disegno.
    -Io ho sentito dire che esistono anche i giganti... ma non credo che la scuola possa ospitarli... pare che arrivino, credo otto metri.. o più d'altezza...-
    Disse con uno strano luccichio negli occhi.
    Ad un tratto si fece seria... tutto ciò di cui era venuta a conoscenza, in quei pochi minuti, suo cugino, tramite le sue storie inventate, pur essendo babbano, aveva previsto il tutto prima di lei. Lui si che sarebbe stato felice di frequentare la scuola, dove lei ora stava per andare. Sorrise malinconicamente.
     
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  9. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tessa ascoltava con attenzione e curiosità crescente le parole di Tígrisdýta, che le faceva notare la presenza di due studenti non umani, non completamente perlomeno. Affermò di trovare inquietante il vampiro e rimase basita quando scoprì che stava parlando con una mezz’elfa, affermando che non sapeva che a scuola ci sarebbero stati anche non umani, e che non conosceva tutte le razze. La ragazza dai capelli argentei a sentire quelle parole rimase un po’ perplessa: com’era possibile che una strega non conoscesse le razze magiche? Forse aveva vissuto come lei, isolata in mezzo ai babbani, ma anche loro le conoscevano. Probabilmente non si era mai interessata ad approfondire le sue conoscenze a riguardo. Conosceva, però i giganti e anche le loro caratteristiche, e dal tono della sua voce e dall’espressione ne sembrava affascinata.

    Inquietante? A me sembra un bel ragazzo, tutto sommato. Comunque, mi dispiace, ma non conosco di persona degli appartenenti a tali razze, quel che so me l’ha raccontato mia madre. E’ babbana ma sa molto grazie a mio padre, un elfo. Per riassumere ci sono varie razze miste e tra gli studenti penso sia più probabile incontrare mezzosangue come me, le creature magiche son molto orgogliose, difficilmente si mischiano agli umani, se non per amore o profonda amicizia.. Oltre a quelli che abbiamo nominato, so che esistono: Centauri, folletti simili ad umani, mannari, licantropi, nani, Goblin e sirene antropomorfe.

    Evitò nuovamente di dire altro a riguardo del padre. Se non conosceva le razze, probabilmente non era a conoscenza dei due tipi di elfo. Doveva cambiare discorso prima di rischiare di parlare di elfi. L’occasione propizia la portò il suo nuovo amico Frelsis. Il falco infatti, era riuscito a catturare il topolino che stava cacciando poco prima e dopo il breve pasto si era diretto dalla padrona.
    La ragazza lo sentì arrivare, e allungò il braccio. Era giovane ed inesperto ma atterrò senza ferire il braccio della ragazza, che non indossava il guanto apposito. Il volatile era raggiante e gonfiava le piume del petto orgoglioso della riuscita della sua prima caccia, e schioccava il becco come per chiedere un elogio.

    Complimenti Frelsis, per essere la tua prima volta te la sei cavata egregiamente.

    Disse la mezz’elfa mentre passava le dita sulle piume lucenti del rapace. Era fiera di quella bestiola che ora stava gongolando. C’era sintonia tra i due, talmente tanta che il rapace si voltò verso il sole per poi guardare la padrona. I due si scambiarono uno sguardo d’intesa.
    La giovane gli annuì con un impercettibile cenno del capo e fece una smorfia guardando il cielo. Quindi, si guardò velocemente in giro prima di rivolgersi alla coetanea.

    Ti do noia se ti chiedo di spostarci in una zona più … Ombrosa?

    Le chiese con tono gentile, mettendosi al fianco della ragazza, pronta ad incamminarsi. Se avesse detto di no, infatti, lei sarebbe comunque andata via da lì. Tuttavia, le piaceva parlare con quella ragazza, quindi sperò in una risposta positiva.
     
