Meditando dopo la lezione

riservata a Knut

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    Se in quella scuola ci fosse stata un'etica di abbigliamento e una regola beh,lei doveva esser già cacciata da diversi anni.
    Non amava esser uguale agli altri,amava ciò che faceva la sua lezione era importante ma non quanto sentirsi se stessa.
    Era anche per questo che era amata e desiderata da molti.
    Era appena tornata da una lunga lezione di divinazione dove aveva spiegato le regole avanzate ai suoi studenti di quinta,non si era vestita in modo strano ma in un modo per lei troppo normale con un vestito di jeans ( forse troppo corto?Ma chissene) con scarpe forse troppo appariscenti ( ma,ri-chissene!) (x) si era legata i suoi lunghi capelli rosa sempre in una treccia.
    Con un mano i suoi libri e i suoi registri tornò nel suo ufficio,aveva troppe cose da sbrigare per stare in mezzo ai corridoi o nella sala professori,quel giorno voleva semplicemente star in pace avvolta nei suoi pensiero.
    Quando aprì la porta del suo ufficio se la chiuse subito dietro alle spalle,appoggiando i libri e i registri su un tavolino poco distante da lei,si appoggio alla porta e sospiro pesantemente.
    Anche quel giorno sarebbe passato,come ogni anno.
    Quel giorno maledetto che faceva viaggiare la sua mente a molti anni prima,quel giorno che era un'anniversario di morte.
    Lei che quel giorno era sempre andata al cimitero,anche se di nascosto a trovarla,ma ora non poteva.
    Aveva sentito delle voci che dicevano che qualcuno la stava cercando e lei non voleva farsi trovare,ora.
    Quando quel giorno arriverà,li si che mi divertirò commento mentre fissava fuori dalla finestra alla quale si avvicinò a passo lenti e felpato.
    Quel giorno era una giornata era piovosa,come se qualcuno nel cielo stava versando lacrime di dolore o di tranquillità,questo viene visto sotto diversi punti di vista.
    La pioggia picchiettava insistente sulla grande vetrata del suo ufficio dove tutto era silenzioso,si sentiva solo la pioggia.
    Decise di rilassarla prendendo un antico libro dalla sua libreria,un libro che teneva ben nascosto da occhi indiscreti: un libro di magia nera.
    Il suo bagaglio culturale non smetteva mai di crescere grazie alla sua vasta scelta di libri.
    Si sedette alla scrivania e iniziò a leggerlo,quando alzo lo sguardo e fisso la sua penna di corvo,aveva quasi intenzione di scrivere a Padraig,era partito da diversi mesi per un posto sconosciuto,nessuno sapeva bene dove fosse andato voci parlavano che si era diretto dal Ministero altri voci che fosse andato in un luogo segreto per meditare sull'avvenire, ma questo era un segreto e un mistero anche per lei nonostante sapeva sempre tutto di tutti,quell'uomo la incuriosiva sempre di più ma non sapeva ancora come entrare in quella corazza che si era costruito.
    Si alzò dalla sua scrivania e scuotendo la testa per scacciare quel pensiero,si incammino verso il tavolino dove aveva appoggiato prima i registri e i suoi libri di divinazione e li ripose in ordine nella libreria decise di farsi un the alle rose nere per questo si avvicinò a un mobile antico laccato di nero dove teneva sotto chiave ,anche perché molti anni fa in quella scuola era presente una professoressa che si sbaffava tutte le sue scorte di petali,si era una mangiatrice di petali di rosa!
    Apri il mobile e inspirò a pieni polmoni quel buon profumo che usciva dal mobile,prese dei petali essiccati della rosa del deserto insieme a dei petali di rosa dai petali neri e li mescolò insieme all'acqua calda del bollitore che aveva acceso poco prima.
    Il tutto mescolato dentro a una tazza nera come la pece con un teschi verde dipinto sopra,chiuse il mobile a chiave e si diresse verso la scrivania dove si tornò a concentrare sul suo libro.
     
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  2. Knut Leifsen
     
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    Knut, non appena ebbe ricevuto la risposta di Morticia, si preparò all'incontro, mettendosi una buona dose di profumo, un jeans scuro, una camicia blu scuro e delle scarpe dei pelle marrone, sempre scure. Prese dalla credenza della sua cucina una grossa bottiglia di acquavite norvegese ancora vergognosamente intatta ed uno dei due specchi che aveva comprato, poi si avviò all'istituto. Una volta trovato lo studio della ragazza-dalla-modestissima-chioma, non senza aver perso un paio di volte la strada in quel labirinto di sale, saloni e corridoi, bussò con un paio di vigorosi colpi, aspettando una risposta dall'interno. Quella donna, con il suo corpo, il suo carattere, ma soprattutto per "colpa" del suo essere una mangiamorte, non era mai uscita dai pensieri di Knut, gasato dall'idea di rivederla.
     
