niente è buono o malvagio in se,è il pensiero che lo rende tale

-per chi vuole

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  1. ;bigbadwolf
     
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    Una giacca di pelle nera consunta sulle spalle e un sorriso smorto a far contorno ad un'andatura ciondolante.
    Era questa Elìn dopo aver ricevuto quella strana lettera da parte di Mannheim.
    I molti curriculum mandati avevano avuto un frutto davvero impensato: la sua Accademia, quella che aveva raccolto gioie e dolori di un tempo passato, aveva accettato di darle una nuova possibilità per cambiar vita.
    Era un po' stanca del suo girovagare, sebbene avesse visto cose davvero meravigliose nei suoi viaggi.
    I ricordi più belli però li conservava in Islanda.
    C'erano dei luoghi che le trasmettevano una forza e un coraggio che Tyr stesso sarebbe stato fiero di lei.
    Dopo aver fatto un giro velocissimo tra i negozi si era detta che riposarsi un attimo non sarebbe stato poi così sgradevole.
    Entrando dal portone massiccio del "Veleno Verde", si tolse di dosso la giacca rimanendo, nonostante la temperatura abbastanza rigida, con una magliettina sottile, di colore bianco, che lasciava vedere, oltre il pendente di famiglia, i numerosi tatuaggi che aveva.
    Mmm... speriamo di non incontrare nessuno che conosco
    pensò tra se e se, con voglia di pensare più che di stare a chiacchierare con qualcuno.
    Che poi si ricordassero di lei per qualcosa di diverso dalle vecchie accuse che aveva ricevuto era troppo bello da pensare.
    Alcuni sguardi indiscreti di fatto si erano già posati su di lei, al che aveva deciso di mettersi, con molta tranquillità in un tavolino isolato, appoggiare la giacca sul tavolo e tirare fuori da essa un libricino dalle piccolissime dimensioni con scritto a lettere cubitali
    AMLETO
    Nella sua mente cominciò a recitarsi alcuni versi, tentando di carpire le frasi che più la colpivano.
    quando il sangue bolle l'anima incita la lingua ad esprimere sacri voti. fuochi fatui,
    figlia mia,che emettono più luce che calore,che sono già svaniti non appena pronunciati.
    cominciò a dirsi pensando che se ci fosse stato qualche legilimante si sarebbe divertito un sacco a vedere quello che aveva lei nella mente.
    La Taverna , da quando era entrata, si era così velocemente riempita che ormai gli unici posti rimasti liberi erano quelli al suo stesso tavolo.
    Non che lei fosse una persona così asociale come sembrava...
    In realtà una volta conosciuta era una bellissima compagnia.
    La sua lettura continuò senza interruzioni per il momento
    un uomo può pescare col verme che si è nutrito di un re,
    e mangiare lo stesso pesce che ha ingoiato il verme.

    vagò con la fantasia immaginandosi proprio la scena, in un gioco truculento che le piaceva tantissimo.
    Era un modo come l'altro per dire che tutto torna insomma, il male fatto così come il bene.
    Signorina.. vuole ordinare qualcosa?
    domandò un giovane cameriere evidentemente in attesa da un po' troppo di lei che si era isolata nel suo mondo come era solita fare.
    Oh.. mi scusi
    fece goffamente, dando del Lei a un ragazzo probabilmente più piccolo.
    Una burrobirra alcolica grazie
    il cameriere leggermente stupito da quell'atteggiamento così nell'iperuranio della cliente annuì e andò a prendere le altre ordinazioni.
    Elìn poggiò il libro cominciando a guardarsi attorno come se cercasse qualcuno, mentre in realtà era soltanto curiosa di vedere che facce stavano girando in quel momento.
    Vide uomini barbuti che gioiosamente stavano facendo bisboccia con il loro whisky incendiario, e delle cameriere spaurite che tentavano di passare senza essere palpate.
    Quando notò una che era rimasta bloccata estraendo la bacchetta dai pantaloni la giovane decise di intervenire.
    Stupeficium!
    l'incantesimo pensato, silenzioso e letale andò a segno e l'uomo fu sbalzato all'indietro.
    Era stata bravissima a non farsi vedere, tant'è che aveva già ritirato la bacchetta, mentre la povera cameriera era scappata via.
    niente è buono o malvagio in se,è il pensiero che lo rende tale
    citò Amleto nella sua testa mentre involontariamente le scappò una risata.
    Non aveva fatto un'azione propriamente corretta, nascondendosi anche dopo l'attacco di sorpresa, ma si riteneva nel giusto avendo protetto una creatura così graziosa come la giovane fuggita in fretta nelle cucine.
    Per Elìn la bellezza andava protetta. Ad ogni costo. Odiava chi non riusciva a carpirne l'essenza vera.
    Non intendeva solamente la bellezza fisica, ma anche quella delle piccole cose della vita.
    Anche quella Taverna, di per se, era una bellezza. Rappresentava infatti l'evoluzione dell'uomo, una specie complessa e piena di alti e bassi.
    E quante volte ho toccato il basso io? Troppe per ricordarle.. eppure eccomi qui... pronta a risalire la china come al solito...
    arrivò la sua burrobirra e decise che avrebbe pagato dopo all'uscita (nel caso dovesse ordinare anche altro).
    Alzò il boccale in alto per poi pensare
    Questo lo dedico a me! E alla mia nuova avventura.. sola come al solito.. ma più forte di prima!
    e immerse le labbra nella dolce schiuma lasciando che l'alcool le grattasse un po' la gola.
    Era una grande bevitrice in realtà, molto più di quello che ci si sarebbe aspettati da una donna così mingherlina.
    Ahhh!
    fece non appena riprese fiato.
    Quel posto, a quell'ora del pomeriggio , era stranamente calmo.
    Tuttavia nella sera si ricordava ancora quanto fosse pieno di brutta gente.
    Di certo non ci tornerò più per un po'.. di che mi preoccupo?
    si strinse nelle spalle ossute per alcuni secondi per poi tornare ad essere del solito buon umore.
     
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  2. Tessa VanVlietdóttir
     
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    *Bella mossa, lasciarmi sola per andare dai nonni... ok forse sono stata io stupida a non accettare di andare...*
    Seduta sul letto rimurginava a tutto ciò. Fissò la sveglia sul comodino, era quasi ora di pranzo, e il suo stomaco gorgogliava a piú non posso.
    Scese in cucina, niente. Non c'era niente che attirava la sua attenzione. Sapeva di essere un tipo difficile da accontentare. Scrollando le spalle, prese a salire le scale, per cambiarsi. Un giro non avrebbe fatto male a nessuno. Infine l'estate stava per finire... per quanto tempo ancora avrebbe avuto la libertà di girovagare per la città? Indossò una tuta rossa e grigia, un po' larga, che teneva nascosta in un cassetto interno dell'armadio, insieme a tutti i vestiti che riteneva normale, e che sua madre non vedeva di buon occhio, e per evitare che appiccasse il fuoco li nascose accuratamente. Si rimboccò le maniche della felpa, e a passi svelti scese le scale, uscì dalla porta e superò il vialetto dell'abitazione, finendo in strada. Sospirò sorridendo, la libertà ristretta in casa era snervante, e ora aveva qualche ora per svagarsi.
    Per prima cosa doveva andare a trovare Chip, il "suo" cagnolino, risiedente nella stalla nel posto in cui faceva equitazione. Salutando il maestro si diresse verso le stalle, oltre i recinti dove ci si poteva allenare. Diede un buffetto a Sally, il cavallo che attualmente cavalcava ed entrò. Chip, ovviamente, era li, che ronfava sotto l'abbeveratorio del cavallo. Appena la vide cominciò a scodinzolare insonnolito. Tessa prese la ciotola e la riempì di croccantini da una parte, e nell'altra scodella d'acqua. Usci dal box, e di conseguenza dalla stalla. Avvicinando il maestro, e chiedendo se nel tempo in cui lei fosse stata via si sarebbe preso lui cura di Chip. Ovviamente l'uomo acconsentì. Lui era l'unico di cui ci si poteva fidare, a parte i suoi amici, che anche loro non sarebbero stati molto presenti dopo l'inizio della scuola. Abbracciò il maestro e corse via. Adorava correre, la faceva sentire libera, quasi come volare.
    Ma dovette fermarsi, raggiunse la strada affollata, dove qualche giorno prima fece gli acquisti per la scuola. E di certo li' non poteva correre. Respirando a fondo, dopo la corsa, cominciò a camminare lentamente, e nel frattempo il suo stomaco ruggiva più che mai.
    -Si, ora ho fame.-
    Entrò Ne Il veleno verde, un pub li' vicino. Non ci era mai stata, ma di sicuro sapeva che facevano qualcosa di commestibile, data la folla che occupava il locale.
    Volteggiando tra i tavoli, tutti occupati, un senso di sconforto affioro in lei. La sfortuna la precedeva dovunque.
    Girò ancora finchè non vide un tavolo apparentemente vuoto, e si avvicinò.
    Certo, sarebbe stato vuoto se non fosse per una ragazza, apparentemente dall'aria stanca, che leggeva un libro e sorseggiava quella che le sembrò Burrobirra.
    -Emh... salve.. mi scusi se la disturbo... Non è che potrei prendere posto qui... è tutto occupato e ho una gran fame...-
    Con aria imbarazzata, si guardò intorno, per stabilire effettivamente che tutti i tavoli erano pieni.
     