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  10. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Tessa rimase stupita dalla conoscenza che aveva Tre del mondo magico. Di sicuro all'academy avrebbe approfondito il tutto. Era ansiosa di iniziare.
    Già da quando era più piccola, rendersi conto che poteva fare cose fuori dal comune, cose che suo cugino non riusciva, le aveva dato un emozione stupenda. Come quando i suoi, dopo le sue mille domande, le spiegarono che era una strega. Kingdon era presente, sapeva tutto della magia, essendo più grande di Tessa di ben sette anni. Sapeva che suo padre era un mago, e Tessa pensava che se a Kingdon i suoi poteri mancavano, non era perchè effettivamente mancavano, ma per sua madre, zia Utah, la donna più perfida al mondo. Sapeva bene quante volte aveva mandato occhiate di puro odio a lei e sua madre. La invidiava, tutto qui. Bhè, era una cosa ovvia, agli occhi di Tessa, sua madre, era la donna più bella al mondo.
    Ed era convinta che Kingdon avesse poteri, ma su ordine di sua madre, doveva tenerli nascosti e a bada. Non voleva sicuramente che suo figlio fosse uno fuori dal normale, cosa che pensava di Tessa e sua madre e tutta la famiglia. Ovviamente fece delle supposizioni del perchè Utah avesse scelto di sposare qualcuno col sangue magico. Semplicemente perché non lo sapeva.
    Sorrise. Che sciocca babbana era quella. Affidare la sua vita alla preghiera, e ad un dio che fino ad allora non aveva fatto niente per aiutarla.
    Ritornò dai suoi pensieri, quando un falco si avvicinò, appollaiandosi sulla spalla di Tre.
    Ti do noia se ti chiedo di spostarci in una zona più … Ombrosa?
    Si guardò intorno, i primi raggi del sole cominciavano a fare capolino.
    -Oh... oh si certo, andiamo...-
    Bizzarra creatura, la mezz'elfa. Uno dei motivi per cui la definiva tale era proprio il fatto che non sopportava la luce del sole. Nonostante la sua chiara carnagione, a lei piaceva il sole, e il caldo dei raggi. Adorava, a casa, stendersi sull'erba in giardino, guardando il cielo, sotto i raggi del sole.
    Sorrise e si incamminò con Tre, andando prima a recuperare i bagagli, per non lasciarli incustoditi.
    -Tu dici che manca ancora molto alla partenza per Mannheim? non ho il mio orologio con me, e non so che ore siano, e per di più non so a che ora si parte.-
    Disse ridendo e arrossendo un po'.
    Sicuramente le avrebbe dato l'impressione di una sbadata, con la testa fra le nuvole. Ma era proprio quel che era.
     
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  11. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tessa acconsentì a spostarsi all’ombra, anche se non ne sembrava molto entusiasta. Tígrisdýta si guardò attorno, contenta per l’opportunità di poter continuare il discorso con la prima persona che avrebbe vissuto come lei in Accademia. Notò una panchina, con un parasole ben fatto proprio vicino a dove sarebbe arrivato il traghetto. Probabilmente, dato il vetro oscurato che di solito è assente sulle normali panchine, era stata posta lì per le creature notturne. Si diresse lì con i suoi bagagli. Frelsis, che aveva intuito le intenzioni della padrona, spiccò il volo e si appollaiò in cima al parasole muovendo le ali come per festeggiare il suo arrivo per primo.
    Intanto Tessa chiese quanto mancasse all’arrivo del traghetto. Il sole era ormai alto e, mentre la mezz’elfa si accomodava, notò che erano arrivati molti studenti. Il tempo era volato e ormai era questione di minuti.

    Credo che arriverà a breve, ormai il porto si sta riempiendo, è incredibile quanti studenti ci siano. E pensare che non ho mai visto mezza persona magica dalle mie parti.

    Le rispose, mentre con la coda dell’occhio notava il ragazzo vampiro scendere dalle scalinate e avvicinarsi alla panchina. Anche lui guardava disgustato il sole e si guadagna in giro, soffermandosi sulle ragazze più giovani e umane. Si passò la punta della lingua sui denti , deglutì per poi scuotere il capo e prendere dalla tasca una bottiglietta di succo.. No, era certamente sangue. Si portò vicino alla panchina e con un rapido movimento si sedette accanto alla mezz’elfa, facendole un gesto del capo come saluto. Sbirciava dietro la sua schiena, fissando la giovane strega, ignara del fatto che un ragazzino inesperto la stesse immaginando come colazione. La mezz’elfa era leggermente disgusta, non molto per i gusti del giovane che erano dovuti alla sua natura, quanto per la sua imbranataggine. Come si faceva a palesare così i propri istinti? Che vergogna per la sua razza, così astuta. Non certo come gli elfi oscuri ma sicuramente letale. Cercò di mantenere il suo tono apatico e di sembrare il più tranquilla e sicura possibile.

