Pensieri parole e tramonto.

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    Dal tuo peggior incubo

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    Il tempo passava ma sembrava sempre fermo al primo giorno che era capitata in quella città.
    Quando decise di andarsene dall'Inghilterra e arrivare in quel posto avvolto solo da freddo e ghiacciai non era preoccupata della temperatura essendo che lei aveva sempre la pelle fredda come il ghiaccio,gli mancava leggermente le sue radici da seguace di Voldemort ma da quando era morto tutto era cambiato,sopratutto i mangiamorte ormai non esistevano più pensavano solamente a farsi la guerra a vicenda per proclamare un successore,nemmeno lei sapeva che unico successore in realtà poteva essere lei,la cosa ormai non la importava più perché da dopo che lui era stato ucciso tutto era cambiato,non c'era più nessuna lotta e nessun scontro per il bene o il male ma solamente dispetti come piccoli bambini che si litigavano le caramelle : infantili e stupidi.
    Anche per questo che decise di andarsene da quel poco,oltre che occupare la cattedra della sua materia unica che l'aveva sempre aiutata a distrarsi.
    Il sole ormai stava calando e il crepuscolo si stava avvicinando,lo spettacolo che si poteva vedere dalla sua stanza non era poi così spettacolare,quelle camere sembravano più celle che semplici stanze dei educatori.
    Non voleva stare un secondo di più in quel buco quindi decise di prende il suo mantello e uscire,senza una meta precisa voleva solamente camminare e pensare.
    Passo dopo passo arrivo senza nemmeno accorgersene al molo.
    Da li lo spettacolo era veramente eccezionale quel sole timido e stanco per una giornata di lavoro stava scomparendo nel mare cosciente che doveva lavorare in un'altra parte del mondo voleva far spazio a quella luna che non voleva salir nei cieli.
    Si avvicinò al bordo di una ringhiera dipinta di un blu scolorito e ci si appoggiò con i gomiti perdendosi a osservare quello spettacolo.
    Il vento della serata arrivò in anticipo,pungente e fresco iniziò a far volteggiare i suoi lunghi capelli che quel giorno aveva deciso di tenere slegati,infatti gli arrivavano fino a sotto i piedi.
    Era uscita dalla sua stanza con una mini gonna nera di pelle con dei ricami di pelle bianca che formavano dei fiori quasi tribali e una maglia sempre nera scollata trasparente al punto giusto (x).
    Poche erano le anime che frequentavano quel posto sembrava che a un certo orario tutti dovevano correre ai ripari,forse che avevano paura di qualcosa o qualcuno? a quel pensiero alzo le spalle Che desolazione mormorò mentre osservò quel oceano non del tutto calmo che si infrangeva nella banchina del molo come se volesse oltrepassarla.
    Fece comparire un pacchetto di sigarette e un accendino e se ne accese una,mentre appoggiò il pacchetto in una tasca della gonna.
    Iniziò a gustarsela mentre si perse nei vari pensieri che ogni volta gli violentavano la mente senza permesso.
    Sopratutto pensò a quello che era successo pochi giorni prima col direttore della scuola,non sapeva nemmeno perché aveva permesso a sé stessa di puntare così in alto con una persona che sapeva che doveva vedere sempre e comunque doveva starci a contatto sempre cosa che voleva dire che era una cosa solo di una volta?Questa forse sarebbe stata una domanda alla quale non ci sarebbe stata mai una risposta sincera.
    Con tutte le persone con le quali potevo stare proprio lui? pensò mentre scosse la nuca e diede un altro tiro alla sua sigaretta provando a scacciare quel pensiero.
    Si girò fissando quel posto ormai vuoto,sembrava che in quel posto era rimasta solamente lei e i pochi passanti sopratutto ragazzi che stavano passeggiando e cercando di far colpo di delle giovani maghe che nemmeno li consideravano li fissava solo con la coda dell'occhio senza nemmeno dargli troppa importanza,si perde a fissare quella visuale strana quasi da quadro,Islanda vista da lontano sembrava una piccola macchia nell'oceano.
    Non si rese conto che il sole era già scomparso e aveva lasciato spazio a un cielo spoglio solamente coperto dal rossore dei suoi raggi ormai lontani.
    Quel rossore che gli illuminò il volto obbligandola quasi a girarsi per via dei suoi occhi troppo chiari che non sopportavano quella luce abbagliante,infatti si girò si spalle appoggiando un piede (coperto da una bella scarpa col tacco venti,sempre nere) alla ringhiera,si appoggiò anche con i gomiti stirandosi la schiena mentre osservava attorno a sé.
    Quel lunga strada liscia senza un ciottolo che la invadeva,disposta sopratutto per passeggiare e osservare il mare ma anche per percorrerla con le biciclette.
    Pochi maghi stavano percorrendo quel posto sopratutto erano giovani che si perdevano a fissarla invece di badare a dove mettevano i piedi,infatti alcuni erano anche caduti.
    Si divertiva a vedere quelle scene,anche perché lei non aveva ancora fatto nulla quella sera voleva stare buona e calma e non aveva voglia di sprecare le sue energie con quelle persone anche perché non poteva subito farsi conoscere in quella città che gli aveva dato ospitalità e lavoro.
    Anche se il marchio che aveva sul polso per i babbani poteva sembrare un semplice tatuaggio ma per i maghi sapevano cosa era e quando aveva deciso di farselo li sapeva che poteva essere a rischio ma era anche cosciente che non gli importava di niente nemmeno di quei stupidi guardiani che giravano per la città e che già aveva inquadrata,da quando era morto voldemort le cose sembravano essersi calmate anche se tutti sapevano che era solo inizio di una lunga guerra che non avrebbe mai avuto fine perché sotto sotto c'era sempre un voldemort in ognuno di noi che nasceva sotto vecchie spoglie per poi crescere e diventare come lui.
    Diede un tiro alla sua sigaretta che ormai fra pensieri e ricordi si stava consumando da sola per questo diede ultimo tiro per poi spegnerla in un posacenere poco distante da lei,rispettava molto la natura aveva un cuore nero ma per la natura e gli animali no.