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  3. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Terminate tutte le tappe nei vari negozi di Krosky Village, tra ordini, richieste, saluti e convenevoli, Tígrisdýta cominciò a sentirsi stanca. Il peso del viaggio e del trasporto degli innumerevoli pacchi si stava facendo sentire. Sebbene le venisse naturale muoversi con movimenti fluenti evitando la folla, il suo leggero passo rallentava col passare dei minuti: aveva decisamente bisogno di una bibita rinfrescante. Mise tutti gli acquisti nella stanza di una piccola casa che aveva affittato. Si sarebbe fermata al villaggio quella notte, prima di ripartire. Sistemò il suo nuovo amico pennuto fuori dalla gabbia, lasciandoli dell’acqua fresca e, dopo aver controllato con premura che le finestre fossero chiuse, si rinfrescò velocemente, si cambiò d’abito e uscì in cerca di un locale dove ordinare qualcosa. Iniziava anche ad aver fame e, sebbene avesse una corporatura esile, era di buona forchetta. Aveva deciso di premiare se stessa con un dolce, che considerava meritato dopo tutto quel tempo speso per cose scolastiche. In realtà cercava solo una scusa per andare a ordinare qualche leccornia tipica del posto.
    Non conosceva per nulla il villaggio quindi si mosse tra le persone e guardandosi attorno adocchiò un’insegna curiosa: “Il Veleno Verde”.

    *Certo, andiamo a mangiare in un posto chiamato veleno, logico.. Però il nome mi attira.. Dev’essere un locale molto frequentato ma non vedo in giro di meglio..*

    Pensava mentre il suo stomaco brontolante la guidava all’interno. Si pentì leggermente data la calca che riempiva ogni centimetro e tavolo del locale. Si mosse dunque verso il fondo, sperando di trovare un posto libero e in disparte dove fare il suo agognato spuntino. L’unico tavolo meno affollato era uno occupato da una donna, vestita in modo leggero sebbene in Islanda la temperatura arrivasse al massimo ai venti gradi. Tuttavia le persone del luogo erano abituate, come la mezz’elfa che spesso e volentieri usciva sbracciata da casa, come se fuori ci fossero trenta gradi. Mentre stava spostando lo sguardo da quella figurata dall’aria stanca intenta a leggere, senti una ragazzina lamentarsi in modo sommesso dei vari maniaci che volavano approfittare della confusione per toccare zone altrui.

    *Che si arrangi, se le da così fastidio perché non gli cambia i connotati?*

    Mentre pensava ciò, vide uno dei molestatori finire all’indietro e con la coda dell’occhio la lettrice nascose qualcosa nelle tasche delle sue vesti. La ragazza sorrise divertita ma non disse nulla, si avviò invece con il suo rapido ed elegante passo verso il tavolo appena dietro la donna, che si stava liberando. Qualcuno imprecò chiedendosi da dove fosse sbucata la nuova figura che in pochissimo tempo si era sistemata al suo posto, sistemandosi il vestito come se nulla fosse.

    *Chi tardi arriva male alloggia con i troll.*

    Pensò notando di essersi seduta proprio dietro alla strega di prima. Voleva complimentarsi con lei, non molto per come aveva aiutato la sfortunata di poco prima ma per come era stata silenziosa, diretta e veloce, oltre che astuta.

    Bel colpo.

    Disse la ragazza con un tono di voce non troppo alto ma abbastanza per essere udita da quella breve distanza. Intanto il cameriere si era avvicinano e con un sorriso le chiedeva cosa desiderasse.

    Una burrobirra fredda e un dolce della casa, se non ve n’è uno, lo scelga lei per me,ma non mi dica di cosa si tratta, voglio scoprirlo una volta servita.

    Chiese con tono gentile ed educato al cameriere che partì spedito verso il bancone. Adorava indovinare gli ingredienti dei vari dolci e memorizzarne i diversi sapori, spezie o ingredienti.
    Mentre attendava l’ordinazione, una ragazza si sedette con la donna dietro di lei chiedendo se potesse accomodarsi data la mancanza di altri posti e una grande fame. A quanto pare la giovane non era l’unica che non si faceva problemi in caso di cibo, come lei che evitava di far caso alla moltitudine di gente pur di gustarsi un dolcetto.

    Edited by Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir - 14/7/2013, 20:27
     
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  4. ;bigbadwolf
     
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    Non fece quasi in tempo a poggiare il boccale di burrobirra sul tavolo che una giovane ragazza, dai capelli neri e uno sguardo un po' perso (forse per la quantità di persone nella taverna) le chiese di sedersi.
    Per alcuni secondi interminabili due occhi azzurri molto profondi fissarono l'altra silenziosamente.
    Prego.. non sia mai che io lasci in difficoltà una giovine.. sarebbe assai scortese
    fece un sorriso flash mentre tirava verso di se tutte le cose che aveva appoggiato sul tavolo quasi come a volerle proteggere dall'estranea che era entrata nel suo campo visivo.
    Doveva forse mettersi a fare dialogo?
    Non aveva così voglia di dar confidenza agli estranei, sebbene così giovani e per niente pericolosi.
    I suoi tentativi di star da sola furono nuovamente interrotti da una voce alle sue spalle che le fece i complimenti per aver schiantato il povero marpione.
    Sigh... non vi è posto al mondo per prendere in pace una burrobirra...
    scosse la testa
    Chi di male ferisce.. di male perisce... o non era così il detto babbano? Unisciti pure a noi.. tanto ormai stiamo per dar via alle danze ed entrare un po' in confidenza.
    Le ragazze dovevano avere più o meno la stessa età.
    Sarebbe stato molto logico, secondo lei , non mischiarsi a quelle che avrebbero potuto essere sue studentesse all'Accademia.
    Conflitto di interessi..
    pensò mentre chiudeva l'Amleto infilandolo nella giacca di pelle nella tasca interna.
    Appoggiò i gomiti sul tavolo accanto alla sua Burrobirra
    Elìn Stark, piacere sia conoscere te che sei davanti, che tu che sei dietro..
    la sua mente vagò per alcuni secondi ricordando il mito greco dei vizi e delle virtù.
    I vizi stavano sempre alle spalle , le virtù davanti agli occhi, in modo tale che gli umani non potessero vedere i propri sbagli, ma solo quelli degli altri.
    Era una cosa che il destino voleva farle notare?
    Aveva un pericolo alle spalle e una brava persona davanti.
    Inutili preoccupazioni, in ogni caso due ragazzine non avrebbero potuto nulla contro di lei.
    Si sentiva abbastanza positiva e propositiva, tant'è che senza aspettare il nome delle due richiamo il cameriere di prima.
    La ragazza qui deve ordinare
    Indicò la giovane davanti a lei lasciando un po' stupito il cameriere, d'altronde prima per ordinare ci aveva messo un secolo ed ora aveva fatto tutto quello per una sconosciuta.
    Dimmi, che desideri?
    domandò attendendo di ricevere l'ordinazione.
    Nel frattempo Elìn prese di nuovo in mano il suo boccale immergendovi le labbra quasi con violenza.
    Il lieve profumo di alcool doveva essere arrivato per lo meno alla brunetta davanti a lei.
    Mi prenderà per un'ubriacona e scapperà via.. ottimo!
    gli occhi le scintillarono all'idea.
    Le piaceva dare una cattiva impressione, o meglio non far capire come fosse veramente.
    Però poi se qualcuno sbagliava a giudicarla, essendo permalosa, se la prendeva.
    Forse era un po' folle. Ma chi non lo sarebbe stato al posto suo?
    Sono più normale di quanto dovrei essere.. eheheh
    frugò per alcuni secondi in una tasca della giacca tirando fuori una boccetta con dentro un liquido biancastro.
    Senza curarsi di essere vista lo inserì nella birra.
    Adesso farà cagare.. ma pace.. che devo dire..
    quello che aveva inserito era una blanda pozione per i nervi. Il motivo? La gente la spaventava molto più che star da sola.
    Era leggermente agorafobica, ma soprattutto dipendente da quella e da altre sostanze.
    Forse avrebbe fatto meglio a ricominciare a fumare sigarette babbane. Ma ehi! Non era lì per festeggiare una nuova vita?!
    Nuova vita, vecchi ricordi.. è un bel problema!
    Sarebbe stato così semplice farsi fare un Oblivion.
    Qualcuno a pagamento l'avrebbe trovato. Bastava scavare nei bassi fondi.
    Di gente che aveva bisogno di denaro ce ne era a bizzeffe in ogni parte del mondo.
    Lei da parte sua però non aveva mai avuto di quei problemi, dato il nome conosciuto che la sua famiglia si era fatto.
    Anche se forse per i motivi sbagliati.
    Aveva fatto un bell'errore a rivelare il suo cognome. Se le ragazze fossero state un po' informate avrebbero subito inquadrato lo scandalo della famiglia Stark, noti Lokiniani, ormai praticamente tutti morti.
    Chissà .. se lo è anche lui
    un pensiero andò al fratello completamente impazzito nella Prigione del Tormento Eterno.
    Rivedeva ancora quegli occhi, così simili ai suoi , se solo si concentrava un attimo.
    Tremendi, implacabili... senza più i sentimenti che lei , nonostante tutto sentiva.
    Si odiava per questo: non voleva provar affetto per un omicida che desiderava vederla in una bara.
    Anche se si trattava di un omicida, consanguineo, e con un background che avrebbe fatto impazzire anche il più bravo tra i bravi.
    Un piccolo brivido le corse lungo le braccia scoperte.
    Si scosse per farlo andar via in fretta.
    Freddino il posto.. stavo meglio fuori
    commentò a mezza voce per giustificare il movimento inconsulto che aveva fatto.
    Hai freddo e ti prendi una bevanda ghiacciata andando in giro mezza nuda.. oh.. sì.. Elìn hai fatto proprio la figura del genio
    si diede un mini schiaffo, finto, in faccia per darsi della stupida e sorridere tra se e se.
    Argh! Per Odino, dimenticavo una cosa
    si frugò nelle tasche
    No okay... tutto a posto
    parlava da sola ed ad alta voce.
    Inquietante?
    Sì, forse un pochino.
    Non essendo abituata a socializzare reagiva un po' così quando aveva delle persone intorno.
    Da una parte quindi c'era una Elìn che voleva essere vista ed ascoltata a tutti i costi.
    Dall'altra invece la parte introversa la bastonava perchè non dicesse niente di troppo evidente o troppo scontato.
    Io e la normalità non andremo mai d'accordo mi sa..
    sospirò rumorosamente alzando di un sacco le spalle.
    Fu tentata per un secondo di ordinare qualcosa da mangiare anche lei. Tuttavia si trattenne, dovendo, in realtà andarsene un attimo a casa per dar da mangiare anche ad Edgar.
    Dal taschino della sua maglia una piccola pallottola di pelo verde saltò con un gridolino prima sulla sua testa e poi su quella della ragazza misteriosa alle sue spalle.
    GhiGHIGHIGHI!!!
    urlò la puffola, con un gesto velocissimo Elìn la riprese prima che facesse danno.
    Argh! Maledetta .. non dovevi essere a casa tu?
    fece uno sguardo cattivissimo facendo spaventare l'animaletto.
     