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    Era immersa nella lettura quando alzo la testa sospirando,non gli andava più di star chiusa nel suo ufficio troppi pensieri gli passavano in testa e non riusciva a concentrarsi,quindi si alzò e pose il libro nel suo posto dentro alla grande libreria.
    Diede le spalle a quel grande ufficio mentre si perdeva a fissare fuori dalla finestra.
    Piccole gocce ticchettavano sul vetro era come se stessero ballando a un ritmo sconosciuto,si rincorrevano e si volevano far rincorrere dai suoi occhi.
    Era così concentrata che a fatica si rese conto che qualcuno aveva bussato alla porta dell'ufficio.
    Avanti commento senza nemmeno voltarsi,pensava che fosse un suo alunno che si fosse dimenticato qualcosa o che voleva avere qualche informazioni sulla lezione.
    Anche perchè a quell'ora potevano essere solo gli alunni per questo non si preoccupò.
    Senti la porta aprirsi per poi chiudersi subito,però quei passi erano troppo pesanti per essere di un alunno.
    Si girò e si trovò davanti Khunt,sorrise lievemente rimanendo vicino alla finestra non mi aspettavo di vederti dentro a questa scuola commento divertita
     
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  4. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:
    All'"avanti" Knut entrò, richiudendo la porta dietro di sé. Finalmente nella Tana del Drago... pensò, sogghignando vistosamente. Diede un'attenta occhiata alla grande stanza, ammirando come Morticia l'avesse arredata, dimostrando di essere una donna fortemente capace e ben focalizzata sui propri obiettivi. L'enorme vetrata, su cui si rincorrevano le gocce della pioggia, faceva da sfondo alla figura della ragazza. Sempre modesta e discreta, la signorina... pensò divertito, mentre la giovane professoressa gli parlava. Si mise a contemplare la sua figura, avvicinandosi a lei e dicendole, facendole l'occhiolino: Beh, avevo voglia di qualche ripassatina... spero di non disturbarti troppo, prof... Si avvicinò ulteriormente a lei, sorridendole. Una volta arrivato a pochi centimetri da lei, le mise le mani sui fianchi nudi ed iniziò a stuzzicarla, dopo aver appoggiato specchio e bottiglia vicino a loro. Vedo che sei ben attrezzata, M, cosa che mi rende orgoglioso di stare dalla tua parte. Ho portato da bere, spero di non aver fatto male... Avrebbe voluto esplorare il mondo di quella giovane donna, capirlo, farne parte. I suoi tatuaggi, i suoi piercing, il suo essere una ribelle, ma allo stesso tempo fiera, sicura di sé, cosciente delle proprie forze e del proprio fascino: tutto questo colpiva Knut, che si sentiva sempre più attratto da Morticia.
     
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    Le parole del giovane erano passate in secondo piano quando senti le sue mani fredde sulla sua pelle.
    Lo fisso nei occhi sorridendo e osservo la bottiglia Non sono mai propensa a dar lezioni privati a dei alunni che non fanno parte del mio corso,ma forse per questa volta potrei fare un'eccezione commento divertita mentre passò la sua unghia affilata sul collo del ragazzo.
    Osservo la bottiglia e sogghignò Sono sempre attrezzata per ogni occasione,non dimenticartelo commentò sarcastica.
    Durante quella frase così innocente aveva pronunciato qualcosa di troppo per questo lo fisso seriamente e iniziò a fargli sentire sulla giugulare la sua unghia affilata non parlare più di parti dentro a questo luogo,anche i muri hanno orecchie gli sussurrò quasi a voce impercepibile all'orecchio.
    Non era mai propensa a parlare di ciò che era dentro a quelle mura,sopratutto per via dei colleghi che aveva.
    Nessuno doveva sapere,se non per sua volontà chi era e cosa facesse in quel mondo.
    Si stacco dal ragazzo sorridendo e prese la bottiglia andando verso al grande mobile di legno,aprendolo con una chiave che aveva sempre con se tirò fuori due calici,li riempì per poi accomodarsi sulla poltrona di velluto , logicamente accavallando le sue lunghe gambe nude - a si,lei amava provocare qualsiasi essere umano che respirava sulla terra -
    Accomodati commentò allungando la mano verso la poltrona adiacente a lei.
    Aveva scoperto che il ragazzo avrebbe avuto in questi giorni - o forse aveva già avuto non lo sapeva bene - un colloquio col suo adorabile - purtroppo ancora non suo - direttore dell'accademia.
    Per questo era curiosa di avere notizie che gli aveva citato nel gufo che gli aveva mandato ma prima voleva sapere anche come mai aveva tutta questa fretta di dargli queste novità,o forse era solo una scusa per entrare e vedere la sua tana?
    Allora.. commento per poi fermarsi a sorseggiare un bicchiere di acquavite e assaporarne il gusto intenso e pungente una buona annata questa acquavite,pensavo peggio commento fissando il bicchiere che iniziò a ondeggiare per aspirare meglio il profumo.
    Si stava perdendo dentro a un bicchiere di acquavite,sospiro e scosse la nuca dicevo,allora quale sono queste novità che dovevi dirmi commento mentre un fruscio iniziò a diventare più forte,la pioggia aveva aumentato la sua discesa contro il vetro freddo della grande finestra,e i lampi iniziavano a illuminare la stanza come se fossero animati da una dolce sinfonia che gli facevano tenere il ritmo.
     
