Provino Mezzo Vampirisimo

riservato a Flicka Bones

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  1. ;bigbadwolf
     
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    Questo provino è RISERVATO a FLICKA BONES.
    Dovrà eseguire una ruolata, seguendo l'incipit, in cui metterà in luce le caratteristiche vampiriche del suo personaggio.
    Una ruolata senza la presenza di queste caratteristiche verrà considerata NULLA.
    Il post dovrà essere dettagliato, pieno di sentimenti, azioni e cose simili.
    NON è importante la location, ma sarebbe meglio avere una descrizione.
    BUON LAVORO!

    Fato

    La giornata era piuttosto luminosa, pur trattandosi di una fredda mattinata Islandese...
     
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  2. The witch
     
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    23:57. Domenica.
    Quella settimana era trascorsa tranquillamente.
    Niente attacchi di vampirismo.
    Per questo motivo, Flicka ora era sdraiata sul suo letto, completamente sveglia e all'erta.
    Doveva essere quella notte.
    Ne era certa.
    Per questo era in attesa.
    In attesa del prurito alle gengive, della sete di sangue.
    In attesa del momento in cui tutti i muscoli del suo corpo apparentemente gracile si sarebbero tesi, e i suoi sensi si sarebbero acuiti.
    Flicka era fermamente convinta che la sua fosse più che altro una maledizione, e non un dono.
    Inoltre, sapeva anche che non voleva uccidere.
    Era già successo, e non avrebbe permesso che fosse accaduto un'altra volta.
    23:58.
    "Accidenti!" pensò Flicka, irritata, spazientita e allo stesso tempo fremente e spaventata, "perché tre minuti devono sembrarmi un'eternità?"
    La sua pazienza si stava esaurendo, questo era vero, ma la sua calma era già finita da un po'.
    Stava tremando.
    "E ricordati, Flicka, non devi uccidere nessuno, neanche se senti che la sete ti squarcia la gola" pensò Flicka, per la centesima volta negli ultimi venti minuti.
    23:59.
    "Cavoli, cavoli, cavoli".
    Un minuto.
    Un minuto al fatidico momento.
    Flicka non era mai stata così ansiosa.
    Di solito si addormentava nell'attesa, e il prurito la svegliava, come una sveglia.
    Ma stavolta qualcosa era cambiato.
    Forse perché aveva finalmente raccontato la verità a Magda, e ora si sentiva in dovere di continuare a dirle tutto, per questo non voleva uccidere qualcuno: per non angustiarla con certe notizie.
    Insomma, era tutta una questione di coscienza.
    E di buon senso.
    Privare gli altri di un dono prezioso come la vita... ma d'altro canto quella era la sua natura.
    00:00.
    "Cavoli, cavoli, cavolissimi!!" Flicka era nel panico.
    Mezzanotte in punto.
    Perché non sentiva ancora niente???!!!
    Ops, aveva parlato troppo presto.
    Le venne l'istinto di grattarsi le gengive superiori.
    Cosa impossibile.
    All'improvviso la invase un turbine di suoni e colori: sentiva il respiro della madre nell'altra stanza, annusava il pulviscolo, osservava i contorni degli oggetti nella sua stanza immersa nel buio.
    I sensi si erano acuiti.
    Quasi meccanicamente, abbandonò velocemente, simultaneamente la morbidezza del suo letto dalle coperte rosa, e si fiondò in strada alla velocità della luce, passando per la finestra aperta della sua camera al terzo piano di un condominio nel centro della città.
    Era in strada.
    In un pub lontano qualche decina di metri da lei la luce era accesa (a mezzanotte??).
    Si diresse verso il locale.
    Cercava di mantenere il suo passo a velocità pressoché umana.
    Non era certo veloce come un vampiro completo, ma se la cavava, questo doveva ammetterlo.
    Si fermò a dieci passi dal pub fatiscente.
    Cosa diamine avrebbero pensato vedendo entrare una bambinetta pallida con i canini affilati in bella mostra??
    Sarebbe stata un' incoscienza entrare lì dentro.