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  5. Tessa VanVlietdóttir
     
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    La ragazza la invitò a sedere, e lei, senza farselo ripetere due volte, prese posto di fronte.
    Sospirò, prendendo il menù che c'era sul tavolo. Aveva fame, ma aveva voglia di qualcosa di dolce.
    La ragazza di fronte a lei disse qualcosa, forse riferita ai babbani, non capì molto, concentrata com'era a leggere. Poi però si presentò.
    -Oh, si... emh.. Tessa Vanvlietdóttir...piacere-
    Concluse con un sorriso. Forse non era stata una buona idea entrare lì... forse doveva fermarsi al bar del ranch, dove faceva equitazione. Si guardò attorno. Certo che ce n'era di gente stramba, lì dentro, ed Elìn, o quel che fosse il suo nome, non era di certo da meno.
    In un attimo chiamò il cameriere, e lei, per non far perdere altro tempo, lesse le prime due parole che le saltarono maggiormente alla vista.
    -Succo di Zucca, e.. emh.. budino alla vaniglia, grazie.-
    Ok, non era forse il massimo, e neanche un'accoppiata decente. O forse si?!
    Adorava provare nuovi gusti, e forse vaniglia e zucca sarebbero andate d'accordo.
    Ripose il menu ad un'angolo del tavolo, e incrociando le dita, prese a girovagare con lo sguardo. Nel contempo Elìn, prese a bere la sua burrobirra. Dall'odore sembrava quella alcolica. Arricciò un po' il naso, e voltò la testa verso il locale.
    Vide il cameriere che trottava verso di lei con in mano un vassoio, sorrise mentre il suo stomaco, quasi, faceva le fusa. Poggiò sul tavolo il vassoio, e Tessa dalla sua tasca prese il portamonete lilla, e mise i soldi sul vassoio, che in quel momento il cameriere stava svuotando, poggiando il budino e il succo sul tavolo.
    -Oh grazie.-
    Riuscì solo a dire, con, forse, un sorriso ebete. Il cibo era la sua passione più grande, e quel che le si presentava davanti era, quasi, uno spettacolo.
    Prese il cucchiaino, poggiato sul piattino del budino, e cominciò a mangiarlo.
    *Non male, se forse ci fosse stata la glassa al cioccolato... oh ma che dico...* Agrottò le sopracciglia. Quel pensiero la riportò a sua madre. L'eccesso di calorie era quasi una bestemmia per lei.
    Freddino il posto.. stavo meglio fuori
    Alzò la testa dal budino, e fissò la ragazza. Si era quasi, completamente, dimenticata di condividere il tavolo. Prese il succo, ne bevve un sorso e sorrise, Vaniglia e zucca, stavano proprio bene insieme.
    Non disse nulla, non ancora.
    Si limitò a scrollare le spalle, ritornando a mangiare il suo budino.
    Argh! Per Odino, dimenticavo una cosa
    Sentì un fruscio, probabilmente proveniente dalla giacca della ragazza.
    No okay... tutto a posto
    Alzò di nuovo la testa, accigliandosi.
    *ma con chi diavolo parla?!*
    Senza dar l'impressione di fissare la ragazza, rivolse lo sguardo verso il locale.
    Poi, un ghigno acuto catturò la sua attenzione, rivolgendo lo sguardo ancora verso Elìn. Una palla di pelo verde, uscì dalla tasca della ragazza, saltando sulla sua testa, poi sulla testa della ragazza dietro di lei. Elìn l'afferrò e la sgridò.
    Guardandola meglio le si illuminarono gli occhi.
    -Oh.. che carina, è una puffola vero?-
    Adorava quel tipo di animali. Erano teneri e vistosi.
    Riabbassò lo sguardo sul budino, e ingurgitò un'altro cucchiaio di quella delizia.
    Sospirando volse ancora una volta lo sguardo verso il locale, e lo scampanellio della porta d'ingresso, annunciava un nuovo cliente. Sgranò gli occhi, una chioma bionda varcava il locale.
    -Oddio...-
    Sussurrò. Poi si guardò intorno, decidendo di nascondersi sotto il tavolo.
    Non ci aveva pensato minimamente che suo padre ogni tanto andava in quel locale, a rilassarsi un po', e perlomeno non aveva pensato che sarebbero tornati presto.
    Aggiustò la tovaglia che copriva le gambe del tavolo, afferrò la borsa dalla sedia, e si rannicchiò, pregando e sperando di non aver dato nell'occhio.
    *E adesso?*
     
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  6. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    La strega che poco prima aveva fatto un incanto a un pervertito disse qualcosa alla ragazza che era appena arrivata, prima di invitare anche Tígrisdýta a sedersi con lei. Prima che rispondesse, si presentò come Elìn Stark. Nel mentre, il cameriere servì a Tígrisdýta un calice colmo di burrobirra gelida e poi le porse un piattino con sopra uno dei dolci tipici dell’Islanda ma con un tocco personale: una pönnukökur abbastanza grande di forma quadrata, decorata con del cioccolato e qualche ciuffo di panna. Sorridente gli porse il conto che la ragazza si apprestò a pagare più del dovuto.

    Tenga pure il resto, mi ha servito in modo rapidissimo, anche se il locale è colmo, la ringrazio per la professionalità.

    Disse e il cameriere con un grande sorriso la ringraziò prima di allontanarsi. Fu richiamato dalla donna dietro di lei, che gli fece notare che la nuova arrivata doveva ancora ordinare. Quest’ultima si presentò come Tessa Vanvlietdóttir in modo titubante, forse perché la donna aveva cominciato a borbottare qualcosa e a comportarsi in modo strano.
    Mentre la mezz’elfa stava prendendo piatto e calice per spostarsi nel posto libero dietro di lei, un affarino verde le finì nella chioma argentea per esser ripreso subito dalla donna che sgridò quella minuscola pallina di pelo affermando che doveva trovarsi a casa. La giovane riuscì finalmente a spostarsi con le sue ordinazioni al tavolo con un movimento veloce ma aggraziato.

    Piacere di conoscervi, io sono Tígrisdýta Drekansvörtudóttir. Una puffola? Non ne ho mai vista una, è molto carina.

    Disse osservando l’animaletto. Osservò il volto stanco della lettrice, circondata da molti oggetti, che stava bevendo qualcosa dall’odore strano, non era solo alcool e burrobirra, l’olfatto fine della giovane lo capì subito. La ragazza accanto a lei, che si stava deliziando con un budino dall’aspetto squisito, si voltò verso l’entrata e improvvisamente si nascose sotto al tavolo.