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  6. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:
    Knut sorrise, ascoltando le parole della ragazza. Il suo continuo stuzzicare e farsi stuzzicare lo apprezzava, segno che fosse una donna sicura dei suoi mezzi. Fantastico! le rispose, mentre sentiva la sua unghia sul collo, avvertendo un lieve brivido corrergli nel corpo. Gli toccò avere anche una ramanzina, ma la cosa non gli dispiaceva: doveva capire quali limiti avesse dentro l'accademia anche con lei, sebbene fosse conscio del fatto che non gli sarebbe convenuto mai, ovviamente, sbandierare ai quattro venti il suo passato ed il suo presente. Tornò serio, dicendo a Morticia Certo... Una leggerezza, ma una leggerezza perdonabile, tuttavia.... La seguì con lo sguardo, mentre prendeva un paio di bicchieri, la bottiglia e si accomodava. Al suo invito a sedersi, si accomodò, mentre lei lo stuzzicava ancora una volta. Non sapeva come comportarsi, non potendo parlare di ciò per cui era andato a parlare, ma un'idea gli venne in mente. Prese il calice a sua volta e bevve un sorso. Allora mi auguro tu sia legilimens, poiché molte cose ho da comunicarti le mormorò, facendole l'occhiolino. Concentrò i propri pensieri, concentrandosi. La voglia di allearsi in maniera definitiva e chiara con la ragazza, lo pervase: aveva bisogno di capire come avrebbero agito, quali sarebbero stati i loro scopi. Mi fa piacere che ti piaccia. Riguardo le novità... allora, quello è uno specchio incantato. le disse, indicando l'oggetto Io ho il gemello e vorrei che questo lo tenessi tu. Un piccolo dono a chi mi ha liberato da un peso del mio passato. Concluse la frase con sorriso. Era sinceramente grato alla ragazza e si sentiva suo debitore: mai avrebbe giurato di poter incontrare qualcuno del genere. Mai avrebbe sperato di incontrare lei ed avere a che fare con lei in quel modo. Prese un altro sorso dal calice, mentre fissava la ragazza in volto, aggiungendo: Riguardo il colloquio e la cattedra, come ti ho scritto nella letera, hai qualche suggerimento da darmi?. Il maltempo, intanto, la faceva da padrone, cosa che piaceva molto a Knut, non essendo mai stato un particolare patito di orizzonti monocolore e limpidi.
     
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    Diede un sorso al suo calice,chiudendo gli occhi e assaporando quel liquido che come una lama gli scendeva in gola,e scivolava lentamente dentro il suo corpo portandogli alla mente molte immagini tra le quali il primo incontro con quel ragazzo.
    Una cosa del tutto improvvisa,forse programmata? Se lo domandava da molto tempo.
    Non credeva - non aveva mai creduto - alle coincidenze , aveva sempre pensato al destino come a un gioco sadico e strano, come giocare a scacchi con la morte, una cosa stupida e insensata.
    Quei occhi così magnetici e spenti davanti a un bicchiere di puro piacere, tenuto fin troppo in quel bicchiere di vetro sudicio della taverna, ormai troppo caldo per dare un brivido all'anima.
    Ma lui era li seduto perso in mille pensieri, quei stessi pensieri che avrebbe potuto sentire fin dall'inizio ma che non gli importava sapere, perché non era sua intenzione conoscere nessuno.
    Era andata in quel posto per stare nella beata solitudine, quella sensazione che gli piaceva avere quando era piena di pensieri e non riusciva a scacciarli dalla sua testa quindi si faceva aiutare da un buon bicchiere.
    [..]
    Le parole del ragazzo erano come il fruscio del vento, leggere e lontane.
    Fece un gran sospiro e aprì gli occhi tornando nel suo attuale mondo, un mondo fatto di pensieri e di sangue amaro che gli scorreva dentro le vene, ma sopratutto in una vena particolare quella che portava al cuore, ormai freddo come il ghiaccio e nero come l'oscurità che avvolgeva quella giornata, quella che amava così tanto perché era come se la stesse rappresentando : il freddo che avvolgeva Mannheim era come il suo cuore, e quel cielo nero era come lei, senza un colore e un sorriso vero sul volto , da troppo tempo.
    Fisso il ragazzo, chinando il capo leggermente di lato provando a emergere nuovamente dal mondo dei pensieri e dell'isolamento e captare qualche parola del suo discorso.
    Appoggio il bicchiere sul tavolino e si alzò dal poltrona andando davanti al ragazzo, gli tirò su il mento con un dito e appoggiò le sue labbra gelide su quelle del ragazzo, non voleva niente esigeva solo prendersi un bacio, senza passione e senza calore: un bacio spento come la morte - forse era proprio quella la sensazione che voleva trasmettere a quel ragazzo - stacco le sue labbra da quelle del ragazzo e tornò a sedere, accavallò le gambe e scrocchio le dita nel mentre riprese il bicchiere fra le mani, una bolla avvolse i due ragazzi.
    Le mura, le porta e anche gli armadi hanno orecchie che ascoltano e parlano con la lingua più affilata di una lama, questa bolla è una protezione chi ci ascolta o osserva vedrà e sentirà solo ciò che io voglio commentò rimanendo impassibile.
    Non era paranoica, ma semplicemente sapeva che lei era dentro alla tana del lupo, quel lupo che desiderava dal primo momento, ed era lo stesso lupo che pensava che lei fosse una pecorella, solo che non aveva capito che quella pecorella mangiava i lupi a colazione, ed era peggio di una serpe al seno.
    Ora puoi parlare tranquillamente commento fissandolo ma prima di farlo parlare lo fisso non sarà un colloquio semplice, lui non si fiderà di te, anche se ti ho mandato io, non fa favoritismi a nessuno e conoscendolo ti studierà dalla punta dei piedi all'ultimo pelo che hai in corpo, l'unico consiglio che ti posso dare è il seguente si fermò per poi fissarlo seriamente dimostragli che ti interessa veramente la materia, dimostra che vai a quel colloquio perché vuoi il posto e non perché vuoi entrare nella scuola solo per starmi addosso, che vuoi quel posto e che ami la materia, togliti dalla testa di entrare qua solo per divertimento o per entrare in questo mondo commentò seriamente per poi accendersi una sigaretta, che tirò fuori da un cassetto nascosto nel tavolino, ne diede un tiro e lo fisso sorridendo sai, molti quando dico che insegno in questa accademia la prima cosa che pensano che ho ammaliato il direttore, con una strana stregoneria o con il mio fascino, ma appena gli spiego che sono entrata solamente grazie ai studi che ho eseguito e sopratutto alla passione per la mia materia, rimangono sbigottiti, per questo ti dico, se vuoi puoi farlo ma solo se veramente ci credi, sarà dura lo ammetto ma se vuoi ce la farai, sarà come un piccolo esame ma senza risposte multiple ma scelte e risposte secche e con mille sfaccettature commento mentre diede un altro tiro alla sua sigaretta per poi soffermarsi su quello specchio, ci passo un dita sopra quasi per accarezzarlo Quale sarebbe incanto di questo specchio? E' molto bello commentò fissando quell'oggetto così...incantevole.
     