    Edited by »Poison•Queen - 20/8/2013, 00:53
     
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  2. Ian J. Howe
     
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    Il suo viaggiare non l'aveva stufato. Girare per il mondo parve distrarlo dall'incidente, se cosi poteva chiamarsi, di 3 anni addietro, o forse quattro... aveva perso il conto.
    Era stato annebbiato dall'alcool per troppo tempo, e dopo essersi disintossicato, a fatica, aveva ricominciato a stare bene.
    Quel posto in cui era giunto, seppur freddo, l'aveva colpito per la sua bellezza. Aveva trovato subito lavoro come guardiano. Anche se per molto tempo era stato lontano dal mondo della magia, dopo hogwarts, adesso era sicuro di aver fatto la cosa giusta, trovato il lavoro giusto e essersi stabilito definitivamente.
    Camminava per la città, senza una metà, e giunse vicino il molo. Poche persone si aggiravano lì vicino ma per lo più, -lo notava bene- appartenevano al mondo della magia, gli ultimi gabbiani rimasti tornavano a ripararsi per la notte imminente, e il mare era stranamente calmo, con un venticello fresco che gli oltrepassava la camicia bianca che aveva indosso. Il tutto era contornato da uno splendido tramonto arancio-rosa, con qualche sfumatura di blu scuro.
    Si fermò di scatto e mise una mano nella tasca anteriore sinistra dei jeans.
    -Chiavi... no...-
    Poi nell'altra.
    -Ah eccole..-
    Estrasse dalla tasca, infine, un pacchetto si sigarette, mettendosene in bocca una, e rimise il pacchetto nella tasca.
    Si ricontrollò le tasche, senza alcun segno di un accendino.
    Sbuffò, e si voltò camminando con la sigaretta spenta ancora tra le labbra.
    Con la coda dell'occhio notò una ragazza che fumava. Alzò un sopracciglio e guardandosi a destra e sinistra, con le mani nelle tasche, le si avvicinò.
    -Oh, Hei! Scusa hai da accendere?-
    Disse, togliendosi la sigaretta dalla bocca e passandosela tra le dita, mostrandola alla ragazza.
    Aveva lunghi, troppo lunghi, capelli, e un corpo che poteva far invidia alla dea venere.
    La squadrò non più di tre secondi distogliendo successivamente lo sguardo, per non sembrar sgarbato.
    Le sigarette non erano molto comuni nel mondo della magia, ma lui, vissuto sempre fra i babbani, non poteva farne a meno.
    Non aveva mai fatto uso di droghe pesanti, ma l'alcool era stata la sua distruzione qualche anno prima. Quindi si era limitato a caffè e sigarette, pensando di far, così, la cosa giusta.
     
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  3. ;bigbadwolf
     
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    ragazze , non per dire, ma vi rendete conto che quello su cui state ruolando è il molo di Mannheim? Guardate il gruppo di sezioni in cui siete!
    Spostate magari la discussione nel porto.. anche se comunque nemmeno lì ci potrebbero essere babbani!!! Inventatevi piuttosto un porto della capitale o simili !
    Scusate ma sono dovuta intervenire, non ha senso una discussione del genere come se non foste sull'isola! :3
    L'avevo scritto su skype alla tata, ma si vede che il pc le fa le bizze!
    Per favore quindi spostate la discussione o modificatela, vedete voi!
     