    *Son venuta per un normalissimo dolce e guarda con chi son capitata, che donzelle insolite. Anche se, detto da una con i miei occhi e i miei capelli, è abbastanza ipocrita..*

    Pensò, ricordandosi che doveva ancora assaggiare quel piatto. Lo conosceva ma era curiosa di sapere che aggiunte avevano apportato al piatto dall’aspetto personalizzato. Decise di non far caso a Tessa sotto il tavolo, che probabilmente stava cercando qualcosa o si nascondeva, e ad Elìn che sembrava a disagio per la presenza di due sconosciute vicino a lei. Prese delicatamente la forchetta e, con un gesto elegante, divise in due la frittella dalle insolite dimensioni e fattezze, scoprendo che era piena di una deliziosa crema pasticcera all’arancia, che si sposava benissimo con l’aroma alla cannella dell’impasto e i ciuffi di panna della decorazione. Per non nominare il cioccolato, che lei adorava. Portò il calice alle labbra per un sorso di Burrobirra, anch’essa aromatizzata alla cannella: un’aggiunta classica ma perfetta per quel dolce.
    Si chiese per quanto ancora e da chi quella ragazza aveva intenzione di nascondersi, ma per ora la sua priorità era il piatto, che le fece dimenticare che si trovava in mezzo a una folla caotica di sconosciuti. Il suo cappello, che usava per nascondere i tratti salienti della sua vera origine, cominciava a dargli fastidio e quindi, pensando al fatto che in un luogo pieno di popolazione magica mista, non aveva bisogno di nascondere nulla, se lo tolse, appoggiandolo allo schienale. Lo aveva messo per abitudine, ma le dava sempre noia, ed era felice di esserselo levato di dosso. Il pensiero di essere in un villaggio con persone come lei (non esattamente come lei ma perlomeno con della magia o particolarità varie nelle vene) la rendeva di buonumore, facendole gustare a pieno lo spuntino. Avrebbe memorizzato i sapori, per poi proporlo alla madre una volta giunta a casa. Quella sera avrebbe dovuto dormire fuori casa, da sola, una novità per lei. Aveva detto alla madre di rimanere a casa, anche perché era decisa ad accompagnarla al traghetto il primo giorno di scuola e non le andava di affaticarla inutilmente facendole compiere due lunghi viaggi. Era dunque la prima volta che viaggiava da sola e data la giovane età si sentiva onorata della fiducia che la madre aveva in lei e nel fatto che fosse più matura rispetto ai suoi coetanei.

    Edited by Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir - 15/7/2013, 18:42
     
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  7. ;bigbadwolf
     
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    Finalmente in tre al tavolo e servite e riverite nonostante il pienone nel locale le tre avevano trovato forse un punto di incontro nel parlare del piccolo animaletto che era spuntato praticamente dal nulla.
    Creature interessanti le Puffole, ma questa testona in particolare ha una voglia di farmi impazzire fuori dal comune
    lasciò la stretta nella quale aveva imprigionato l'animaletto e questo cominciò a saltellare sul tavolo come per sgridarla.
    Ghi!
    fece la vocina stridula.
    Per fortuna era così piccina che i camerieri non avrebbero detto niente, nonostante non fosse il caso di portare animali in un locale che doveva essere pulito per far mangiare i clienti.
    La puffola pigmea era grande più o meno quanto un'albicocca, sintomo che fosse proprio un cucciolo, e aveva una peluria soffice e verde come l'erba.
    Gli occhietti piccoli e neri,ora che stava immobile stranamente, facevano avanti e indietro tra le tre attorno al tavolo, puntando il cibo delle due ragazze.
    Improvvisamente Tessa si lanciò sotto il tavolo, cosa che fece saltare la piccola bestiolina,ma anche Elìn che si era distratta.
    Santi dei! Che succede ragazza?
    domandò alzando un sopracciglio davvero confusa, mentre consentiva alla puffola di salirle su una spalla.
    Hai terrorizzato Berenis.. povera cucciola.. è una trovatella, non devi fare certi movimenti bruschi in sua presenza.. potrebbe morire di crepa cuore!
    la piccola sgridata la fece sentire già di diversi passi in Mannheim.
    Amava fare la maestrina, specie perchè aveva imparato tante cose e condividerle per lei era bellissimo, anche se gli altri spesso volevano rimanere nella propria ignoranza.
    Deplorevole desiderio
    pensò tra se e se mentre con una mano si passò le dita tra i capelli in quel momento corvini.
    Vedendo delle ciocche muoversi la puffola pigmea spiccò un piccolo salto e cominciò a mordicchiarne una facendo dei versi adorabili.
    E dire che volevo mantenere un contegno..ma cosa avrà fatto spaventare Tessa?
    pensò mentre si girava picchiettando le dita sul tavolo verso la porta.
    Erano entrate una serie di persone, ma nessuna che le desse da preoccuparsi o che facesse le facesse intendere cosa poteva essere passato nella mente della giovane che tentava di mascherarsi.
    Ferma...
    fece Elìn mentre si inclinava sotto il tavolo.
    Fidati un secondo... non so da chi tu ti stia nascondendo, ma con questo non ti riconoscerà!
    chiaramente la donna non conosceva il motivo della paura, ma sussurrando delle parole in una lingua diversa e imponendo una mano su quella di Tessa la fece cambiare
    thir´ku quortek
    una piccola luce sprigionata dalle mani e i capelli di tessa diventarono incredibilmente rossi, la pelle più scura (abbronzata), gli occhi azzurri.
    Aveva utilizzato un incantesimo Drowish di mascheramento (simile a quello che i Drow usavano per muoversi liberamente tra la gente in luoghi meno "conosciuti").
    Era stato in grado di utilizzarlo con successo, nonostante non avesse sangue di quella razza particolare, per la passione che aveva dimostrato negli studi e i molti giorni passati a tentare di avvicinare diverse sciamane.
    Bellissime le donne drowish.. quanto mi mancano... loro chiaramente.. non le fruste.. vero Berenis?
    si alzò rimettendosi seduta e accarezzò la Puffola pigmea che aveva ripreso in mano con un sorriso.
    Solo in quel momento si rese conto dell'aspetto singolare dell'altra ragazza che si era unita al loro casuale incontro.
    Oh!
    esclamò senza riuscire a trattenere la sorpresa.
    Questo.. magari lo diamo a lei.. posso?
    domandò prendendo il cappello, ma prima che l'altra desse un qualsiasi segno di assenso lo passò a Tessa.
    Perchè avesse voluto aiutarla poi non lo sapeva.
    Non ti preoccupare, l'incanto passa in un quarto d'ora.. non sono così brava a mascherare.. ehehe
    fece una risata un po' imbarazzata mentre con interesse seguiva il contorno degli occhi viola che la stavano osservando.
    Quanti ricordi!
    accennò un sorriso flash mentre appoggiata la puffola diede un altro sorso alla sua burrobirra.
    Per sfortuna la schiuma, nel piccolo trambusto, era andata quasi sparendo.
    Uff...
    si lamentò stringendosi nelle spalle.
    E dire che era partita così bene questa giornata.. non è che il Karma ha deciso di farmi qualche scherzetto? Non sarebbe la prima volta...
    la piccola puffola decise che la mezza drow era la più interessante tra le tre e si mise a saltellare nella richiesta di essere presa in braccio.
    Ora che siamo più calme.. cosa vi porta in questo luogo signorine?
    domandò schiarendosi la voce, che a dirla tutta era già molto limpida (fu probabilmente un gesto di imbarazzo).
    IO
    fece per dar vita a un dialogo e per esporsi un pochino al fine di sentirsi più a suo agio
    Potrei.. e dico potrei.. aver trovato finalmente un impiego stabile.. e mi sto godendo l'ultimo tempo libero che mi rimane...
    sospirò con un'aria un po' melodrammatica
    A giudicare dalla vostra età, e spero di non sbagliare, siete pronte per la scuola! Andrete a Mannheim?
    sarebbe stato carino in realtà se quelle due fossero delle sue studentesse.
    Avere un po' di conoscenze in anticipo le avrebbe permesso di essere più rilassata a parlare in classe.
    Per lo meno, di fronte a quel pubblico di adolescenti, avrebbe potuto semplicemente guardare i visi conosciuti.
    Non che chiaramente utilizzarle per gli esempi pratici.
    Non avrebbe di certo chiesto il nome a ciascuno studente. Salvo che non fosse stato necessario.
    La sua memoria per certe cose faceva un sacco di bizze e lo sapeva benissimo.
    Quindi, meno imparava di nomi, meglio era.
    Non sapeva ancora come si sarebbe posta nei confronti della classe, d'altronde non aveva ancora il posto assicurato, tuttavia si stava già facendo mille viaggi mentali su come avrebbe dovuto essere il suo programma e la sua vita da quel giorno in avanti.
    E' come tornare a casa dopo tanto tempo...
    si disse mentre il suo cuore compiva un piccolo balzo con un'emozione a quell'idea che nessun altro avrebbe mai potuto comprendere veramente se non la diretta interessata.
    A parte che capire veramente Elìn era una bella impresa.
    Fino a quel momento praticamente nessuno si era sforzato più di tanto.
    Un velo di tristezza per alcuni secondi le attraversò gli occhi.
    Si riscosse scuotendo la testa per cacciarlo via e attendendo una risposta. Perchè dovessero dargliela?
    In realtà non erano obbligate,ma giacché stavano allo stesso tavolo almeno un accenno lo avrebbero fatto.
    Sembra che tu piaccia un sacco a Berenice
    commentò a mezza voce riferita alla mezz'elfa, incrociando davanti a se le mani e spostando, leggermente, il boccale di birra.
     