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  8. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:
    Knut iniziò ad assaporare il liquore in silenzio, mantenendo lo sguardo su Morticia. Come già era successo altre volte, la ragazza sembrava essersi persa completamente nei suoi pensieri. Knut decise di non dire o fare nulla, poiché non capiva appieno quel comportamento della giovane donna e non voleva risultare inopportuno. Colse quindi l'occasione di guardarsi ancora una volta attorno, studiando da lontano i vari oggetti disposti sulle librerie della stanza. Dopo un po' tornò a concentrarsi su Morticia, svuotando il bicchiere d'un fiato e notando come la ragazza sembrasse risvegliarsi da un sogno, ancora stordita. Quando la vide alzarsi e sentii le gelide labbra della ragazza sulle sue, non seppe che fare, anche perché sembrava che la ragazza continuasse a stare in una specie di limbo. Iniziò poi a parlare, senza che Knut la interrompesse, approfittandone per riempirsi nuovamente il bicchiere. Quando Morticia ebbe finito di parlare,Knut prese un sorso dal bicchiere e le rispose: Ciò a cui tengo di più al momento, Morticia, è capire come dovrò regolarmi col fatto che sei anche tu una Mangiamorte: che intenzioni abbiamo in questa scuola, in questo paese? Continueremo le nostre vite facendo finta di nulla, oppure arriveremo al punto di organizzarci come si deve? Per quanto riguarda il posto di lavoro qui a scuola, lo dovresti sapere che non lo faccio per starti addosso. Certo, averti a disposizione e vicina ogni giorno può tornare utile a vario titolo, ma non non voglio propormi per controllarti, tampinarti o cose del genere. Tu mi attrai, è vero ed innegabile, ma ancora più forte è il senso di ammirazione che provo per te, per il tuo passato ed il tuo essere una persona decisa. Per il resto, ti ringrazio molto per i chiarimenti ed i suggerimenti. Sul come tu sia diventata docente, non voglio neanche parlare: conosco te e la tua storia, mai mi sognerei di pensare che l'abbia ammaliato e che tu non abbia vere competenze. Fece quindi una pausa, finendo il contenuto del bicchiere per la seconda volta, poggiandolo poi sul tavolino. Si accese una sigaretta anche lui, inspirando lentamente e fissando Morticia. Era una ragazza che colpiva: ce l'aveva davanti, ci stava parlando, vi aveva avuto a che fare in passato e conosceva il suo passato, eppure, sembrava che volesse solo nascondersi, proteggendosi con illusioni dal mondo esterno. Ha il potere di metterci in comunicazione, permettendoci di vedere l'un l'altra quando lo impugnamo e di poter parlare. Tornò alla sigaretta, sentendo il caldo e l'aroma del tabacco farsi largo nella sua gola. Non toglieva lo sguardo da Morticia: la ragazza lo aveva ormai preso troppo e Knut voleva capirci meglio. Fece cadere la sigaretta, ancora accesa e fumata solo a metà, dentro il bicchiere vuoto da cui lui aveva bevuto, si alzò e andò a mettersi davanti alla poltrona di Morticia, a pochi centimetri da lei. Si chinò su di lei, scaricando il peso sui braccioli della poltrona, appoggiandoci le braccia tese. Mosse la testa, facendo arrivare la bocca vicino all'orecchio di lei, sentendo forte il suo odore. Morticia Grace Adams, non so quale sia l'origine di ciò che ti affligge, ma io sto dalla tua parte. iniziò a sussurarle Se è una prova, quella a cui mi stai sottoponendo, posso dirti che hai sempre avuto la mia fedeltà e che non hai motivo di dubitare di me. Fece una breve pausa, poi riprese Lascia che ti aiuti, se il tuo cuore fosse oscurato da qualsiasi timore, poiché così sembra... Knut sarebbe potuto tornare al suo posto, ma decise di dare un ulteriore segno della sua sincerità. Scostando la bocca dall'orecchio di lei, la portò sulle labbra di lei, dandole un bacio parecchio approfondito. Quando separò le due bocche, si limitò a fissarla negli occhi, ancora con i due volti vicini, senza muoversi.
     