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    Si era di nuovo perso in quei pensieri che non si rese conto di quel ragazzo che gli si avvicinò.
    Scosse un attimo la testa e lo fisso velocemente senza un mezzo sorriso,non ama sorridere veramente.
    Senza parlare tolse il piede da sopra la ringhiera e prese l'accendino,era particolare argentato con incise sopra le sue iniziali "M.A" con un serpente che le avvolgeva di un verde smeraldo come i suoi occhi glielo pose e annuì con la testa.
    Era un ragazzo che non aveva mai visto in quel posto,non che lei lo frequentasse molto ormai girava solamente presso i corridoi del castello dove conosceva poche persone e alcune di quelle che conosceva come il troll non poteva vederle perché se poteva voleva solamente cruciarle.
    A quel pensiero fece un sorriso quasi maligno,chinò il capo per osservare meglio quel ragazzo,aveva una bellezza strana quasi disumana in quella città magica c'erano troppe bellezze maschili e la cosa gli piaceva molto.
    Molta carne alla brace,ottimo pensò fra sè e sè mentre quel vento che prima si era fermato tornò a tirare giocando con i suoi lunghi capelli e facendo muovere il suo lungo mantello scoprendo le sue grazie non coperte da quei succinti vestiti.
    Iniziò a giocare con i suoi piercing che aveva sul labbro mentre fissava il ragazzo,prese il pacchetto che aveva nella tasca e si accese un'altra sigaretta ormai non aveva più paura di niente nemmeno dei danni del fumo e sopratutto non gli importava quindi prese accendino prima di porgerlo al ragazzo e si accese ennesima sigaretta della giornata.
    Un vizio che accomuna molte persone commento mentre diede un tiro alla sua sigaretta lasciando impronta del suo rossetto rosso come un rubino sul filtro della sigaretta.
    Si sistemò il mantello che era fermato solamente al collo da una catena dorata si fisso attorno,i lampioni posti ai lati della strada si erano accesa la notte stata arrivando e le persone stavano sparendo da quel posto.
    La luna stava facendosi strada tra le nuvole che volevano nasconderla agli occhi di tutti gelose dell'attenzione che attirava su di essa.
    Senti uno strano rumore e sorrise mentre alzò lo sguardo verso il cielo,stava arrivando.
    Vide una piccola macchia nera che planò sopra la sua testa e si appoggiò sopra la sua spalla fissando come sempre male la persona che aveva davanti: era il suo pipistrellino geloso come se fosse il suo sposo,scosse la nuca quando vide il suo animaletto che plano sulla testa del ragazzo e gli iniziò a girare attorno come per ispezionarlo da vicino Devi sempre farti conoscere tu?Sparisci commento spazientita per atteggiamento del suo animale alzò le spalle e fisso il ragazzo Scusalo è geloso anche dell'aria che respiro ormai commento fissando male il suo animale e facendogli un dispetto infatti scrocchio le dita e gli una cascata d'acqua fredda schivo per un soffio il pipistrello che offeso si appollaio su un ramo di un albero poco distante da loro.
    Vide una panchina a pochi passi da loro e si avvicinò a essa sedendosi,mentre accavallò le gambe però senza togliere lo sguardo dal ragazzo del quale non sapeva ancora il nome.
    Con la coda dell'occhio vide un gruppo di ragazzi che si stava incamminando per la strada e si fermò come se avessero visto un bagliore nel cielo rimanendo a bocca aperta.
    Si mise a ridere per quella scena e alzò le spalle mentre diede un tiro alla sua sigaretta,quel ragazzo la incuriosiva prima cosa perchè era affascinante sopratutto con un bel fisico almeno per quello che poteva vedere da quella camicia bianca ma anche perché non l'aveva mai visto,chissà cosa faceva e chi era.
    Lei ancora non sapeva che quel ragazzo faceva parte della cosa che odiava più al mondo : i guardiani.



    Si tata tranquilla,infatti me ne sono accorta e quando internet me ne ha dato tempo ho corretto,mi ero scordata del tutto,sono leggermente fusa loool

     
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  5. Ian J. Howe
     
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    La ragazza sorridendogli, gli porse l'accendino, non prima di accendersi un altra sigaretta.
    A quel punto Ian lo prese, e se lo rigirò tra le mani. Era sicuro che accendini così, tra i babbani, non c'è n'erano.
    Rimise la sigaretta tra le labbra e l'accese, una nuvola di fumo gli contornò la faccia per poi dissolversi tra il cielo e il vento. La ragazza parlò e lui annuì solamente, perchè in quel momento uno sbattito d'ali attirò la sua attenzione, e in men che non si dica un pipistrellino atterrò sulla spalla della sconosciuta, guardandolo storto per poi rialzarsi in volo e volteggiare sulla sua testa, fino a sedercisi sopra.
    Alzò un sopracciglio mentre valutava la situazione. Doveva sembrare molto buffo, con il pipistrello sulla testa.
    -Emh...-
    Riuscì solo a dire, e in quel momento la ragazza spiccò ancora la parola, facendo comparire un po' d'acqua dritto verso il pipistrellino, che agilmente si scansò, stessa cosa fece lui.
    -Oh, bhè lo capisco...-
    Accennò, ammiccando verso il pipistrellino.
    Poi la ragazza andò a sedersi su di una panchina lì vicino, accavallando le gambe in un modo tutto suo, tale che Ian non poté che non fissarla.
    Adesso era rimasto lì in piedi, a fissare la giovane, con l'aria da ebete.
    In quegli anni passati a cercar un nuovo luogo di stabilimento aveva avuto rare occasioni di stare con una donna, e seppur affascinanti erano quelle che aveva incontrato, non arrivavano a tale bellezza della sconosciuta che "per caso" aveva incontrato.
    La ragazza ridacchiò, e in un primo momento non capì, poi vide alcuni ragazzi fermarsi e guardarla.
    Scrollò le spalle, non aveva niente da biasimare a quei poveri individui.
    La ragazza era ancora lì seduta, e fumava come se non gli importasse.
    A quel punto Ian si accorse di aver in mano ancora l'accendino e si incamminò per restituirgliela.
    Le si avvicinò e gliela porse.
    -Grazie mille, non sono tanti, nel mondo magico, che fumano...-
    Disse.
    Si guardò intorno con aria persa. Che doveva fare? Doveva sedersi?
    Scrollò ancora una volta le spalle, e si adagiò sulla panchina, un po' più lontano dalla ragazza, per non infastidirla.
    Diede un tiro alla sua sigaretta fissando il cielo.
    -Comunque io sono Ian.. Howe, e tu?! Non sarebbe carino darti un nomignolo del tipo Ragazza-che-mi-salvò-con-il-suo-accendino-argentato..-
    Spiccò un sorriso mentre le porgeva una mano.
    Il passato era solo passato, anche se faceva ancora troppo male. Tanto valeva ricominciare a vivere e conoscere nuova gente,quella era una giusta terapia, che deprimersi e affogare il dolore nell'alcool.
     