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  8. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Accovacciata ancora sotto il tavolo, stava pensando ad un modo per uscire di li.
    Se fosse tornata a casa senza che il padre l'avesse vista, poteva dire che fino ad allora era al ranch, sicuramente il suo maestro glielo avrebbe confermato. Ma il problema non era quello.
    Elín pronunciò alcune parole, che alle sue orecchie sembravano sconnesse, talmente il cuore le batteva forte.
    Poi quella si piegò sotto il tavolo, dicendole di star ferma, e di fidarsi.
    Fidarsi di cosa?! Tessa sgranò gli occhi, non sapeva se si poteva fidare davvero di quella donna. La ragazza prese una mano tra la sua, e Tessa richiuse gli occhi, per via del piccolo lampo di luce che si sprigionò da essa.
    Oh! Questo.. magari lo diamo a lei.. posso?
    Sentì dire, poi, quando Elìn si rimise a sedere, e da sotto la tovaglia le passò quel che sembrava un cappello.
    Tessa senza pensarci due volte se lo mise in testa ed uscì da sotto il tavolo, coprendosi il lato destro del viso.
    Non ti preoccupare, l'incanto passa in un quarto d'ora.. non sono così brava a mascherare.. ehehe
    Disse poi Elín. Tessa la guardò interrogativa, poi abbassò lo sguardo. Una ciocca di capelli rossa le spuntò sulla spalla.
    *ma che diavolo...*
    Si guardò le mani. Una carnagione, per lei, eccessivamente scura, prese il posto a quella chiara di lei.
    -Oh, grazie...-
    Disse non capendo molto bene. Adesso aveva i capelli rossi, con sopra un grosso e bizzarro cappello, carnagione scura.. magari anche gli occhi diversi, o qualche tratto del viso diverso... indossava una tuta, cosa che faceva assai di rado. Suo padre poteva anche sederle accanto e non l'avrebbe riconosciuta.
    Ora c'era qualcos'altro a cui pensare. Elìn aveva detto che l'incanto sarebbe durato un quarto d'ora. Ma lei non sapeva quanto tempo suo padre avesse sostato li'. E di certo non poteva constatare che l'incanto sarebbe durato effettivamente un quarto d'ora. Si mise le mani sulla testa.
    *che caspita faccio ora?*
    A distrarla fu ancora una volta la voce della ragazza.
    Ora che siamo più calme.. cosa vi porta in questo luogo signorine? IO Potrei.. e dico potrei.. aver trovato finalmente un impiego stabile.. e mi sto godendo l'ultimo tempo libero che mi rimane... A giudicare dalla vostra età, e spero di non sbagliare, siete pronte per la scuola! Andrete a Mannheim?
    Alzò lo sguardo verso le due, sospirando.
    - Bhè.. per prima cosa avevo fame... ed essendo sola a casa ho deciso di andare da qualche parte, e sfortunatamente mi sono trovata qui, e adesso è entrato mio padre...-
    Cominciò sussurrando. Non notava cambiamenti nella sua voce, quindi sarebbe stata riconoscibile alle orecchie di suo padre.
    -Si, comunque... comincerò il primo anno proprio li'..-
    Disse poi con più interesse.
    Non sapeva quanti anni avesse Elín. E non sapeva se anche lei frequentava la scuola.
    -Anche tu frequenti Mannheim?-
    chiese poi ad Elín. Magari proprio lì, aveva incontrato qualcuno, che successivamente a scuola sarebbe stato suo amico. Sorrise all'idea, poi avvicinò il succo di zucca, e ne bevve un sorso, e sorprendentemente era ancora fredda.
     
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  9. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Elìn si mise a parlare delle puffole liberando la sua pallina verde che dalla mano atterrò sul tavolo e saltellando le fece un verso acuto, come per sgridarla. Poi volse il suo piccolo sguardo ai piatti, come per preparare un agguato, ma venne spaventata dall’improvvisa mossa di Tessa, che si era lanciata sotto il tavolo. La strega la rimproverò dicendole che aveva spaventato la minuscola creatura, di nome Berenis. Tuttavia si abbassò verso la giovane e le chiese di fidarsi, subito dopo sussurrò qualcosa, tre parole che Tígrisdýta non conosceva ma che le fecero smuovere il sangue. Cos’era?
    Dalle mani della donna si sprigionò una piccola luce e la mezz’elfa guardò stupita la ragazza, che aveva cambiato connotati, e ora le guardava con i suoi nuovi occhi azzurri, perplessa.
    Ancora con lo sguardo accigliato, la giovane non disse ebbe nulla da ridire quando la donna prese il suo cappello mettendolo sulla chioma diventata rossa di Tessa. La strega parlò di mascheramento, ammettendo di non esser molto brava e quindi l’effetto sarebbe durato poco.
    La ragazza dai capelli argento la stava osservando attentamente: non era brava? Aveva fatto una cosa strabiliante come se niente fosse. E soprattutto: cos’erano quelle parole? Sentiva una strana nostalgia, una voglia di andare a cercare il padre.. Una leggera malinconia l’avvolse, sentiva che non era quello il suo posto, in mezzo alla folla, a far conversazione.
    I suoi pensieri furono interrotti dallo sbuffare della lettrice che gli chiese perché fossero lì, e se dovessero andare all’accademia, aggiungendo che aveva trovato un lavoro stabile e di volersi godere il tempo libero. Tessa invece, affermò che era lì per pranzare a causa dell’assenza dei suoi. Spiegò inoltre che la sua reazione era dovuta alla presenza del padre al locale e aggiunse di essere al primo anno, prima di chiedere alla donna se anche lei avrebbe frequentato l’accademia. La puffola, ora tranquilla, era scesa dalla spalla della padrona e saltellava davanti a Tígrisdýta, festosa. A detta della donna, la ragazza le piaceva molto.
    Cosa che non la stupì, si trovava sempre a suo agio tra gli animali e vi entrava facilmente in sintonia.
    La mezz’elfa appoggiò delicatamente e lentamente la mano al tavolo, con il palmo rivolto verso l’alto e rivolse uno sguardo gentile alla pallina di pelo, come per invitarla a salire.

    Io sono qui per pranz.. Farmi uno spuntino, in realtà. Ho affittato una stanza in un’abitazione vicinissima a questo locale, sono qui solo per fare le spese, domani tornerò a casa. Le spese sono appunto per il mio primo anno a Mannheim, ottima deduzione.

    Disse mentre spostava il suo sguardo ora alla donna, ora alla ragazza che era totalmente cambiata. Non stava nemmeno male ma la preferiva al naturale. Anche perché il suo capello su quel viso non c’entrava nulla. Prese un pezzetto di frittella, che ormai era quasi finita e la passò alla puffola. La sua mente si spostò alla stanza che aveva affittato e al suo falco. Le dispiaceva lasciarlo in una stanza piccola e chiusa ma doveva ancora addestrarlo ed entrarci in confidenza e di sicuro non avrebbe potuto portarlo con sé in un locale del genere. Intanto notò lo sguardo attento della strega. Che le osservava con interesse gli occhi viola, resi più scuri dalla penombra della zona in cui si trovavano.

    *Che costei sappia.. Probabile. Se è una professoressa come sembra.. Il mio segreto è già svelato. Speriamo di no, forse le ricordo qualcuno. Però.. Se conosce la mia razza potrebbe sapere dove trovarne i membri. Aspettiamo di scoprire se è come penso io, in tal caso mi basterà conoscerla un po’ meglio e chiederle tutto a riguardo.*

    Pensava riportando lo sguardo alla verde Berenice. Era curiosa di suo, ma la remota probabilità che quella persona sapesse qualcosa che riguardava le sue origini la faceva fremere. Cercò di distarsi con l’animaletto.
     