    Io cambierei posto, è un’esperta d’incantesimi di luce, sai.. Purosangue.

    Disse la ragazza che nemmeno sapeva se esistessero cose del genere. Il ragazzo la guardò accigliato e si allontanò, più velocemente di com’era giunto, imprecando.
    La giovane cacciò un sospiro di sollievo, per fortuna era solo uno stupido mezzo vampiro tanto credulone quanto inesperto. A scuola c’erano regole ferree e controlli più che severi, ma avrebbe dovuto imparare incantesimi difensivi al più presto, il mondo era pieno di creature fameliche. In lontananza si sentiva un rumore indistinto, probabilmente era il loro traghetto. Era ora, tra sole e folla non sapeva più dove guardare. Sistemò la veste e i suoi bagagli e si mise comoda in attesa. La meta era sicuramente un sogno che si avverava ma anche il tragitto sembrava curioso. Infatti, si potevano udire, tra i vari discorsi fatti dai giovani studenti, voci sulla presenza di un leggendario Kraken nelle acque che dividevano l’isola dove era situato il castello e l’Islanda vera e propria.

    Sentito? Dicono ci sia un Kraken che vegli sul castello. Bisogna stare attenti a non sporgersi e non dargli da mangiare o potrebbero esserci problemi non poco rilevanti.

    Disse a Tessa con tono divertito. Ora era davvero trepidante e curiosa. Non vedeva l’ora che l’imbarcazione le raggiungesse. Quello che si prospettava era un totale cambio di stile di vita.
     
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  12. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Lo spostamento portò entrambe le ragazze ad una panchina, con il tettuccio oscurato, sicuramente fatto apposta per quelli come Tre. Sorrise e si sedette insieme a lei. Un venticello fresco le scompigliò un po' i capelli, che lei, almeno quel giorno, voleva tenerseli ben in ordine. Sbuffando cominciò a risistemarli, uscendo dalla sua borsa un fermaglio con sopra un giglio finto, ovviamente regalo di sua madre, e appuntandoselo tra i capelli per farli restare fermi.
    Solo allora si accorse che sulla panchina, precedentemente vuota al loro arrivo, il ragazzo, che a detta di Tre, era un vampiro, o qualcosa del genere, si era materializzato li'. Facendo mente locale, era abbastanza distante dalla panchina in questione, la sua precedente postazione, eppure nel giro di pochi secondi era già li.
    Fissava l'acqua, chiedendosi se il puntino in lontananza fosse il loro traghetto. E con la coda dell'occhio, dietro la schiena di Tre, notò che il ragazzo la fissava. Fece finta di non accorgersene. Se la scuola l'aveva ammesso, non c'erano pericoli. Forse.
    Dopo Tre gli si avvicinò sussurrandogli qualcosa che Tessa non comprese, e quello si allontanò in fretta e furia.
    Sorrise, guardando Tre. Chiedendosi cosa avesse detto di così spaventoso.
    Guardò poi i suoi abiti, dalle tradizioni si diceva che l'aglio allontanasse i vampiri, ma Tessa non ne vedeva alcuna traccia, e neanche ne sentiva l'odore.
    Sospirò, e nel frattempo un mormorio eccitato andava crescendo. Si volto, e ormai la banchina era strapiena di studenti, cosa di cui non si era accorta minimamente.
    Poi tre disse qualcosa sul Kraken, o roba simile.
    Oh... wow.. questo sì che mi fa felice...-
    Disse con aria allibita. L'ultima cosa che voleva, era finire in pasto ad un Kraken, o quel che fosse la bestia.
    Intanto il puntino si avvicinava, e prendeva la forma di un vero e proprio traghetto.
    La sua eccitazione cominciò a crescere.
    -Oh bene... non vedevo l'ora...-
    Disse alzandosi per guardare meglio, ma era ancora abbastanza lontano, e ci sarebbe voluto non più di dieci minuti.
     
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  13. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Il leggero vento, che si era appena alzato, scompigliava le capigliature dei giovani. Le ragazze, Tessa compresa, prontamente si sistemavano le capigliature perfette, fatte appositamente per il primo giorno all’Accademia. Tígrisdýta si limitò a passarsi una mano tra i soffici capelli per levarseli dal viso. Le piaceva il vento e apprezzava l’aria fresca che portava. Messo in fuga il vampiro incapace, Tessa le sorrise osservandola, come se stesse cercando un oggetto o un amuleto usato per farlo scappare.