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    Ascolto attentamente il ragazzo quando iniziò a parlare di cosa erano in realtà.
    Come non poteva dargli ragione, alla fine erano due mangiamorte e non lui non sapeva quali fossero le sue intenzioni, forse nemmeno lei le sapeva in realtà.
    Lo fisso e prima che disse altro lo interrupè Le due domande sono lecite, ma forse non avrai la risposta che ti aspetti, partiamo dal principio questa scuola e questo paese è sempre stato il mio mondo proibito quello che mi ha accolto quando sono scappata, anche se non è aggettivo giusto da usare ma passamelo, da quando è successo un fatto abbastanza pesante in Inghilterra, che tu forse conoscerai bene, da quando lui fu ucciso e da quando iniziarono a uccidere tutti quelli che lo circondavano per via anche di molti traditori che erano presenti fra noi, io ero quella più vicino a lui quindi so i vari nominativi e so anche dove ora - quelli rimasti - sono e sto solamente aspettando perchè ora come ora non posso fidarmi di altri, se non di te - anche se come puoi ben sapere dal mio passato non sono una che si fida di nessuno, ho sempre agito da sola e senza programmare niente commento mentre fece una pausa per dare un tiro alla sua sigaretta questa scuola ha un segreto, sopratutto dalla sua fondatori che ancora non ho ben chiaro, per questo sto prendendo tempo, da come ho capito studiando diversi manoscritti si narra di tre fondatori derivanti da tre diverse casate ma allo stesso tempo uniti a Hoghwarts, non è scritto però chi erano e chi erano i successori, so solamente che ci fù un guerra e successe qualcosa di terribile parlando proprio di Male e di Bene per questo sto attendendo di avere maggiori informazioni, perché se mia nonna mi ha indirizzato a questo paese e questa accademia so che c'è qualcosa sotto, e sopratutto qualcosa legato alla sua morte, è vero che lei era una delle più antiche mangiamorte però sono sicura che non è stata uccisa così brutalmente per quello commento fissandolo e sospirando mentre vide il ragazzo alzarsi improvvisamente e posizionarsi davanti a lei, senti il caldo fiato vicino al suo orecchio che gli fece venire un brivido, non risposte subito alle sue domande ma lo fisso mentre stava per parlare senti le sue labbra calde sulle sue, quel sapore così acceso misto tra la bevanda e il fumo era piacevole, quando si stacco con la mano libera gli accarezzo il volto
    La prova l'avevi già superata quando ti ho visto la seconda volta, non do mai un secondo incontro ricordatelo commentò mentre lo fisso e questa volta sorrise - si,strano ma vero - gli anni passati in solitudine a provare a trovare soluzioni per arrivare a una vendetta mi hanno fatto diventare sempre meno fiduciosa della comunità sia di creature che ti maghi per questo mi perdo spesso in pensieri, perché provo a darmi diverse risposte che non sono facili commento mentre si mise a ridere quando sentì parlare del suo cuore oh, per il mio cuore non c'è niente da fare ormai non lo sento battere da molto tempo, è diventare come ghiaccio ma forse è anche una sorte di pregio così posso dire che non provo più sentimenti commento mentre continuava a tenere la mano fredda sul volto del ragazzo pensando che quello che aveva detto era semplicemente una bugia a sè stessa, perché sapeva benissimo che anche se voleva fare la dura col cuore di ghiaccio era pur sempre fatta di carne e forse sotto sotto da dei sentimenti.
    Alzò lo sguardo sai, sembri quasi quasi un don giovanni, cos'è vai sempre in giro a baciare le povere donzelle indifese? commento divertita
     
