Escursione in solitaria

Morticia

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  1. Knut Leifsen
     
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    Una delle poche cose che Knut apprezzasse del mondo babbano era il loro modo di muoversi. Certo, riteneva che la Smaterializzazione fosse un'ottima cosa e che offrisse molti vantaggi, ma il fascino del viaggio lo aveva sempre attirato troppo, per poterci rinunciare, tanto da arrivare a prendersi la patente per le auto. Fu quindi con un animo leggero che affrontò il viaggio fino alle pendici del Vatnajokull. Aveva preso a noleggio (a Reykjavik) una macchina ed aveva puntato al versante ovest del ghiacciaio. Una volta giunto, trovò semplicemente uno slargo alla fine della strada, che fungeva da "parcheggio", pur essendo solo una landa di pietrisco scuro. Mise la macchina al lato dello slargo, stupendosi di essere l'unica persona presente sul luogo, data l'assenza di altre macchine o qualunque altro mezzo e di persone che giungevano a piedi. Spense il motore, godendosi quell'atmosfera lunare, per poi tirare fuori degli scarponi da neve da una borsa posta sui sedili posteriori e lasciando le scarpe da ginnastica in auto. Si mise addosso anche una pesante giacca rossa impermeabile con cappuccio ed un paio di occhiali da sole. Prese anche un piccolo zaino, in cui aveva messo dei guanti, una bottiglia d'acqua e un paio di panini (essendo partito di mattina ed arrivato verso ora di pranzo), e si avviò. Il camminare sul ghiacciaio e in quell'ambiente naturale, fu per lui come un tranquillante. Si sentiva in pace con se stesso e col mondo, avendo solo voglia di camminare e senza porsi obbiettivi precisi. Camminava con calma, convinto che niente avrebbe potuto migliorare quella giornata. Per un momento, mentre superava un piccolo avvallamento di neve, pensò a Morticia: non aveva idea sui suoi gusti di "gita fuori porta", ma sarebbe stato divertente vedere come avrebbe potuto decidere di affrontare quel freddo. Sebbene non ci avesse pensato prima, si pentì di non aver almeno provato ad invitarla.