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    Quei occhi sembravano parlare da soli,così profondi ma allo stesso tempo così misteriosi.
    Forse proprio per quello era ancora li con quel ragazzo sconosciuto.
    Ascolto il suo riferimento per il suo animaletto Si,fin troppo geloso delle mie vittime pensò maliziosamente mentre fisso il ragazzo dalla testa ai piedi.
    Quando si sedette sulla panchina e fece quel gesto fin poco casto,vide anche lo sguardo del ragazzo : uguale a quel gruppetto di giovani e la cosa gli piaceva.
    Si stacco la catena del mantello e si alzò per toglierselo mostrando del tutto le sue curve ma anche la sua gonna fin troppo corta e la maglia abbondantemente scollata.
    Quando si tolse quell'espressione da ebete che aveva sul volto vide che si avvicinò a lei,ma sempre rimanendo distante si era seduto sull'angolo della panchina.
    Diede un tiro alla sua sigaretta per poi prendere l'accendino e metterlo in tasca.
    Butto fuori il fumo e lo fisso Se ti avvicini non ti mangio,tranquillo commentò divertita.
    Prego,nel mondo magico non si vedono molti ma in realtà quelli che hanno questo vizio babbano sono fin troppi commento per poi buttare la cenere a terra e dare un altro tiro alla sua sigaretta lasciando il segno del rossetto sul filtro.
    Si perse a osservare orizzonte quella piccola isola che si vedeva da lontano pensò a quel posto, quel molo dove si vedevano attraccare traghetti pronti per caricare le persone e portarle a dar da mangiare a Kraken
    Questo posto è incantevole sopratutto quando compare il Kraken,quel dolce e gigantesca creatura marina commento perdendosi a pensare che non era ancora andata a dargli da mangiare nemmeno una volta Sarebbe bello dargli da mangiare almeno un babbano,di quelli proprio antipatici commento ridacchiando fra sé e sé mentre si giro verso il ragazzo e lo fisso con i suoi occhi color ghiaccio Sarebbe troppo lungo il nomignolo che mi vorresti dare,semplicemente chiamami Morticia Addams commento sorridendogli mentre porse anche lei la sua mano e strinse quella del ragazzo facendogli sentire la sua pelle vellutata ma fredda come la morte.
    Diede un altro tiro alla sua sigaretta quando si osservò attorno un gruppetto di ragazzi sicuramente appena diciottenne si avvicinò a lei perdendosi nelle sue curve.
    Scusa splendore hai da accendere? commento un ragazzo piuttosto carino e ben messo in base di fisico.
    Lo fisso e si mise a ridere Io avrei anche da accendere,ma cosa ti accendo se non hai nemmeno una sigaretta? commento lei ridendo fissando quel ragazzo nei occhi che divenne rosso come un pomodoro e rimase fermo come un ebete mm..allora puoi accendermi qualcos'altro commento il ragazzo appoggiando una mano sulla panchina con prepotenza senza curarsi del ragazzo che era accanto a lei,lo sguardo di quello stolto si perdeva sopratutto nella sua scollatura abbondante lei diede un tiro alla sua sigaretta e alzo lo sguardo Devi ancora crescere,se vuoi che ti accenda altro splendore commento mentre sorrise maliziosamente.
    Quel ragazzino rimase impassibile,aveva fin troppa convinzione su se stesso Oh ma ti farei ricredere dolcezza,ti farei scoprire cose che ancora nessun ragazzo ti ha fatto scoprire e sentire,sopratutto questo qua accanto a te,sembra tanto una pappamolla detto ciò allungo una mano sulla sua pelle fredda quasi accarezzandola ma senza il suo consenso facendo lei diede ultimo tiro alla sua sigaretta e lo fisso seriamente ma allo stesso tempo malignamente Mai allungare le mani su una donna,senza il suo permesso commento mentre velocemente come un gatto scivolò dalla sua presa e si scivolò quasi addosso a Ian gli sussurrò velocemente Scusami un attimo mentre si alzò e appoggiò con un gesto felino fece cadere seduto quel ragazzo tanto invadente appoggiando la sua punta della scarpa,nel punto più delicato del ragazzo,appoggiandosi con i gomiti sul suo ginocchio e pian piano premette Hai beccato la gattina sbagliata,io non faccio le fusa ma graffio sopratutto se davanti a me trovo ragazzi fin troppo sicuri di sé e con la bocca ancora sporca di latte,ordunque ora ritiri ciò che hai detto se no rischi di perdere i gioielli,intesi? commento ma questa volta era seria fisso con la coda dell'occhio gli altri ragazzi che si erano tenuti a distanza vedendo la scena Ordunque? gli disse con tono calmo e pacato
    Quel ragazzo forse terrorizzato dall'idea di perdere i suoi amati gioielli annuì,gli faceva quasi pena quindi tolse il piede e si mise dritta accanto a lui,era molto alta come ragazza e con i tacchi lo era ancor di più.
    Si mise le mani sui fianchi prima che i ragazzi se ne andarono li fisso nuovamente e andò vicino al mal capitato e gli sussurò Ci vedremo a lezione,e non so se sarai felice lo fisso mentre quel ragazzo capì veramente chi era la donna davanti a lui : La sua educatrice di Divinazione
    Oh no,c'è ma io scherzavo..ok..scusatemi commento mentre corse via come un fulmine.
    Scosse il capo e si sedette nuovamente ma questa volta più vicino al ragazzo Dicevamo? commento divertita come se non fosse successo nulla.
     