    Flicka girò i tacchi e se ne andò.
    Svoltò in una strada che sapeva l'avrebbe portata in una radura.
    Uno dei pochi spazi incontaminati della città.
    Magda la portava lì quando era ancora una bambina.
    Non che ora fosse tanto grande, a dire il vero.
    Sboccò nella stradina di campagna.
    Se c'era qualcosa di positivo nella sua natura mezzovammpiresca era che poteva godere dell'aria fresca notturna, senza paura di qualche aggressione.
    Insomma, ascoltava ogni singolo rumore di ciò che la circondava, pur senza stare propriamente all'erta, niente avrebbe potuto coglierla di sorpresa.
    Beh, in realtà qualcos'altro di positivo c'era.
    Il suo cuore.
    Batteva ancora.
    Lo sentiva.
    Con le orecchie, cioè.
    Placido e tranquillo, si faceva rilassato, i suoi quarantacinque battiti al minuto.
    Già.
    Flicka sboccò nella piccola radura.
    Che tra l'altro non era prorpio una radura, ma solo uno spazio verde, con alti alberi illuminati dalla luna.
    Uno spettacolo fiabesco, per un essere della notte come lei.
    Osservò la luna.
    La sua mente sviluppata (altro aspetto positivo: durante la trasformazione il suo Q.I. aumentava di molto, Flicka ci stava facendo caso) dedusse che poteva essere mezzanotte e un quarto.
    Nei primi venti minuti di trasformazione, Flicka lo sapeva e ne era felice, la sete di sangue non si faceva sentire, perciò lei aveva tutto il tempo di allontanarsi dall'abitato.
    Fu in quel momento che la maledetta S - come la chiamava lei - le squarciò la gola.
    Flicka si trattenne con enorme sforzo dall'urlare dal dolore.
    Peggio della morte c'er solo quello, la sete.
    Portatrice di morte.
    "Controllati"
    D'altronde, grazie alla sua mezza trasformazione, la sete durava soltanto cinque minuti.
    Cinque minuti molto intensi, di agonia, ma pur sempre cinque minuti.
    Il naso di Flicka captò all'improvviso la luce.
    Come l'acqua salva gli sperduti nel deserto,
    "sangue" pensò Flicka, estasiata.
    Non era sangue umano, e Flicka non sapeva se dire purtroppo o per fortuna.
    Era sangue di scoiattolo.
    Beh, in uno spazio verde c'è da aspettarselo...
    Flicka cadde a terra, in preda al dolore.
    La sete le stava dilaniando la gola, e lei avrebbe dovuto porvi rimedio, prima o poi.
    Detestava quei cinque minuti.
    Pur essendo un lasso di tempo relativamente breve, in quell'occasione parevano un anno intero, come un'interrogazione a sorpresa quando non sei preparato.
    Di solito (esclusa quella fatidica volta, poche settimane prima) Flicka cercava di sopportare lo strazio, ma sentiva che rpima o poi non ce l'ìavrebbe più fatta.
    Lo scoiattolo, ingenuo, le si stava avviicinando.
    "No, no, no, no, NOOO!!" urlò Flicka dentro la sua mente "non ti avvicniare, cavoli!! NOOO!!"
    Era un semplice scoiattolo.
    Un piccolo, inutile, scoiattolo.
    Ma era pur sempre un essere vivente.
    "FERMATI, SCEMO!!" Flicka sapeva che pensarlo era inutile.
    Lo sarebbe stato anche dirlo.
    Gli scoiattoli non capiscono la lingua umana.
    E infatti, l'animaletto continuò ad avanzare nella penombra degli alti alberi, stagliati contro una splendida luna piena.
    Flicka non resistette più.
    Sentì chiaramente il suo cervello scollegarsi dal corpo, spegnersi completamente.
    Si slanciò contro l'animaletto innocente, che squittì spaventato.
    Non fece in tempo a scappare.
    Flicka lo afferrò con violenza, e affondò i canini meccanicamente nella morbidezza dell'animale.
    Sentì con piacere il fiotto di sangue che le sporcava i denti, le gengive (niente più prurito) e le attraversava la gola, mettendo fine all'agonia, come un balsamo.
    Come un regalo degli dei.
    Come l'acqua bevuta dallo sperduto nel deserto.
    Come... come una fonte di vita, unica, irripetibile.
    Magari non era del miglior sapore in commercio (commercio nero, più che altro) ma comunque molto meglio che niente.