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  10. ;bigbadwolf
     
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    Si sentì un attimo osservata dalla mezz'elfa, il che le fece fare una piccola smorfia.
    Non era abituata allo sguardo della gente, tant'è che lo evitava quasi come la peste, però sapeva che non doveva mostrare così tanta insicurezza vicino a quelle che a suo confronto erano ancora nella pre-adolescenza.
    Lasciò quindi con abbastanza sicurezza che Berenice esplorasse i corpi delle due ragazze, con un particolare interesse a quella che le piaceva di più.
    Io? Frequentare Mannheim? Ahahah!
    scoppiò a ridere con una risata musicale e sonora non appena Tessa glielo chiese. Sembrava una matta alle volte. Aveva delle reazioni spropositate per delle piccolezze.
    Ma era sicuramente una piccola pecca del suo carattere leggermente ambiguo.
    Se non poteva usare la sua aggressività latente per proteggersi ricorreva ad ironia, sarcasmo e tutta una serie di piccoli accorgimenti che conosceva perfettamente e sapeva padroneggiare.
    Sono più vecchia di quello che sembro diciamo...
    probabilmente l'avevano presa per una diciassettenne o comunque per una studentessa di poco fuori corso.
    Dire che aveva già 25 anni la faceva sentire molto vecchia, ma già che c'erano si mise a parlare con cuore sereno:
    Potrei.. e dico potrei, dato che ancora non è stata fissata la data del mio colloquio
    lasciò un po' di suspence
    Diventare un'educatrice ufficiale dell'Accademia...
    sorrise, un sorriso stranamente solare , cosa che non aveva fatto fino a quel momento
    Sicuramente chiederò Cura delle Creature Magiche...da trasformare come corso singolo in studio delle razze e dragologia per gli anni più avanti...
    tamburellò le dita sul tavolo mentre vedeva la puffola pigmea scendere da Tigrìs e tornare da lei per mettersi a saltellare sulla sua spalla alla ricerca di qualcuno che le desse attenzione.
    Guardo le sue interlocutrici alla ricerca di una conferma nel loro sguardo. Non aveva voluto commentare appositamente la questione del padre della ragazza, dato che non voleva metterla in imbarazzo.
    Intromettersi negli affari di un'altra famiglia sarebbe stato alquanto stupido da parte sua.
    Già soltanto per aver messo il naso in quelle della sua aveva rischiato la morte ed era successo tutta una serie di disastri da far impallidire anche una persona con uno stomaco di ferro.
    Pensieri di sangue, morte e distruzione.
    Erano gli unici che riusciva a fare una volta che prendeva a pensare agli Stark. Razza bastarda. Incredibilmente egocentrici.
    Aveva fatto benissimo a farsi registrare anche il matronimico.
    Probabilmente alla classe si sarebbe presentato con quello.
    Non che si facesse così tanti problemi, m avrebbe preferito di gran lunga essere riconosciuta per i suoi successi e non per il germe della sua famiglia.
    Era un po' per quello stesso motivo che non parlava del mostro che nascondeva dentro di se.
    Chi avrebbe mai potuto pensare che una persona così mite avrebbe potuto staccare a morsi la vita di qualcuno?
    Se mi fosse concesso vorrei anche il corso di armi antiche.. ho viaggiato abbastanza da poter essere utile anche a voi studenti...
    sembrò per un attimo imbarazzarsi
    Sarò felice di avervi come studentesse, se il Fato lo vorrà...
    si morse il labbro inferiore aggrottando appena la fronte.
    Non sono così stupida da pensare che non ci siano candidati migliori di me.. ma ehi! Vedremo..
    prese il boccale decidendo di finire la burrobirra a goccia.
    Nel tracannare il liquido rischiò di farci cadere dentro la puffola, che arrabbiatissima scese saltellando sulla spalla di Tessa, facendo quella che sembrò in apparenza una sonora pernacchia ad Elìn.
    Speriamo che non mi accusino di favoritismo o cavolate del genere vedendomi con loro qui.. ci mancherebbe soltanto un'altra denuncia.. questa volta la Prigione non me la toglie nessuno
    osservò prima una e poi l'altra ragazza poggiando il boccale con TOC sul tavolo di legno scuro.
    Dato che siete del primo ci rivedremo probabilmente.. le mie materie sono obbligatorie per i più piccini....
    stava peccando di superbia a ritenersi già assunta?
    Forse, ma aveva così tante idee da non riuscire a pensare di poter esser sorpassata da qualche vecchia carrampana senza voglia di insegnare ai ragazzi.
    Da quel che so gli anni dopo sono a scelta.. ma chissà.. se ci riuscissi potrei farvi appassionare
    quello che disse sembrò più che altro un pensiero ad alta voce.
    Avendo finito il boccale di lì a breve avrebbe levato le tende, ma già che c'era perchè non ascoltare un attimo se avevano cose da dire.
    Era straordinario , per lei, conoscere qualcuno che non sapesse minimamente nulla della storia della sua famiglia.
    Questo era dovuto probabilmente ai background delle due. Dovevano essere cresciute in culture così diverse che di pettegolezzi non si erano di certo nutrite.
    Però se avessero studiato la storia di Mannheim avrebbero sentito il nome di Bardur Stark.
    Il suo adorato nonnino.. adorato sarcasticamente ovviamente!
    Sarete la terza generazione di studenti ad uscire dalla scuola.. dopo la grande chiusura.. avrete il vostro bel da fare per farvi valere...
    pensò di nuovo ad alta voce.
    Non sapeva minimamente perchè si era messa così a straparlare.
    Imbarazzo? Sì, probabilmente era di nuovo quello.
    Succedeva sempre così: inizialmente non diceva una parola, poi andava a ruota libera.
    Fin troppo! Dato che magari le due avrebbero preferito starsene in silenzio a leggere il Ragno Carnivoro o qualcosa del genere.
    Si sa, proprio sotto la stella di Freyr sono nata.. ho bisogno di mostrarmi e di capire più di ogni altra cosa.. il Dio, se esistesse, sarebbe fiero di come porto avanti i suoi insegnamenti.. che il Ragnarok arrivi se mi sto sbagliando...
    annuì ai suoi stessi pensieri mentre frugava nella tasca dei pantaloni alla ricerca delle sei falci che doveva al locale.
    Trovate le fece rotolare sul tavolo cominciando a giocarci con un'aria decisamente infantile per essere una che aveva appena detto di essere un'educatrice.
     
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  11. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Ascoltò con decisione la ragazza dai capelli argentati. Nel frattempo, finì con gusto il suo budino e il suo succo di zucca. Volse lo sguardo verso il locale, stando ben attenta a coprirsi metà della faccia con il cappello.
    Suo padre era di spalle alla porta, parlando animatamente con un uomo dall'aria seria e dura.
    Se lei fosse uscita, lasciando il cappello alla ragazza, tutto quel che avrebbe visto suo padre sarebbe stata una chioma Rossa. La questione era sui vestiti. Se suo padre l'avrebbe vista con indosso quei vestiti, e poi rientrare a casa con gli stessi avrebbe avuto qualche sospetto. Doveva pensare. Ma perchè diavolo non poteva andare da qualche parte a fare uno spuntino? Non riusciva a capirlo. Ma dalla serietà in cui le raccomandavano di evitare alcuni posti, doveva esserci qualcosa a lei nascosto.
    I suoi pensieri furono interrotti dalla risata di Elín. Voltò la testa verso lei con aria sbigottita da quel che aveva detto.
    -Tu? Un educatrice a Mannheim? Scherzi?!-
    Cominciò, sorridendo.
    Nel frattempo la palla di pelo verde, Berenice, saltò sulla spalla di Elín, e successivamente sulla sua facendo un verso ad Elín, probabilmente una pernacchia, o qualcosa del genere. L'accarezzó. Il pelo era semplicemente stupendo, morbidissimo. Le sorrise e la prese fra le mani accarezzandola, e ascoltando Elín.
    Avere una ragazza così giovane, e da quel che le era sembrato, anche simpatica... un po' stramba certo, sarebbe stato fantastico. Si immaginava gli educatori della scuola, tutti un po' anzianotti e molto severi. Ma dopo ciò che aveva detto Elín non poteva non sorridere.
    -Per me sarebbe stupendo, Elín... Davvero.-
    Non sapeva cosa la faceva parlare, se la felicità o la curiosità. Ovviamente non aveva pensato che Elín, per quanto le sembrasse una persona a posto, magari in classe sarebbe stata altrettanto severa, quanto gli educatori che si immaginava.
    Sospirò. C'era solo una cosa da fare. Aspettare.
    Lasciò che Berenice saltasse ancora sulla sua spalla e appoggiò la testa sui pugni, con aria sognante.
    Si chiedeva quali materie avrebbe studiato, da troppo tempo ormai. Da quel che aveva detto Elín, due delle materie che lei probabilmente avrebbe insegnato sarebbero state Armi Antiche. Che non aveva assolutamente idea di cosa si trattasse. E cura delle creature magiche. Bhè, a questa il nome era ovvio. Non era mai stata a contatto con qualche creatura di grande stazza nota al mondo magico. Sperava che lo studio non era ridotto solo ai libri.
    Un movimento dalla parte del locale le fece girare ancora la testa.
    Suo padre si alzava dal tavolo, stringendo la mano all'uomo, e insieme si stavano dirigendo verso l'uscita. Tirò un lungo sospiro, e quando si assicurò che suo padre fosse uscito si levò il cappello porgendolo alla ragazza.
    -Grazie Elín, è andato!-
    Si guardò le mani. Col passare del tempo la sua pelle perdeva colore. E anche i capelli, guardando le ciocche, ora erano su una tonalità quasi marrone.
    Sorrise alle due e si abbandonò completamente sulla sedia.
     