    Edited by Knut Leifsen - 14/3/2016, 23:11
     
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    Quando voleva riflettere o stare nella natura andava in mezzo a quel posto,tutto era diverso dalla sua America il clima era molto più rigido e il sole era pallido come il novanta percento degli abitanti,nulla era colorato e pieno si gioia.
    Erano mesi se non anni che era in quel posto e si era adattata per un quiete vivere interiore anche se sapeva che non poteva mai abituarsi del tutto.
    Anche se lei non sentiva freddo la sua pelle era fredda come la morte quindi non sentiva i cambiamenti era anche per quello che aveva scelto quel luogo,si poteva dire che aveva scelto di vivere in mezzo al freddo per coprire forse una mancanza che aveva,o semplicemente voleva scappare dal passato.
    Anche se dal passato non si poteva scappare.
    Quando voleva isolarsi o semplicemente sfidare il freddo facendo esercizio andava in quelle cime innevate.
    Quel giorno era molto semplice,quasi non sembrava lei,una semplice tuta avvolgeva le sue curve (x) non gli importava degli sguardi altrui sopratutto quando era in quei posti a far allenamento,amava tenere sempre tonico il suo corpo.
    Il cammino verso i ghiacciai era lungo e tortuoso ma non la spaventava,si era messa comoda,quando arrivò al sentiero ai piedi della montagna,appoggio le mani sulle ginocchia sospirando Per fortuna che ho i pomoni sani commento fissando la punta del ghiacciaio che si intravedeva dal sentiero.
    Decise di incamminarsi,ogni minuto perso era un vantaggio per la notte che in quei posti era terribile anche per la peggior creatura del mondo notturno.
    Dopo svariati minuti arrivo a metà sentiero e decise che se voleva arrivare in tempo sul ghiacciaio era meglio usare un trucco : il teletrasporto.
    Si guardo attorno sperando che non ci fossero babbani e si teletrasporto alla fine del sentiero.
    La vista era al quanto accecante tutto quel bianco della neve gli faceva quasi male agli occhi essendo che era fin troppo chiari,però lo spettacolo valeva la pena dell'accecamento iniziale attorno a sè si stendeva uno spettacolo meraviglioso: i raggi di quel sole pallido giocavano con ghiacci che spuntavano dal terreno come se fossero delle lame, voleva gustarsi quel posto con tutta la calma e pace di quel momento quindi decise che era da stupidi star fermi per questo si incammino verso le uniche forme di vegetazione che abitavano in quel posto dei grandi sempreverdi.
    Senti dei rumori scruto verso orizzonte e vide dei animali sembravano dei cani,anche se gli sembrò impossibile che in quel posto ci fossero per via del clima così rigido però decise di avvicinarsi, quando fu abbastanza vicino capì che non erano semplici cani ma dei lupi,maestosi dal pelo lucido e nero come la notte con dei occhietti gialli e vispi come quelli di un gatto.
    Si mise le mani in tasca e si sedette sulla neve candida,sapeva bene come gestire quei animali e la prima cosa era : non bisogna sfidarli.
    Fisso quel maestoso animale che iniziò a girargli attorno,come per intimorirla lo fisso nei occhi e allungo la mano verso di lui, sapeva che non era la scelta più saggia verso quei animali ma sapeva che non gli importava.
    Siamo della stessa razza,animale della notte ora vieni commento tenendo lo sguardo sempre fisso su quel lupo che stava fissandola quasi ringhiando,chinò la testa di lato e socchiude gli occhi.
    Quel lupo era succube dello sguardo della ragazza,infatti si stese vicino a lei tenendo sempre lo sguardo sullo suo,lei avvicinò la mano e sorrise Scusami se ho invaso il tuo territorio ma non sono una nemica,i tuoi nemici sono anche i miei sussurrò mentre allungava la mano e iniziò ad accarezzare quel soffice manto nero.
    Alzò lo sguardo e fisso il meraviglioso spettacolo davanti a sé,quel sole pallido che illuminava i cucuzzoli di quelle montagne troppo lontane da lei per raggiungerle,insieme a quell'infinita distesa che la divideva dal mondo.
    Quel mondo così isolate era il loro.
    Si abbraccio le ginocchia col braccio libero mentre continuava ad accarezzare il lupo.
     
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  3. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:
    Knut, percorso quasi tutto l'unico sentiero che si era ritrovato davanti, aveva iniziato a cedere, non essendosi mai del tutto abituato a camminare in montagna. Il paesaggio intorno a lui era fantastico, ma dopo ore di cammino iniziava a sentirne i colpi.È ovvio che mi sarei dovuto allenare un minimo, non sono più allenato... si ritrovò a pensare, mentre faceva una sosta, bevendosi l'acqua e mangiandosi i panini, seduto su di una grossa pietra nuda, a lato del sentiero. Intorno a lui continuava a non esserci nessuno. Nessuno sul sentiero e nessuno sul ghiacciaio. Fu per questo motivo che, alcuni minuti dopo aver finito il pasto, mentre ancora sedeva sul macigno, decise di trasformarsi in corvo. Aprì le ali nell'aria ferma e fredda del ghiacciaio e spiccò rapidamente in volo, dandosi forza con un salto. Volare in quell'ambiente fu una sensazione ed un'esperienza unica, mentre raggiungeva la fine del sentiero, godendosi montagna e paesaggio. Arrivato alla fine, però, notò alcune figure muoversi non lontano da dove si trovava lui. Si avvicinò incuriosito. Parli del Diavolo... si ritrovò a pensare, riconoscendo dei lupi in compagnia di Morticia, che ne accarezzava uno, che si era accoccolato vicino a lei. Planò dolcemente, facendo delle spirali che lo portavano sempre più vicino alla ragazza. Atterrò, quindi, difronte a lei, mimando, in aggiunta, un inchino e gracchiando in maniera decisa ma breve.
     
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2 replies since 13/3/2016, 16:09   73 views
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