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  10. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:
    Le parole di Morticia chiarirono la situazione alla perfezione, senza il bisogno di dover aggiungere altro. Spero tu possa riuscire nella tua impresa, allora. Ma ricordati di avere in me qualcuno che sarà pronto ad aiutarti. le disse, mentre sentiva la sua gelida mani sul volto. Quanto detto sulla storia dell'accademia lo incuriosì molto, prima o poi avrebbe dovuto approfondire quel discorso, considerando che avrebbe potuto finire con il lavorare lì. Non si mosse di un millimetro, mentre continuava a fissare la ragazza negli occhi. Non sai quanto mi spiace per il tuo cuore, allora... le disse con un sorriso e sfoggiando la migliore faccia da schiaffi che avesse Riguardo me, ebbene sì, mi hai scoperto. Ma voglio dirti una cosa: scelgo solo le ragazze più stupide e galline, quelle con troppa personalità, capaci ed intelligenti mi fanno pena... Continuando a sfoggiare la faccia da schiaffi, la baciò di nuovo con passione, per poi passare a giocherellare col suo collo, con baci e morsi. Non avrai ammaliato il preside, ma direi che a me rischi di rubarmi il sonno le disse poi, fermandosi.
     
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    Si perse nei occhi del ragazzo, quei occhi magnetici che intrappolavano i suoi come se fossero una ragnatela incantata, non riusciva a capire come mai, perché quel ragazzo era riuscito a farla aprire anche se per poco, ma quel poco che per lei era troppo.
    oh quindi preferisci le gallinelle? Ne vuoi qualcuna per cena? commentò divertita mentre gli morse il labbro quasi provocandolo senza staccare i suoi occhi dai suoi, stava giocando e si stava anche divertendo a giocare con quel ragazzo oh, ma non preoccuparti non l'ho ammaliato per ora, la ci sto lavorando commentò senza pensarci.
    Forse, e dico forse se veramente avesse avuto un cuore pulsante, sapeva che quella frase poteva evitarla perché poteva procurare del dolore, sopratutto a quel ragazzo davanti a lei che si vedeva lontano un chilometro che si era preso una scottata per lei, ma lei non lo faceva apposta, non era nella sua indole esser al pari passi dei cuori pulsanti.
    Il suo cuore era stato alla scoperta molti anni prima per un uomo, che non poteva avere per sé , un uomo che gli aveva impresso nella pelle il marchio, quell'uomo che ora era sotto un mucchio di ceneri, quell'uomo che non provava niente, se voleva qualcosa la prendeva come se fossero degli oggetti, e lei è stata uno di questi oggetti, e da quel momento il suo odio e il suo veleno iniziò a scorrere per le vene fino ad arrivare a chiudere come dentro una gabbia quell'organo chiamato cuore.
    Lei amava solo divertirsi e quando vedeva che la situazione diventava troppo "pesante" beh, usava le sue mani, come avrebbe usato le sue mani per vendicarsi, cercava solo quello : vendetta, amara e dolce vendetta.
    A quel pensiero chiuse il pugno in un gesto di rabbia, chiuse gli occhi improvvisamente, fin da piccola gli capitava che quando si innervosiva al tal punto da dover sfogarsi i suoi occhi cambiavano colore e diventavano come il colore della neve, non riuscì più a tenerli chiusi quindi li apri e provò a non fissare Knut nei occhi, si accese una sigaretta e aspirò lentamente per provarsi a calmare, anche se sapeva che era più una cosa psicologica l'associare la nicotina al calmare i nervi.
    Scusami commentò mentre si alzò e andò verso la finestra lasciando la sua sigaretta dentro al bicchiere dove prima c'era la bevanda
    Si appoggiò con le mani sul vetro della finestra e chiuse gli occhi, stringendo forte i pugni per poi aprire improvvisamente le mani, il vetro pian piano si iniziò congelare partendo da dove erano posizionate le sue mani, un rumore quasi impercettibile si iniziò a udire, era la vetrata che stava andando in frantumi?
    Aprì gli occhi e fisso il vetro rimanendo impassibile mentre iniziò a fissare il paesaggio fuori La mia impresa è troppo grande per qualsiasi essere vivente su questa terra, nessuno potrà darmi una mano a portare a termine quello che ho in mente, finché i fantasmi del passato tornato e mi perseguitano nulla potrà esser risolto e nulla potrà essere lottato, non ho mai chiesto aiuto a nessuno, mi sono sempre sporcata le mani da sola e.. commento mentre si girò e fisso il ragazzo rimanendo appoggiata alla vetrata ..non voglio coinvolgere nessuno, ho già perso troppe persone a cui tenevo commentò finendo la frase e fissando il ragazzo.
    Cosa gli stava capitando, si stava addolcendo?
     