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  7. Ian J. Howe
     
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    La notte stava scendendo pian piano. Il cielo dal rosa-arancio perdeva colore trasformandosi in un blu sempre più scuro.
    La ragazza si riprese l'accendino e si presentò anche lei porgendogli la mano, che al tatto era molto fredda, ma non si scompose. Le sorrise e si avvicinò un pó di più.
    Poi Morticia parlò di un certo Kraken, di cui Ian non aveva mai sentito parlare. Alzò un sopracciglio.
    -Kraken? Che forma ha? Io sono qui da poco e non...-
    Cominciò a dire, ma si bloccò sul colpo perché un ragazzino, di più o meno diciotto anni si avvicinò e chiese a Morticia se aveva da accendere. Ian fece una risatina mutandola in un colpo di tosse, e rimase a guardare. Le risposte che infliggeva Morticia al ragazzino sembravano affliggerlo e mortificarlo sempre di più, ma esso non si arrendeva. Arrivò a denominare "Pappamolla" lo stesso Ian, che non si scompose e fece finta di non vederlo.
    In un attimo Morticia gli fù quasi addosso, sussurrandogli all'orecchio e alzandosi di scatto. Fece cadere il ragazzino per terra e gli poggiò la punta del suo tacco sul pube.
    Ian fece un mezzo sorriso e cominciò a godersi tutta la scena. Morticia lo stava umiliando per bene.
    Il ragazzino, poi, si scusò e scappò via, e Morticia si rimise a sedere.
    -Sai farti rispettare! Sbaglio o hai detto "Ci vediamo a lezione"? Sei un'insegnante?-
    Le chiese adagiandosi ancora un pò sulla panchina.
    -Io sono... Lavoro al ministero..-
    Disse, correggendosi subito. Non voleva svelare il suo lavoro così, senza pensarci su, senza conoscere la donna. Per quel che ne sapeva poteva far parte delle due sette.
    Finì la sigaretta buttandola via. Ormai il cielo era abbastanza buio, e i lampioni lì vicino si accesero uno dopo l'altro.
     
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    Stava osservando quel gruppetto di ragazzi che stava quasi correndo via verso il castello,scosse la nuca e li fisso Studenti maleducati ringhio fissandoli mentre diede un tiro alla sua sigaretta che nel trambusco si era consumata.
    Anche se non stava fissando il ragazzo sentì cosa annuncio,era del ministero voleva saltargli addosso e tagliargli la gola con la sua stessa unghia affilata finché ultima goccia del suo sangue non fosse uscita ma si calmo,non poteva farsi scoprire e farsi perseguire dai guardiani come era successo a Hogwarts che gli auror gli volevano dare la caccia anche se fortunatamente non avevano mai capito chi era la persona a cui davano la caccia e non sapevano nemmeno il suo nome e il suo volto.
    Chiuse gli occhi mentre un vento freddo gli accarezzo il volto in quel modo fece diventare invisibile il tatuaggio che aveva sul polso riguardante il marchio e lasciò solamente un serpente avvolto su una lettera gotica,la sua iniziale,così anche se lo vedeva non potevano mai sospettare niente ormai quell'isola si stava riempendo troppo di guardiani o seguaci del ministero.
    Lo fisso e sorrise falsamente ma nessuno poteva accorgersene Scusami per questa scena che ti sei dovuto subire,ma molti dei miei studenti sopratutto i nuovi che ancora non mi hanno conosciuto pensano che sono una studentessa commento mentre si andò a sedere vicino a lui Comunque si,sono un'educatrice dell'accademia di Mannheim e occupo la cattedra di Divinazione e antiche Rune commento sorridendo sperando che facendo così e dicendo chi era poteva sapere di più cosa era quel ragazzo ma sopratutto che parte occupava nel ministero,poteva sempre servirgli in un futuro.
    Diede ultimo tiro alla sua sigaretta e lo fisso Non sai cos'è il Kraken?Allora si sei veramente nuovo commento ridacchiando.
    Il suo mito ha origini molto antiche, ma si è sviluppato soprattutto fra il Settecento e l'Ottocento, forse anche sulla base dei resoconti di reali avvistamenti di calamari giganti,pensa che viene generalmente rappresentato nei antichi testi come una gigantesca piovra, con tentacoli abbastanza grandi da avvolgere un'intera nave.
    In norvegese, krake indica un animale malsano o aberrante pensa che in tedesco, Krake significa piovra.
    commentò fissandolo.
    Passo la sua mano fredda sul braccio del ragazzo alzandolo orizzontalmente a lui Se tu punti il braccio verso orizzonte e chiudi gli occhi potrai ascoltare il suo stridulo e sentire le sue onde energetiche commento mentre passo di proposito la sua mano fredda sul braccio del ragazzo,si puntava a fargli venire i brividi quello era il suo scopo.
    Si stacco e tornò a narrare le sue conoscenze sulla creatura E' un animale con tentacoli, assai simile a una piovra, ma di dimensioni gigantesche pensa che narrano che la sua lunghezza compresa di tentacoli possa arrivare a cinque metri,la sua bocca, oltre a ciò, invece di avere il solito "becco" tipico degli animali più comuni è costellata da tantissimi piccoli denti. commento per poi dare ultimo tiro alla sua sigaretta e alzarsi per andare verso il posacenere posto sopra un secchio dell'immondizia e la spense per poi tornare seduta vicino a lui e continuare Si nutra principalmente di carne ma essendo che Accademia lo tratta come un cucciolo domestico non attaccherebbe mai un umano,però quando sente qualche pericolo per i suoi benefattori o per se stesso , scatenare tutta l'ira che gli antichi marinai ben conoscono. commento per poi finire il suo racconto.
     