    Gli ho detto che sei una di quelle purosangue che sanno come tenere a bada creature come lui con incantesimi di luce. Non so nemmeno quali siano, ma a quanto pare esistono. Ti consiglio di impararne subito qualcuno, attiri i.. golosi. Per fortuna quello è un mezzovampiro inesperto, lo educheranno a dovere all’Accademia, ma meglio prevenire.

    Le sussurrò con un tono quasi divertito. Intanto la giovane strega sembrava per nulla entusiasta della presenza del Kraken nelle acque gelide. Tuttavia guardava con aria contenta l’avvicinamento rapido del traghetto che avrebbe trasportato tutti al castello.

    Tranquilla, protegge il castello. Inoltre, i maghi esperti, che ci saranno di sicuro durante il tragitto, sanno come averci a che fare, l’importante è non comportarsi da folli e lanciandosi in acqua o dargli cibo sporgendosi. O cose simili. Finalmente, anch’io non sto più nella pelle.


    Disse, rivolgendo l’ultima frase al traghetto che ormai era ben visibile e stava curvando per portarsi al molo. Le acque s’increspavano e cominciavano a formare piccole onde che s’infrangevano contro gli argini della banchina producendo piccoli schizzi d’acqua che riflettevano i riflessi del sole. Era un bello spettacolo, anche se la mezz’elfa avrebbe preferito quelli di luna. Il suono emesso dal traghetto sembrava infastidire le creature con l’udito più sensibile e quelle notturne non vedevano l’ora di mettersi al coperto. Tutti i giovani fremevano dalla curiosità, quelli più grandi gioivano sapendo che gli aspettava un altro anno in quell’incredibile costruzione e parlavano eccitati di lezioni e avventure varie. Gli adulti, infine, cominciavano a dare raccomandazioni ai figli e a diffondere abbracci ai ragazzi, imbarazzati da tali effusioni davanti ai coetanei che ridacchiavano. La giovane radunò i bagagli e richiamò il falco, che di malavoglia si mise nella gabbia, mordicchiando le sbarre infastidito.

    Mi dispiace Frelsis durante il viaggio dovrai rimanere qui. Non fare il noioso su, non durerà molto e poi avrai mesi di libertà.

    Affermò con tono rassicurante al suo compagno alato che dopo un paio di minuti si arrese. L’imbarcazione era ormai attraccata e delle strane creature avevano messo la scaletta per accedervi. Tutti si accalcavano per occupare i posti migliori. La giovane inspirò profondamente e si portò verso la folla facendo cenno alla coetanea con sguardo raggiante: era finalmente giunta l’ora di partire.
     
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  14. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Tessa ascoltò Tre, che parve sapere tutto sul mostro marino che proteggeva il castello al di la' della sponda, da curiosi esploratori.
    Si rilassò all'idea che ci fosse qualcuno addetto alla sorveglianza, sopra il traghetto, per evitare che qualche folle si gettasse nelle acque, tuttavia anche la mezz'elfa pareva entusiasta alla vista del traghetto che si avvicinava.
    -Chi sarebbe tanto folle da lanciarsi nelle acque?-
    Disse ridendo. Ma se c'erano maghi per la sorveglianza, qualcuno di folle c'era già stato.
    Anche Kiki, come alcuni studenti, al rumore del traghetto, che emetteva suoni, parve infastidirsi, e nella sua gabbietta, non stava un attimo ferma.
    Tessa si rannicchiò, pensando accuratamente come farla calmare, e nel frattempo contrastando l'idea di aprire la gabbietta per accarezzarla, perchè, spaventata com'era la gattina, poteva saltar fuori e correre via.
    -Tranquilla, tra un po' saremo dall'altra parte e potrò farti uscire, una volta in stanza...-
    Le sussurrò, e a quelle parole la gattina fece delle fusa brevi, e si rannicchiò sul fondo della gabbia.
    Tessa sorrise e si rialzò, stiracchiandosi.
    Non aveva mai fatto un viaggio in traghetto, o su una nave, e non sapeva se le sarebbe venuto il mal di mare, o qualcosa di simile. Tuttavia, dando uno sguardo fugace alle acque parevano calme, quindi il viaggio poteva essere tranquillo.
    Notò che anche Tre rassicurava il suo amico alato, costretto nella gabbia, che cominciò a mordere.
    Quando il traghetto raggiunse la banchina, un mormorio di eccitazione crebbe tra i gruppetti di studenti che si erano formati, e tutti cominciarono ad accalcarsi più avanti.
    Dal traghetto scesero creature che Tessa non aveva mai visto, e queste cominciarono a fissare una scaletta per salire sull'imbarcazione.
    Tutti si accalcavano, salutando i loro parenti e affrettandosi per salire.
    Prese il suo baule e la gabbia di Kiki, e insieme a Tre, che l'aveva preceduta, si mischiavano sulla marea di studenti.
    Quando furono su, gli studenti cominciavano a diradarsi lungo tutto il traghetto. Tessa si mise ad un lato, sperando che Tre la raggiungesse. Il suo baule era troppo pesante per trasportarlo tranquillamente su tutto l'imbarco.
    Il ragazzo vampiro quasi le si scontrò contro. Tessa lo guardò con aria interrogativa, e questo, strabuzzando gli occhi, uscì dalla tasca una fiaschetta, bevve, e con aria spaventata si allontanò in fretta e furia.
    Rise. Tre aveva fatto proprio un buon lavoro.
     