    Flicka lasciò andare lo scoiattolo, o meglio, il brandelli insnguinanti che ne restavano.
    Unico ricordo di un'unica vita distrutta brutalmente dai suoi canini, che avevano fatto benissimo il loro lavoro di strappare, dilaniare, tagliare, sviscerare il povero scoiattolino malcapitato.
    Flicka si abbandonò distesa sul prato, gli occhi chiusi rivolti alla luna, che sembrava fissarla con disappunto.
    Era estasiata.
    Si sentiva a posto con il mondo, con se stessa, provava una sensazione di pace mai provata prima d'allora.
    Il paradiso non poteva essere così perfetto.
    Le sembrava di udire un coro angelico che l'accoglieva nel mondo della perfezione, della pace, della felicità eterna... e all'improvviso tutto si spense.
    Flicka aprì gli occhi di scatto, in preda all'agitazione.
    Si passò la lingua sui canini, ben conoscendo la sensazione di quel brusco risveglio.
    Normali.
    Non più affilati come prima.
    Il mondo le crollò addosso.
    No... no... CAVOLI!!
    non aveva resistito.
    La sete l'aveva sconfitta.
    Flicka si alzò bruscamente in piedi.
    I suoi sensi stavano tornando alla normalità.
    Era ora di rincasare.
    Si snetiva arrabbiata con se stessa.
    Accidenti, perché l'aveva fatto?
    Che le sarebbe costato soffrire un altro minuto??
    Le stesse cose che aveva pensato dopo l'omicidio della ragazza.
    Cavoli!
    Flicka pestò un piede per terra.
    Che debole che era!
    Osservò la scoiattolo.
    "Beh, ma che bel lavoro che ho fatto! Eccellente! Verrò promossa!" pensò con spaventoso sarcasmo.
    Non perse tempo a compiangere quella povera creatura, né a seppellirla.
    Non avrebbe destato sopsetto.
    O forse sì?
    Beh, per ogni precauzione, Flicka cercò di ricoprirla alla bell'e meglio con erba e terriccio, sporcandosi le mani.
    Le avrebbe lavate una volt atornata a casa.
    La cosa spaventosa, pensò tornando verso la sua casa, era che non provasse più pietà, o orrore, o disgusto, o magari... qualcos'altro di orribile.
    Provava solo rabbia.
    Una rabbia infinita.
    La lista ammontava a due vittime.
    Quante ne avrebbe ancora fatte, con tutta una vita davanti?
    Centomila?
    Trecentomila?
    "Maledetto quell'Adam del piffero!" pensò con ferocia.
    Non fosse stato per lui, lei ora sarebbe stata una ragazzina innocente.
    Mentre in realtà aveva perso COMPLETAMENTE l'innocenza.
    Avrebbe dato l'anima per tornare alla redenzione.
    Ops.
    Gioco di parole.
    Aprì lentamente il portone del condominio, poi, ancor più lentamente, anche quello del loro appartamneto (portava sempre le chiavi nella tasca dei jeans, che non si era tolta quella sera, ben sapendo quel che l'attendeva.
    Si sdraiò sul letto, a pancia in giù, si voltò alla sua sinistra e pianse, cercando di soffocare i singhiozzi nel cuscino.

    The end
     
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  3. ;bigbadwolf
     
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    Mi sembra okay, anche se NON hai seguito la traccia.. ti pregherei in futuro, specie se parteciperai ad eventi di seguirla.

    Non mi sembra che tu abbia scritto niente di esagerato :)
    Unica cosa ricordati che la tua pg è una ragazzina.. non farle fare pensieri troppo da adulta.
    Nel senso, è chiaro che sia più matura della maggior parte dato quello che le è successo, ma tenta di farle avere più quella parte innocente o meglio INCOSCIENTE che dovrebbe mantenere.
    Fare una natura multipla è complesso, vediamo come te la caverai.
    Considero passata la prova e diamo inizio al tuo percorso.

    Se non dovessi essere presente o ci fossero problemi per il quale non riterrai necessario scriverci il posto da mezza vampira ti sarà tolto.

    DISCUSSIONE CONCLUSA
     
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2 replies since 6/11/2013, 18:31   54 views
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