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  9. Ian J. Howe
     
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    La ragazza continuò a fissare il gruppo di ragazzini, che a sua detta erano suoi studenti, che andavano via. Un vento leggero e fresco soffiò in quella direzione, e poté il profumo che emanava Morticia. Scosse la testa e tornò a guardare il cielo. Le prime stelle facevano già capolino, insieme ad una luna tagliata a metà, ma come sempre emanava la sua aura bianca e misteriosa.
    La ragazza smise di fissare verso la banda di ragazzini, ormai lontani e invisibili e si girò verso lui, sorridendogli. A quel punto non poté che ricambiare il sorriso. Si sentiva un po' in imbarazzo, anche perché era calato il silenzio.
    Ma prima che potesse dire qualcosa Morticia prese a scusarsi.
    -Oh non ti preoccupare...-
    Disse, squadrandola meglio, e adocchiando di sfuggita le gambe.
    -Non hanno tutti i torti, avessi avuto io un'insegnante così...-
    Disse ridendo.
    Poi, Morticia cominciò a parlare del Kraken, la bestia marina, che occupava le acque di fronte a loro. Gli prese il braccio -la sua pelle a contatto con quella di lei, stranamente fredda, faceva un effetto strano, non poté che rabbrividire a ciò.. - e indicò l'orizzonte.
    Gli lasciò il braccio, e sentì il sangue, nel punto in cui lei l'aveva toccato, riscaldarsi di più.
    Ogni tanto, mentre lei parlava, si sorprendeva a fissarla girando e rigirando la stella che aveva attaccata al collo, e a quel punto distoglieva lo sguardo e ritornava a guardare in direzione dell'orizzonte e dell'acqua, lí dov'era nascosta la creatura che stava descrivendo.
    Una volta assicuratosi che avesse finito di parlare intervenne lui.
    -Oh, bhè, è una creatura fantastica, assomiglia vagamente alla piovra gigante che c'è ad Hogwarts, ma questa mi da l'aria di essere un po'... più aggressiva all'apparenza...Proprio come te eh!-
    Disse, poi, ridendo.
    -Sembri proprio ben informata, hai sempre vissuto qui?-
    Concluse poi.
    Guardò un attimo il suo orologio, e si rilassò. Era ancora presto, e il giorno seguente non sarebbe dovuto andare a lavoro.
    Si sorprese poi, del fatto che da una malinconica passeggiata in solitudine, fosse adesso, seduto con una ragazza, sicuramente fuori dal normale, condividendo la stessa panchina.
     
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    La pelle di quel ragazzo era calda e avvolgente al contrario di lei.
    Lei era come il ghiaccio che avvolgeva quell'isola freddo e distaccato ma sicuramente se un ghiaccio veniva paragonato a lei: il ghiaccio era bollente confronto a lei.
    Non amava quei sentimenti chiamati amore e amicizia anche perché lei non li conosceva,era vissuta e cresciuta in un posto dove non era concesso provare niente di tutto ciò,molte volte si domandava perché babbani e maghi facevano la lotta per potersi accaparrare quelle emozioni che veramente erano indispensabili?
    Gli era stato insegnato che amare qualcuno significava solamente avere del dolore incolmabile dentro al cuore,ma sopratutto significava sentire quell'organo iniziare a battere e la cosa pian piano poteva ucciderti,quando erano piccoli e stavano già nel gruppo dei mangiamorte era questo che gli insegnavano infatti lei era cresciuta senza riuscire mai a donare un sorriso vero e non falso,senza mai riuscire ad avere dei veri amici che quando si ha bisogno loro erano li per accoglierti fra le braccia donandoti quel sentimento che chiamavano amicizia.
    Non era riuscita,solo nei giorni scorsi aveva sentire una strana cosa dentro di sé : il suo cuore nero come il carbone stava iniziando a battere lentamente,come era possibile che tutto quello era successo da un semplice sorriso di quell'uomo che era anche il suo capo?
    Non era la prima volta che si era concessa a un'uomo ma quella volta era stata strana proprio perché il suo cuore batteva al suono di un'armonia che poteva definire fin troppo dolce.
    Scosse la nuca cacciando quel pensiero e si volto verso il ragazzo e alzò le spalle divertita Se avessi un'insegnante come me,ti avrei fatto rigare dritto e non ti avrei mai permesso di farti dare del pappamolle commento mentre si morse la lingua fra i denti mostrando il suo piercing con un far divertente e ironico.
    ascoltò il paragone che fece con quello stupido animale che era a Hogwarts si mise a ridere Oddio,non paragoniamo quella stupida piovra a Kraken,mi ricordo che quella piovra era più presa d'assalto dagli studenti del terzo anno,e non riusciva mai a svolgere veramente il suo lavoro commento mentre si portò una mano davanti alle labbra e scoppio a ridere a quel pensiero.
    Ascolto il paragone che fece il ragazzo paragonandola a Kraken appoggiò la sua mano sulla gamba del ragazzo Oh ma io non sono aggressiva all'apparenza sono solamente stronza e vendicatrice gli sussurò nell'orecchio per poi fissarlo divertita.
    Accavallò le gambe e lo fisso Mi piace informarmi sui posti dove dovrò andare,sopratutto per non trovarmi impreparata in occasioni come queste gli sorrise maliziosamente per poi fissarlo e alzare le spalle divertita In realtà io sono Americana,ma ho vissuto molto in Inghilterra essendo che insegnavo per appunto a Hogwarts e poi sono capitata qua commento sorridendo.
    Non voleva logicamente sbilanciarsi su quello che riguardava il suo passato.
     