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  12. Knut Leifsen
     
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    Knut si stava perdendo negli occhi della ragazza, mentre il loro giocare e stuzzicarsi continuava piacevolmente ad andare avanti. Le parole di Morticia, però, se fossero potute risultare inizialmente provocatorie, infastidirono molto Knut, quando vide la ragazza adombrarsi, evitare il suo sguardo ed accendersi una sigaretta. Iniziò a infastidirsi ulteriormente quando la ragazza si alzò, posò la sigaretta ed andò alla grande finestra. Knut non aveva la benché minima idea su che tipo di incantesimo stesse usando, ma vedere la ragazza che, per qualche tipo di rabbia o rancore, stava facendo "ghiacciare" il vetro su cui aveva appoggiato la mano, non lo fece stare più tranquillo, anzi. Ascoltò il discorso della giovane docente, che lo fece ancora più innervosire: non si fidava di lui, quindi? Era solo un giocattolino di cui si era garantita la fiducia? Senza neanche risponderle, si avvicinò alla vetrata, ammirando la pioggia cadere, la tempesta che si scatenava ed il paesaggio modificato dal maltempo. Senza staccare lo sguardo dal paesaggio, allungò una mano verso la ragazza, prendendola per mano. Era gelida come il ghiaccio, ma a lui non interessava. Fece passare un paio di minuti in silenzio, cercando cosa dirle, senza lasciarle la mano, poi disse, avvicinandosi a lei e guardandola in volto: Puoi avere tutti i motivi del mondo per tenermi fuori dai tuoi piani, lo posso capire, ma non sono disposto a rimanere dietro le quinte. Sappi che non mi asterrò dal fare quello che facevo in Inghilterra o anche prima. Quando ti deciderai, fatti sentire... A quel puntò la tirò a sé e, abbracciandola saldamente, le diede un lungo bacio. Tuttavia non era un bacio per nulla appassionato: la passione per la ragazza era ormai coperta dalla rabbia, trasformandosi solo in voglia giocare in maniera sadica con lei.

    Edited by Knut Leifsen - 6/12/2016, 19:28
     
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    Quel tocco fin troppo dolce per la sua personalità gli fecè venire un brivido, quel ragazzo nonostante tutto ciò che gli aveva detto, nonostante stava provando a salvarlo in qualche maniera da un destino beffardo, non voleva ascoltarla voleva fare di testa sua andando anche contro anche tutto pur di stargli vicino, accanto a lei durante la battaglia che a breve sarebbe scoppiata in quel mondo, una battaglia che nemmeno lei sapeva anuora quando sarebbe scoppiata, quella battaglia che nemmeno lei era conscia del quando sarebbe successa.
    Forse era la prova che voleva, forse era ciò che sperava di avere, quella reazione che solo chi veramente era fedele al marchio poteva avere, quella reazione che significava fedeltà al marchio anche dopo anni di completo silenzio, anni di persone nascoste dietro a un sottile filo, un filo che a breve si sarebbe spezzato.
    Lo fisso e sorrise, si quella volta sorride.
    Gli prese il volto fra le mani e appoggio le sue labbra freddo sulle sue, non era il bacio di Giuda ma era sempre un patto.
    Un patto solenne che i mangiamorte sarebbero tornati più forti che prima, per continuare quella lotta lasciata a metà
    Era quello che mi aspettavo da te, sapevo che eri leale a questo marchio, ma dovevo veramente esserne certa commentò sorridendo mentre lo fissava per poi diventare seria e prendere il braccio del ragazzo e passar la sua mano sul quel marchio coperto da bende invisibili a occhio umano, perché celato dietro a un incanto Veramente credevi, che dei sentimenti mi avrebbero convinto a non arrivare alla mia vendetta? oh no, niente me lo impedirà di far tornare a splendere questo simbolo commentò mentre passare la sua unghia affilata sul marchio, come se incantata dai ricordi
    Alzo lo sguardo e lo fisso Ora si, che abbiamo finito, e tieniti pronto commentò seria mentre lo fisso e si scosto dal ragazzo tornando a sedere sulla poltrona e si torno a versare il liquido in un bicchiere di cristallo nero come la pece, che tiro fuori dal tavolino vicino a lei, ne prese due e ne servo uno per il ragazzo, solo che nel suo mise anche due petali di rosa nera, alzo il calice in aria che inizio a emettere del fumo bianco, a causa degli ultimi ingredienti emessi al ritornocommento fissando il ragazzo con un sorriso maligno ma allo stesso malizioso.

    Edited by »Poison•Queen - 24/3/2017, 22:34
     
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  14. Knut Leifsen
     
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    :_Knut:

    Quando Morticia ricambiò il bacio e disse quelle parole, Knut ebbe la certezza che i sentimenti che stava iniziando a nutrire per la coetanea e collega erano destinati a scontrarsi contro un muro di gomma, cosa che lo ferì. Io ho sempre creduto che questo simbolo porterà entrambi a fare grandi e giuste cose, terribili per i nostri stolti avversari.
    Ascoltando quello che sembra essere un ordine, la vide scostarsi da lui e tornare a sedersi su di una poltrona e servire di nuovo da bere il distillato in due calici estremamente particolari per la loro foggia e colore. Come un automa prese il calice offertogli da Morticia senza neanche sedersi, rimanendo impalato di fronte a lei. Brindò dicendo Inesorabile e feroce!, per poi svuotare in un unico sorso il calice, posandolo poi sul tavolino. Rimase in stasi per qualche secondo, sentendo la botta dell'alcol salirgli velocemente in testa. Quando il liquore ebbe fatto il suo lavoro, sentendosi nuovamente su di giri, si inginocchiò davanti alla poltrona della ragazza, fin troppo vicino, probabilmente. Con pensieri incerti che gli affollavano la mente, tornò a mettere le mani all'altezza del suo bacino, tirandola ulteriormente a sé, facendo entrare in contatto i due corpi. Vedi, Morticia... iniziò a dirle, fissandola negli occhi, spalancando i suoi, cercando di rimanere minimamente lucido, Io non credo che dovremmo... tralasciare il fattore... "sentimenti"... Da quando ti conosco non c'è giorno che passi in cui io... non ho un tuffo al cuore perché non sei con me... non passa notte in cui non mi rammarico... della parte vuota del mio letto... e, come oggi, non c'è momento, quando sono in tua compagnia... in cui non ti guardo con ammirazione e passione... Face passare qualche secondo, prima di concludere quella sua discutibile ma sincera arringa. Credo di amarti, M, e di farlo con tutto me stesso... disse infine, baciandola a lungo sulle labbra. Il contatto con quelle labbra gelide lo faceva perdere, lo faceva stare bene. Non aveva mentito, nel suo discorso, e sperava solamente che Morticia lo capisse.
     