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  12. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Elìn rivelò che, se avesse superato il colloquio (ma da come parlava, sembrava convinta di aver già il posto), sarebbe diventata la loro insegnante di Cura delle Creature magiche e forse Armi antiche. Inoltre, avrebbe tenuto corsi singoli su Razze e Dragologia in un secondo tempo. Dalle sue parole si capiva che era una donna che aveva viaggiato in lungo e largo imparando a difendersi e conoscendo i più disparati individui delle varie specie. Proprio come Tígrisdýta aveva sempre sognato. Quest’ultima la stava ascoltando con maggiore interesse e curiosità, con uno sguardo che rivelava tutta la sua stima nei suoi confronti. Anche Tessa sembrava interessata e stupita e si perse nei suoi pensieri con aria sognante.

    Mi sembri sicura di te, non c’è bisogno che ti auguri buona fortuna. Dragologia? Significa che hai visto dei draghi? Ho sentito dire che ci sono quelli dei ghiacci qui, in caso aprissi il corso, considerami già iscritta!

    Disse la ragazza cercando di limitare le domande, avrebbe voluto chiedere a quella donna di tutto, in primis su una specifica razza. Tuttavia avrebbe aspettato il momento opportuno. Sperava vivamente che quella donna superasse il colloquio. Un qualche vecchio bloccato sui libri non avrebbe saputo insegnare nemmeno la metà delle cose che conosce una più giovane e aggiornata sui tempi correnti, che oltretutto ha vissuto certe cose di persona. Tutte le materie che aveva nominato la incuriosivano. Da sempre era un’amante degli animali e uno dei suoi desideri maggiori era vedere da vicino gli animali magici, soprattutto quelli maestosi come i draghi. Aveva anche qualche arma che la madre esponeva orgogliosa in salotto. Meravigliose e lucenti creazioni di mani non umane conquistata ai tempi in cui razziava villaggi col compagno Drow. Oggetti strani, con qualche incantesimo castato dall’elfo che li facevano sembrare come coperti di un’aura strana. Nessuno, a parte le due padrone di casa, osavano avvicinarsi. La mezz’elfa aveva sempre desiderato di imparare a usarne un po’, ma la madre glielo proibiva data la pericolosità sia delle lame sia degli incanti. Se avesse imparato, forse, la madre si sarebbe tranquillizzata.

    *E chi dorme più, solo il pensiero di poter vedere un drago o un’altra creatura .. Non vedo l’ora di andare a lezione. Qualcosa mi dice che se riesco ad avvicinarmi a lei, potrei davvero scovare Drekansvörtu.*

    Pensò la ragazza mentre riprese il cappello che Tessa stava porgendo ad Elìn ringraziandola per l’aiuto datole per nascondersi dal padre, che a quanto pare era uscito dal locale, tempismo perfetto dato che l’incantesimo di mascheramento stava svanendo.

    Perdona la mia sfacciataggine, ma ti preferisco così.

    Disse alla coetanea con tono scherzoso. Finì quindi il suo dolce e anche la burrobirra, chiedendosi se dovesse ordinare altro o allontanarsi. Non era così socievole da passare la giornata in un locale con due sconosciute, però l’idea che una sarebbe diventata una compagna e l’altra una docente la tratteneva sulla sedia. Anche l’appetito che persisteva, o meglio, che era aumentato dopo lo spuntino faceva la sua parte.
    All’improvviso entrò il padrone della stanza che aveva affittato e, dopo essersi guardato attorno, la raggiunse. Aveva l’aria stanca e qualche graffio sui vestiti.

    Mi perdoni signorina Drekansvörtudóttir, l’ho raggiunta perché mentre pulivo la vetrina della reception ho notato che si dirigeva qui. Perdoni ancora la mia maleducazione, ma devo chiederle se può tornare al suo alloggio. Il suo animale domestico sta mettendo a soqquadro la stanza e riempiendo tutti i mobili con i suoi.. doni. Non è innervosito, anzi sembra si stia divertendo. Ma.. Se potesse metterlo nella sua gabbietta..

    Disse l’uomo con aria supplichevole e desolata, mentre si massaggiava le mani dove la giovane notò qualche segno di beccata. Questa lo scrutò a lungo con i suoi occhi viola. Poi mise le mani in un taschino, prelevando qualche galeone.

    Spero che non abbiate fatto cadere nemmeno una piuma dal mio giovane amico. Ho pagato per la stanza anche per lui, quindi le chiedo cortesemente se può ripulirla e dare un pezzetto di carne a Frelsis. Questi dovrebbero ripagarla per il disturbo. Mi scuso a nome suo per il trambusto. E’giovane e appena acquistato, quindi deve essere ancora addestrato. Ah, stia attento al becco, ha un bel caratteraccio.

    Rispose la giovane all’uomo che strabuzzò gli occhi guardando le monete che gli aveva appena posto nelle mani. Con un leggero inchino e un grande sorriso si dileguò. La giovane fece un mezzo sorriso, divertita dalla scena mentale che si era fatta immaginando il suo compagno piumato impegnato nel portare il caos nel piccolo alloggio, quindi si sistemò la veste prima di riportare lo sguardo alle due con cui divideva il tavolo.
     
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  13. ;bigbadwolf
     
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    Essere stata utile almeno per una di quelle due ragazze le fece molto piacere.
    Elìn, cosa che pochi sapevano, aveva un po' una fissa nell'aiutare gli altri.
    Qualche psicologo avrebbe detto che subiva, almeno in certi casi, il complesso del super eroe.
    Non era coraggiosissima in tutto, tuttavia, tant'è che a Mannheim, all'epoca in cui l'aveva frequentata , era stato Freyr a prenderla sotto la sua ala protettrice e non Tyr.
    Conosceva benissimo la storia di entrambi gli dei e poteva essere considerata, pur quanto non praticasse alcuna religione, una storica abbastanza di rilievo e una conoscitrice dell'Edda discreta.
    Figurati Tessa...
    fece rispondendo alla prima che l'aveva ringraziata per averle fatto scampare un rimprovero paterno (sperava solo quello).
    Osservò distrattamente la puffola pigmea completamente a suo agio in compagnia dell'ormai mora ragazza.
    Un po' invidiava la capacità di relazionarsi che aveva quella piccola palla di pelo. Lei si sentiva molto più a suo agio con le creature che con le persone.
    I draghi in particolare erano qualcosa di speciale nella sua mente.
    Era quasi empatica nei loro confronti.
    I draghi.. ne ho visti parecchi in realtà
    fece dando, questa volta, un po' di retta a Tigrìs.
    Quelli di Mannheim non li conosco, ma chiederò al direttore di permettermi di entrare nel loro territorio, al fine di preparare la strada per gli studenti.. non mi fiderei mai a farvi andare così in avanscoperta...
    si fermò alcuni secondi mentre la sua mente viaggiava sul programma che aveva già fatto di dragologia (su un blocco appunti che spesso le avrebbero visto tra le mani se fosse riuscita nei suoi scopi).
    In questa zona, per ovvi motivi, ci saranno solamente quelli dei ghiacci... al massimo qualche Europeo alla ricerca di un po' di frescura... ma quelli veramente interessanti, a parer mio, sono quelli che si trovano in Africa.
    Dato il territorio non molto ospitale si sono sviluppati nelle maniere più disparate.. alcuni stanno sotto terra, altri vivono sopra le nuvole e riescono ad assumere una forma simil gassosa...