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  11. Ian J. Howe
     
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    In quel momento non poteva che sentirsi bene. Il vento fresco, il fragore delle onde contro il muro del molo, la luna, le stelle, e la compagnia.
    Qualche anno prima non si sarebbe mai immaginato di passare una serata insieme ad una donna sconosciuta e conosciuta, così, per caso.
    E forse neanche di andar via da una Londra che non aveva più valore, ormai, per lui.
    Ma voleva girare pagina, o forse cambiare proprio libro, iniziarne uno nuovo. Iris e Aurora il fato aveva deciso di farle scomparire per sempre, e per quanto le avesse amate, ognuna in un modo diverso, ma entrambe incondizionatamente, sapeva che se fosse stato infelice per loro, che adesso forse stavano meglio, da quella orrenda notte, loro non avrebbero apprezzato.
    Quell'assassino l'aveva fatto, poi, fuori durante una notte, mentre era in un bar, e quello, ubriaco, si vantava di ciò che aveva fatto. Sentire quelle parole, le parole di Iris che gli aveva rivolto, di supplica e di paura, gli fece scattare qualcosa nel cervello e nel corpo. Forse adrenalina, o rabbia. Seppe solo che si ritrovò fuori dal locale, con la bacchetta in mano, e l'uomo, morto, per terra.
    La rabbia l'aveva accecato, non si era neanche accorto di quel che aveva fatto, essendo ubriaco fradicio, e pieno di un dolore lancinante all'altezza del petto. Quello squarcio nel petto apertosi la notte dell'assassinio, sembrava, se possibile, essersi aperto ancora di più, quella sera, in quel bar.
    Si accorse che Morticia stava parlando, ma non riuscì a coglierne le parole, concentrato a rivivere ricordi, fissando la luna.
    Non era quella la cosa giusta da fare, in quel momento. Accanto a lui c'era una persona, che gli stava rivolgendo la parola. Doveva pensare a lei, e non al passato.
    Si scrollò d'un tratto i pensieri dalla testa, e prese a guardare Morticia, cogliendo solo una delle ultime frasi, dato che le sue labbra erano poco distanti dall'orecchio di Ian.
    Fece un sorriso, guardando davanti a se, prima che Morticia si ricomponesse, riaccavallando le gambe, cosa che non passò inosservata al suo sguardo indagatore.
    Sospirò, e attese che la ragazza finisse di parlare.
    -Prima cosa...- Cominciò alzando l'indice destro. -Potrei stabilire solo io, se sei "stronza e vendicatrice" come dici di essere.- Fece un mezzo sorriso, per poi continuare. -Seconda cosa, sono il contrario di te, ovvero mi piace esplorare senza conoscere nulla.- ammiccò, girandosi verso di lei, e appoggiando il braccio sinistro sul poggiaschiena della panchina. -E terzo, mi piacciono le insegnanti.-
    Concluse con un sorriso, dando di sfuggita uno sguardo interessato che andava dal petto alle scarpe, per poi tornare a riguardarla negli occhi.
     
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    Pensieri e parole si perdevano in quel vento che non voleva fermarsi,voleva portare via i pensieri di quei due ragazzi belli o brutti che erano.
    Si era fermata a parlare e iniziò a fissare quel ragazzo nei occhi notando che si era perso anche lui in pensieri che erano nascosti nel suo inconscio.
    Chi non pensava non poteva vivere,chi non aveva ricordi non aveva un passato è quello che univa i maghi ai comuni babbani come a tutti gli esseri umani che gioivano del piacere della terra.
    Si stava perdendo a fissare la luna quando chinò lo sguardo quei raggi anche se deboli gli facevano diventare gli occhi ancora più chiari e gli dava fastidio per questo osservo quei raggi che si riflettevano sulle acque dell'oceano sembrava che si stessero rincorrendo.
    Si girò verso il ragazzo e ascolto i suoi punti che la fecero sorridere,quella serata stava bene si stava rilassando con quel ragazzo conosciuto per caso.
    Non ti conviene vedere questi punti di me,dolcezza disse mentre gli accarezzò il volto facendogli sentire ma senza fargli male le sue unghie lunghe.
    Il secondo punto gli interessava Io amo solo conoscere cosa la storia narra ma non vale lo stesso con le persone,il mistero è terribilmente affascinante e sensuale commento ogni paragone era casuale,forse.
    Ascolto con molto più interesse il terzo punto e si girò verso di lui,questa volta voleva istigarlo sopratutto perché ne aveva occasione.
    Per questo si appoggio con la schiena contro la panchina anche se aveva notato il braccio del ragazzo,ma da come aveva fatto il gesto sembrava causale e si passo una mano sulla gamba lunga e nuda.
    Ci sono insegnanti e insegnanti,quelle buone e dolci e quelle che amano provocare,quindi quale ti piacciono? lo fisso solamente con la coda dell'occhio mentre continuò a muovere la sua mano sulla sua gamba,passando la mano anche sul bordo della sua gonna gia troppo corta senza far nulla in realtà ma voleva vedere la reazione del ragazzo.
     