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    Non era una che voleva intrecciarsi in certi rapporti sopratutto con persone del suo stesso ambito.
    Non era certamente una che pensava a farsi una famiglia e a farsi un uomo accanto a lei per tutta la vita, quella idea gli dava il volta stomaco.
    Aveva imparato a sua esperienza che non doveva più legarsi a nessuno, sopratutto non in questa vita.
    Le uniche persone alle quasi si era legata in passato ora erano cibo per i topi.
    Alzo il calice per quello strano brindisi, e sperava solamente che quella situazione finisse velocemente ormai stava diventando pensante e soffocante sopratutto perché il tutto era dentro all'accademia davanti a occhi indiscreti e sopratutto dove lei non poteva muoversi liberamente., osservo Knut che bevve tutto il contenuto del suo calice velocemente e tutto d'un fiato, quel liquido era così forte che avrebbe steso un elefante se bevuto tutto d'un fiato, per questo si meravigliò come riuscì a rimanere in piedi e sopratutto a non cadere come una pera cotta a terra , ma il lato peggiore di quel liquido e sopratutto quando si perde il lume della ragione è quello di dire la verità e di sputare tutto ciò che si ha dentro in parole e farfugliamenti.
    Pochi secondi e lo vide quasi in ginocchio, alzò il sopracciglio sperava solo che non gli facesse una strana proposta se no l'avrebbe veramente incenerito in quel momento.
    Senti le mani del ragazzo sul suo bacino e ascoltò le sue parole sconnesse, dove appunto tirava fuori i suoi cosiddetti sentimenti, scosse la testa a quelle parole e sospirò pesantemente sopratutto quando senti le labbra del ragazzo appiccicate alle sue.
    Lo stacco velocemente e gli prese il volto fra le mani non reggi molto bene l'alcool e sopratutto questo infuso ti fa molto male commento con una nota di ironia mentre lo spinse e lo fecce cadere col culo sul pavimento e lo fisso mentre appoggiò il suo calice per poi appoggiare i suoi gomiti sulle ginocchia Questo liquido bevuto troppo velocemente ti fa due effetti, o ti uccide oppure ti fa sputare tutto ciò che hai dentro, come se vomitassi rane a volontà e a te ha fatto il secondo effetto, ma sopratutto questo liquido ti stenderà a breve facendoti poi dimenticare tutto, e questo è un bene per questo voglio che ora mi ascolti bene commento per poi diventare seria e fissarlo il sentimento di cui hai appena parlato,non esiste nella mia vita e non potrà mai esistere, anche se volessi o meglio dicendo anche se capitasse non saprei da dove iniziare, ma non perché non mi è mai successo ma perché non ne ho necessità e non mi manca non provare sentimenti, quello che tu hai scambiato per sentimenti è solamente attrazione fisica e così deve essere commento fin troppo calma nella mia vita non ci sarà mai amore, e non lo ricerco quello che potrà esserci è solamente e puramente sesso, ma niente di più commento fissandolo vedendo lo sguardo del ragazzo ormai perso un po sicuramente per il liquido e un po per quanto riguardava il discorso Sicuramente ti starai domandando perché ti sto dicendo questo? Non sono una che si nasconde dietro a una maschera, e non sono quella tipica donna che per una dichiarazione di queste ti chiederebbe un anello al dito, non sono una che può donarti amore perché effettivamente ne sono all'oscuro di questo sentimento, potrà essere anche una cosa buona e bella ma io non ne ho bisogno, ma sopratutto ti dico tutto questo per ti ricorderai ben poco di tutta questa situazione una volta che ti riprenderai [color] commento mentre aprì un cassetto del tavolino e prese fuori un porta sigarette argentato con sopra un serpente inciso, se ne accese una e fisso il ragazzo [color=#800055] Ricorda che i sentimenti non sono per quelli come noi commento con lo sguardo perso mentre diede un tiro alla sua sigaretta accesa poco prima, forse questa frase era più per sè stessa che per il ragazzo.
     
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19 replies since 16/9/2016, 22:17   157 views
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