    quei ricordi la mettevano stranamente di buon umore.
    Vi sono draghi più o meno ovunque in realtà.. e così tante razze da perderci la testa.. ci ho dedicato solamente pochi anni della mia vita e non ho mai potuto stare un attimo ferma.. ma non pensate che siano gli unici interessanti. Le creature magiche rappresentano un mondo così vasto che non sappiamo rendercene veramente conto...
    rendendosi conto che stava parlando un po' troppo si fermò lasciando spazio alle ragazze di dire qualcosa.
    In quel preciso momento un omino parecchio graffiato e sconvolto arrivò da loro prendendo parola in maniera titubante.
    Ad osservarlo più attentamente si notavano, oltre ai segni degli artigli, diversi bisognini di uccello addosso, sintomo che qualche volatile aveva deciso di volargli addosso con una qual certa foga.
    Elìn trattenne a stento una risata.
    Era una cosa molto buffa, ma le fece ricordare di quando aveva dovuto coprirsi di escrementi di drago per non essere bruciata viva.
    Ho poco da ridere... ahah!
    si rimproverò ironicamente.
    Non appena Tigrìs con un'eleganza degna della miglior famiglia magica mandò via l'uomo con un'extra lei riprese a parlare.
    A quel tipo serve proprio un Gratta e Netta, ma comunque che cos'è che l'ha conciato così? Un gufo? Un allocco? Non ho avuto tempo di guardare bene le ferite...
    domandò riferito al poveretto che se ne era appena andato via.
    A dirla tutta forse tu preferisci qualcuno di più raffinato di sicura, ma al momento non ho idee.. oltre a quella pallina di pelo verde sono accompagnata da un bellissimo corvo imperiale.. spero di potervelo presentare a Mannheim.
    girò lo sguardo verso la sala alla ricerca di un orologio.
    Tra le varie persone che parlottavano riuscì a trovare un singolare orologio dall'aria veramente gothica e con un pipistrello che usciva al posto del tipico uccellino dalla casetta emettendo un verso acuto.
    Tipica roba da Taverna.. ma comunque potrei anche andarmene... ho bevuto e l'ora è adatta per tornarmene verso casa
    Fra un attimo ragazze, vi lascerei.. voi restate quanto volete!
    esclamò mentre fece un cenno alla puffola che tornò da lei saltandole nel taschino della maglia, dal quale spuntarono fuori soltanto dei ciuffetti di pelo verde.
    Cameriere!!
    esclamò a voce molto alta facendo un gesto con la mano.
    Il solito giovane arrivò in fretta.
    Dovrei dartii giusto queste sei falci
    le prese dal tavolo da dove prima stava giocando.
    Ma prendi questo piccolo extra...
    diede un galeone intero al ragazzo, che la guardò con occhi pieni di gioia (era evidente che non ne vedeva tanti).
    Grazie signorina Stark , grazie!!
    se ne andò via nascondendo la moneta nel grembiule e mettendo invece quelle del conto nella cassa poco lontana dal bancone.
    Quel ragazzo, più grande, l'aveva subito riconosciuta sebbene non si fosse presentata.
    A certe cose non poteva scappare anche volendo. Sospirò e si mise a guardarsi intorno con aria un po' pensierosa.
    In quanto a tecnologia in quel luogo tutto era piuttosto datato.
    Il mondo magico ancora non sopportava di essere stato superato sotto questo punto dai babbani.
    Secondo Elìn la cosa che avrebbero dovuto fare era trovare un buon compromesso alle culture e finalmente rivelarsi.
    All'inizio sarebbe stato difficile e pericoloso, poi che le cose si sarebbero amalgamate.
    Non era successo così anche con i Mezzosangue e i maghinò?
    Era tutta una questione di far abituare le persone a vedere il mondo in maniera diversa.
    Fino a quando ci si sarebbe continuati a giudicare dal punto di vista della razza, del sangue e della sessualità.. beh, conquistare la pace sarebbe stata un'utopia ancor più grande.
    Si mise la giacca addosso aspettando che le ragazze dicessero qualcosa, per poi pensare a che strada fare per trovare un posto comodo per smaterializzarsi (era arrivata in quel modo e in quel modo se ne sarebbe andata).
    Tyr, Freyr e Hel sapranno aiutarvi nel fare le scelte migliori.. in realtà ritengo che i vostri genitori abbiano fatto una scelta ADATTISSIMA iscrivendovi a questa Accademia particolare..
    annuì per dare più forza alle sue parole
    Crescerete bene.. vedrete!
    fece un sorriso, un po' per circostanza, un po' perchè le venne naturale rassicurare le due, anche se forse non ne avevano minimamente bisogno.
    Come diceva sempre Nicholas.. sono una madre nata.. purtroppo
    si passò le mani tra i capelli tirandosi un po' su il ciuffo principale.
    Non avrebbe mai fatto figli. Era troppo terrorizzata di trasmettere loro la sua malattia.
    Piuttosto avrebbe cercato una compagna che potesse averne senza problemi.
    Non le importava NON partorire i suoi figli... voleva soltanto donare tutte le emozioni che aveva dentro a qualcuno che le meritasse.
    Finora gli unici amici sinceri che aveva conosciuto erano stati i suoi fogli da disegno e la carta su cui instancabilmente scriveva.
    Ma quello probabilmente era un po' il fato di tutti gli adepti di Freyr.
     
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  14. Tessa VanVlietdóttir
     
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    Ascoltò con attenzione le parole di Elín. Solo uno stupido non avrebbe concesso ad una ragazza, tanto esperta in materia, di poter insegnare, ció che sapeva, a Mannheim.
    La loro attenzione, poi, fu attirata da un uomo pieno di graffi e tagli, che con aria scombussolata e spaventata, si dirigeva verso il loro tavolo.
    Da quel che diceva, il volatile che apparteneva a Tre, la ragazza dai capelli argentati, si era dato da fare per rendere la giornata contrariamente tranquilla, a quell'uomo.
    Quando Tre, con una manciata di galeoni, congedò l'uomo, Tessa le rivolse un ampio sorriso.
    -Vedo che il tuo amico si da da fare in tua assenza!-
    Disse ridacchiando.
    Elín, poi, cominciò ad infilarsi la sua giacca. Effettivamente si era fatto abbastanza tardi, e i suoi, una volta arrivata a casa, le avrebbero chiesto sicuramente dove fosse stata tutto quel tempo. Grazie ad Elín non avrebbero mai sospettato che fosse stata in un pub, o quel che era, a parlare con delle sconosciute, che, successivamente, avrebbe incontrato a Mannheim. Sorrise stiracchiandosi. Elín chiamo rumorosamente il cameriere, che sussultò, prima di avvicinarsi. Non si poteva pensare a quanta positività trasmettesse la ragazza, solo guardandola in faccia, che risultava alquanto stanca.
    Dopo che Elín diede una mancia al cameriere, quello, con aria soddisfatta, si congedò, ringraziandola e... come faceva a sapere il suo cognome?!
    Era sicura che la ragazza si fosse presentata a loro, quando il cameriere era lontano.
    Molto probabilmente, o aveva sentito la conversazione oppure Elín era un'abituale cliente di quel posto. Due cose ovvie.
    -Bhè, credo che anchio andrò a casa... o mia madre mi recluderà a vita, e Mannheim, per me, sarà solo un sogno...-
    Concluse con un mezzo sorriso, prima di alzarsi e stiracchiarsi.
     
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  15. Tígrisdýta_Drekansvörtudóttir
     
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    Tígrisdýta stava ascoltando grande attenzione il discorso sui vari draghi del mondo che Elìn stava iniziando, quando lo interruppe a metà, forse credendo di annoiare. Congedato il proprietario della stanza che la mezz’elfa aveva in affitto, la sua probabile futura insegnante gli chiese che tipo di animale domestico possedesse successivamente affermò di avere un corvo imperiale. Tessa fece una battuta sul comportamento del suo compagno alato, che divertì la coetanea. Mentre stava per rispondere ad entrambe, la strega chiamò il cameriere, si stava preparando per andarsene, quindi la giovane non si dilungò troppo. Memorizzò il cognome della donna, che l’uomo sembrava conoscere, doveva essere importante quindi decise di chiedere qualcosa a riguardo alla madre, se era una un’appartenente a una famiglia famosa, molto probabilmente suo padre le aveva accennato qualcosa.

    Un falco comune. Anche se ha un carattere e un atteggiamento non molto comune, da come si comporta sembrerebbe convinto di essere un pavone. Un corvo imperiale? Sono meravigliosi!

    Rispose la ragazza. La sua interlocutrice intanto aveva citato tre nomi che a quanto pare sarebbero stati quelli delle confraternite in cui era suddivisa l’Accademia. Aveva un atteggiamento e un tono materno, molto diverso da quello della madre della mezz’elfa, che era più libertina e meno affettuosa, ma non per questo meno presente. Il tempo era passato e tutte le presenti al suo tavolo sembravano aver fretta di andarsene. Tígrisdýta si sistemò i capelli, indossò di malavoglia il cappello e si alzò in piedi. Una volta sistematosi il vestito, guardò le due con cui aveva passato l’ora di pranzo. Aveva scoperto qualcosa di molto interessante e non vedeva l’ora di incontrare entrambe al castello. Qualcosa le diceva che Elìn sarebbe diventata la sua professoressa, una di quelle sensazioni che si hanno che fanno auto convincere che le cose vanno proprio come pensiamo.

    Bene, vi ringrazio per l’ottima compagnia, spero di rivedervi sull’isola. Buona giornata, godetevi gli ultimi giorni di vacanza al meglio!

    Disse mentre si spostava dal tavolo rimettendo a posto la sedia, sollevandola come se fosse una piuma e mettendola vicino al tavolo senza il minimo rumore. Il suo era un buon augurio, ma non l’avrebbe mai fatto direttamente, quindi sarebbe potuto passare come semplice saluto formale. Aveva una postura corretta, senza bisogno di riprendere i muscoli dopo tutto quel tempo passato seduta. Con le dita giocava con lo schienale della sedia, un modo per distrarsi dal fatto che era di nuovo circondata da troppa gente. Aspettò le altre due prima di uscire. Avrebbe ordinato al banco qualcosa da portare alla stanza, non le andava di tornare al locale o di girovagare in cerca di taverne quella sera. Se di giorno c’era così tanta gentaglia, al calar del sole ci sarebbe stato sicuramente di peggio.
     
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