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  15. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Dato un problema creatosi con l’inizio di due role quasi in contemporanea (on gdr sono una antecedente all’altra di parecchio), per non creare incongruenze, la parte precedente l’attraversata in traghetto, dove le pg s’incontrano per la prima volta, sarà considerata unicamente per il contest. Da qui in poi, invece, ogni azione influirà sulla loro storia. Non sarà nominato come si son conosciute, così da evitare incomprensioni. Verranno al massimo nominate varie azioni passate che non hanno nulla a che fare con le loro presentazioni (l’incontro col mezzovampiro, la scena dei salti sui paletti, quella del falco o l’arrivo del traghetto). Per chiarimenti in merito contattarmi.


    Gli ultimi arrivederci, qualche animale da rassicurare e qualche amico da incontrare. Tutti i ragazzi erano pronti e in marcia verso il traghetto accalcandosi come se fosse stato minuscolo. In realtà c’era posto per tutti e, chi all’ombra, chi in poppa, tutti si erano sistemati con bagagli e compagnie varie. Tígrisdýta raggiunse Tessa e sistemò valigia e borsoni, assicurò la gabbia su un posto libero e tirò un sospiro di sollievo: la parte più noiosa era passa e ora poteva godersi il viaggio.
    Ormai mancava solo un lembo di terra al castello dove avrebbe iniziato il suo primo anno all’Accademia e tanti erano i pensieri che le ronzavano in testa. L’eccitazione generale caricava l’aria di energia, ogni giovane era impegnato in discussioni su vacanze, compiti o progetti per il futuro. Chi in ansia per gli esami (di già?) chi per lo smistamento, altri invece erano più interessati al Kraken o agli strani marinai (se così si potevano definire) che avevano aiutato i ritardatari a salire a bordo.
    Il traghetto salpò e dopo qualche sballottamento, cominciò a viaggiare ad andatura regolare e tranquilla. Il mare sembrava tutto sommato calmo e un venticello fresco faceva rabbrividire i più freddolosi e dando sollievo agli accaldati.

    Che ne dici di salire all’ultimo piano? Da quel che ho visto c’è una tettoia, possiamo ammirare meglio il mare senza i raggi accecanti.

    Chiese la mezz’elfa alla giovane strega. Non c’era bisogno di portare su tutto, se non i loro compagni di viaggio: nessuno si sarebbe azzardato a rubare, era contro il regolamento e a bordo c’erano abili stregoni. L’idea del vento fresco tra i capelli, la vista del gelido mare e delle coste l’attirava non di poco. La ragazza attese la risposta della coetanea mentre si guardava attorno e si soffermava su qualche giovane.

    *Certo che le mezzeveele son proprio affascinanti, ci credo che i maschi impazziscono. Chissà se c’è qualche licantropo, vedo un paio di mannari ma.. Non son la stessa cosa, sembrano cagnolini antropomorfi.*

    Pensò la ragazza sperando di intravedere nella folla qualche mezzo elfo come lei. Anche vedere almeno un enorme tentacolo del Kraken sarebbe stata un’esperienza da ricordare a vita e chissà quante ne avrebbe passate a Mannheim.
     
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