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  13. Ian J. Howe
     
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    Si perse, ascoltando le parole della ragazza, che fluivano dalle sue labbra.
    Le unghie ben curate della giovane, gli passarono sul viso, solleticandolo. Lui diede uno sguardo alla sua mano ben curata e liscia. Il tocco, seppur la sua mano fosse molto fredda, per ragioni a lui sconosciute, sembrava ardere sulla sua pelle. Non era reale, era solo una sensazione, come tante, eppure non provava tali emozioni da molto, moltissimo tempo.
    Morticia si appoggiò sulla panchina, toccando la schiena sul suo avambraccio coperto dalla leggera camicia, in un modo del tutto casuale, per poi prendersi ad accarezzarsi la gamba accavallata sull'altra. Cerco di auto-controllarsi, concentrandosi sulle parole, e sul suo volto, anche se, ogni tanto, lo sguardo cadeva sulla mano e sul petto, abbondantemente scollato.
    -Bhè, sicuramente il secondo settore di insegnanti. E dimmi, tu appartieni proprio al primo vero?-
    Disse ridendo, avvicinandosi un altro po' alla ragazza, facendolo apparire casuale, mentre si schiariva la gola.
    Stese una gamba, piegata in orrizzontale, sulla panchina, nel poco spazio che divideva i due, facendo penzolare il piede fuori. Facendo cosí, il ginocchio fino alla caviglia, entrava in contatto con la coscia di lei. Anche questo fu escogitato per apparire in modo casuale.
    Quella serata andava per il meglio. Quella sua prima conoscenza, in quella cittadina fredda, lo intrigava molto.
    Non sapeva ancora come, quella ragazza, aveva preso a persuaderlo, così, nel modo più naturale possibile. Era di sicuro una dote, quella.
    Lui, se non coinvolto, non sarebbe mai stato in grado di persuadere qualche giovane donzella. E in effetti, pensandoci, non l'aveva fatto neanche con Iris. Aveva fatto lei la prima mossa. Proprio come la ragazza che aveva di fianco, in quel momento.
    Riusciva a tenergli testa, mostrandosi aggressiva fuori. Ma forse, in fondo, un cuore c'é l'aveva anche lei, essendo umana.
     
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    Tutto poteva sembrare causale ma niente era causale in quel momento,giochi di parole e di sguardi rubati.
    Si stava divertendo,ma quella poteva essere un gioco troppo divertente o pericoloso per il ragazzo,ormai non troppo sconosciuto.
    a pensarci bene poteva essere pericoloso anche per lei essendo che era del ministero ma non gliene importava come niente alla fine dei conti.
    Amava provocare e divertirsi,e poi chi avrebbe detto che quel ragazzo sarebbe capitato ancora una volta sui suoi passi?Poteva essere un semplice segretario del ministero o qualche carica maggiore perché pensare sempre al peggio?
    Non era da lei pensare al negativo gli piaceva pensare positivo e se qualcosa andava storto beh avrebbe combattuto.
    Senti quel lieve contatto sulla sua schiena nuda e sorrise mentre giocava ancora con la mano per poi fermarsi e fissarlo Dovrai giudicare te a che categoria appartengo detto questo prese la mano del ragazzo e se la pose sulla gamba nuda,ora si che si iniziava a giocare.
    Lasciò la mano del ragazzo a contatto con la sua pelle senza dire o far nulla,fece comparire un pacchetto di sigarette e se ne accese una divertita a osservare gli occhi del ragazzo.
    Diede un tiro e butto fuori il fumo,ne offri una al ragazzo sicuramente gli serviva.
     
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  15. Ian J. Howe
     
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    Il tempo scorreva, forse lentamente, e la situazione si faceva intrigante, e anche molto.
    Morticia, dopo un breve accenno, gli prese la mano e la portò sulla sua gamba.
    Dopodichè lei fece comparire un pacchetto di sigarette e se ne accese una, offrendone anche a lui.
    Non potè rifiutare. Ne sfilò una, e le prese l'accendino argentato dalla mano accendendola. Si rigirò tra le mani quel curioso aggeggio, non togliendo l'altra dalla coscia della ragazza.
    Dopodichè glielo restituì e si appoggiò allo schienale della panchina boccheggiando di tanto in tanto la sigaretta.
    Prese ad accarezzargli la gamba con il palmo rivolto all'insù, involontariamente. Era un gesto partito in automatico, di cui non se ne accorse, mentre guardava l'acqua ormai diventata nera data la scarsità di luce della notte. L'unica fonte di luce erano due lampioni ai lati della panchina, abbastanza distanti l'uno dall'altro.
    La pelle liscia e vellutata scorreva sotto la sua mano.
    -Ok, mi son sbagliato...- Cominciò, sorridendo e girando il capo verso di lei -Appartieni proprio alla seconda, non ci sono scuse!-
    Le sorrise, facendo un tiro, abbastanza lungo, dalla sigaretta, per poi, dopo alcuni secondi buttar via tutto il fumo, creando una nuvola che andò a disperdersi velocemente.
    -Allora sono proprio fortunati, quei ragazzi, ad averti come insegnante...- Disse ammiccando.
    -Non se ne vedono di così, in questi giorni confusi...-
    Disse, mentre le carezze si facevano più persistenti, quasi a voler riscaldare quella pelle straordinariamente fredda e vellutata.
    Le arrivava fino al ginocchio per poi ritornare indietro, fino al bordo della gonna.
    Guardava con persistenza il cielo, mentre si aspettava qualche reazione da lei.
    Non sapeva se gradiva ciò, oppure no. Ma fino a quel momento non l'aveva interrotto. Perché fermarsi, allora?
    Finì la sigaretta, e le si avvicinò ancora di più, rimettendosi composto sulla panchina. Era strano tutto ciò. Non conosceva la tizia che gli stava affianco, eppure provava già una certa attrazione.
    Certo, aveva un corpo da favola. Ma era anche il modo in cui si muoveva, come parlava, a lasciarlo senza parole.
    -Eppure... cominciò, sussurrandole nell'orecchio. -Eppure, cara Morticia Addams, sento che qualcosa, di buono, c'é lì dentro, da qualche parte...-
    disse, ampliando le carezze, allargando il palmo, senza limitarsi a sfiorarle la gamba.
    -No?-
    Le sorrise, lievemente e ricominciò a parlare.
    -Bisogna solo scavare a fondo...-
    Non sapeva perché lo stava facendo. Non sapeva perché era li'. Ma a lui piaceva tutto ciò, e non si sarebbe fatto un'idea sbagliata della situazione, che in quel momento, si era rivoltata completamente alle sue aspettative.

    Edited by Ian J. Howe - 21/8/2013, 22:45
     
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